Per la seconda sera consecutiva ci ritroviamo a parlare in questo angolo del giornale di casini e zone collegate. Ieri era accaduto casualmente partendo dal ragionare del metaforico casino ingenerato dall'esercizio dell'arte della politica da parte dei portoferraiesi. Stasera perchè abbiamo aperto con la chiusura di un club privato che è a suo modo una metafora. (Più di una persona di buona volontà (e di decente cultura) negli scorsi giorni ci aveva sollecitato ad intervenire su quello che ritenevano uno sconcio: un cinema (uno dei due funzionanti all'Elba) che chiudeva i battenti per diventare un club privato,era per molti un preoccunte specchio dei tempi e di un imbarbarimento culturale. E questo non solo perchè la mercificazione del sesso è quanto di più squallido si possa pensare (la tolleranza qui c'entra poco) è quanto di più offensivo si possa inventare per un essere umano di sesso femminile, ma anche perchè fare un club spogliacciato in un cinema, e come trasformare una biblioteca in una sala Bingo, il Castagnacciaio in un McDonald, una chiesa in una discoteca piena di impasticcati ulteriormente rincoglioniti dalla musicaccia discotecara. E mai come in questi momenti ci viene in mente che se tutto non è politica, tutto alla politica si rapporta, e che queste operazioni di volgarizzazione sono funzionali ad un regime che ci vuole folli e acritici consumatori di qualsiasi merce, dalla coca (non -cola) al detersivo, da una TV voyeristica violenta volgare e imbecille fino appunto al sesso fatto merce. Terminiamo per non decollare verso un moralistico pippettone, notando che abbiamo aperto il giornale con la cronaca di un fatto serio trattandolo come il metro di un "A sciambere" ed abbiamo scritto un "A sciambere" col metro di un'apertura "seria". Sarà (come direbbe l'Assessore) la legge del contrabbasso?