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Controcopertina: Pino Lucchesi (e il Prof. Cognetti) sulle aree marine protette

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : mercoledì, 16 luglio 2003

Noto con soddisfazione la piega positiva del dibattito sulla istituzione di aree marine protette nell'arcipelago toscano, da istituire sulla base delle proposte e degli stimoli del Ministro dell'ambiente e con il consenso degli interlocutori locali. In totale controtendenza con il forte spirito di critica (qualche volta al limite dell'autolesionismo) che caratterizza spesso la discussione locale, emerge infatti - mi pare - la volontà di un confronto sereno e non bloccato da pregiudizi o da pregiudiziali. Tuttavia - rilevo - spesso si fa confusione tra la definizione di "area marina protetta" e quella di "parco marino", cioè tra due tipologie di vincoli che possono anche integrarsi ma che non rappresentano la stessa cosa. Su questi temi rimando ad una nota (riportata di seguito) del Prof.Giuseppe Cognetti, Presidente del Comitato Scientifico della nostra Associazione, richiamando in particolare la proposta - di assoluta attualità- di collegare la Istituzione di aree protette alla contemporanea attivazione di un Centro Studi (all'Elba) per la conservazione dell'ambiente marino e delle sue risorse, oltre alle considerazioni generali su episodi di grave compromissione ed -infine- alla necessità di affrontare i programmi in maniera razionale per dare impulso ad attività economiche "ecocompatibili". Proprio per questa esigenza di approfondimento è intenzione di Mareamico di tenere verso la fine di settembre un Convegno a Portoferraio, aperto alla partecipazione, oltre che di qualificati studiosi italiani e stranieri, anche dei responsabili locali, a partire dalle strutture di coordinamento (Comunità montana, Ente Parco, Provincia, ecc.) On.Pino Lucchesi - V.Presidente Mareamico Aree marine protette nell’Arcipelago toscano I moderni parchi marini realizzati da vari paesi che si affacciano sul Mediterraneo svolgono funzioni molteplici in un quadro di gestione integrata della fascia costiera: protezione delle biocenosi, controllo ecologico, didattica, ricerca scientifica, pesca controllata anche ai fini turistici. Ciascuno di essi è dotato di laboratori e altre strutture per lo svolgimento di queste attività. Per incrementare la pesca, in determinate zone contigue ai parchi o in certi casi nel loro ambito, vengono istituite aree di tutela temporanea con rotazione periodica in funzione delle varie tipologie di mestiere, gestite dai pescatori. Nell’ambito del Parco Nazionale dell’Arcipelago toscano sono state istituite numerose aree marine protette che non corrispondono però ai requisiti di cui sopra. In uno studio interdisciplinare coordinato dal sottoscritto per conto del competente Ministero (1994), furono indicate su sicure basi scientifiche le località, nell’isola d’Elba e in altre isole dell’arcipelago, più idonee per la realizzazione di aree marine protette anche ai fini della protezione degli stock ittici, da gestire in un quadro di sviluppo sostenibile, e la necessità di istituire all’Elba e alla Capraia un centro studi per la conservazione dell’ambiente marino e delle sue risorse. Di questo studio non si è tenuto alcun conto e si è proceduto a chiusure assurde di vasti tratti di mare attorno a Giannutri, Capraia e Montecristo, assolutamente prive di significato scientifico e fuori da qualsiasi logica conservazionista. Sono state infatti penalizzate le normali attività turistiche, della pesca e della nautica da diporto senza recare alcun beneficio alla conservazione dell’ambiente e soprattutto senza organizzare quelle strutture che caratterizzano un moderno parco marino. Da qui la diffidenza e la sfiducia verso certo tipo di ambientalismo fondamentalista che si basa solo sui divieti e sembra dimenticarsi di gravi fatti avvenuti nell’arcipelago: allargamento unilaterale del Santuario dei cetacei e successivo scarico in detta area di centinaia di migliaia di tonnellate di fanghi portuali; ripascimento della spiaggia di Cavo dell’Elba con argille ferrose di una miniera dimessa e conseguente disastro ecologico; prelievi di sabbie sui fondali di Formiche della Zanca di notevole interesse ecologico, per il ripascimento delle spiagge di Viticcio e Marciana Marina. Se si vogliono realizzare moderne aree marine protette è necessario affrontare i problemi su basi razionali mettendo in atto in base alle caratteristiche ecologiche ed economiche delle diverse località, i criteri sopraindicati che oltre alla concreta protezione della fascia costiera danno impulso ad attività economiche ecocompatibili. Per quanto riguarda il miglioramento delle risorse ittiche nell’arcipelago si dovrebbe considerare il principio della istituzione di aree marine di tutela temporanea e di zone precluse alla pesca a strascico e la realizzazione di consorzi riconosciuti quali enti gestionali per la gestione integrata della pesca e della fascia costiera.


mare marciana panorama

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punta nera 4

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