MARINA DI CAMPO. Coccobello non molla, dopo il divieto imposto agli ambulanti sulla spiaggia campese, è spuntata una petizione, firmata da numerose persone, che sostengono la causa di Antonio il venditore di granite e noci di cocco. Un modo per rivendicare pluriennali diritti espressi dalla sua carriera, svolta sempre nel rispetto delle regole. Intanto, mentre il documento viaggia verso il Comune, La Madia Travel Food, rivista gastronomica di tiratura nazionale, ha preso a cuore il suo caso attuando un ampio servizio. Nello spiaggione campese qualcuno cerca ancora "Coccobello the best", il venditore ambulante costretto ad emigrare in Sardegna dopo il noto stop. C'è chi scruta il litorale per vedere se arriva il singolare mezzo cingolato del napoletano, col quale trasporta le sue fresche vivande estive. Invano. Niente Coccobello, ma in compenso, probabilmente, gli abusivi circolano di lido in lido.Antonio nonostante la sua anzianità di servizio di circa 30 anni, è stato costretto a non lavorare più su quella spiaggia. Ma il commerciante nativo di Casoria non si è arreso: è emigrato su altri lidi isolani, quelli sardi, per lavorare con il suo frigo da spiaggia, super tecnologico e trasportabile, costruito con le proprie mani in laboratorio. Una storia singolare che non è sfuggita a Donato Creti, aromatiere, tra i pochi in Italia, giornalista della rivista La Madia Travelfood di Elsa Mazzolini. Creti ha dedicato, unitamente a Stefano Crocetti, un sevizio completo al personaggio che fino a poco tempo fa scorrazzava per i litorali campesi. E' nato così un maxi articolo a più pagine, foto e tutta la vicenda dell'ambulante, che era ormai prossimo a diventare "Re" delle spiaggia. "Avrò speso 20 mila euro per realizzare il mezzo meccanico che si muove con i cingoli sulla sabbia- dice il venditore- ma poi il divieto, davvero drammatico per me, come per tutti gli ambulati regolari. Gli affari vanno a gonfie vele lo stesso, faccio clienti in Sardegna. Io non mollo, anche se un pezzetto di cuore l'ho lasciato a Marina di Campo". Un esempio di grande capacità creativa e di imprenditorialità, semplice ma efficace, che il Creti ha messo in evidenza per difendere il genio italiano che ci sa fare anche sulle spiagge. "Sono rimasto colpito da quest'uomo- ammette Creti- uno stimolo per tutti, in particolare per i giovani".Il giornalista ha descritto Antonio, bandana in testa, occhi azzurri, abbronzato come un marinaio navigato. Iniziò a vendere cocco a Viareggio negli anni Sessanta. "Poi misi addosso un contapassi- ha detto il venditore ambulante- e calcolai d'aver fatto 74 mila chilometri a piedi sulle spiagge italiane. Il giro del mondo vendendo cocco!". Ed ecco la sua invenzione per evitare di fare due volte il giro del globo. Creò un mezzo a motore cingolato per trasportare granite e cocco. "Un patrimonio signo’! Tra carretto, joystick , furgone per il trasporto, tricchi e ballacchi, quasi 20mila euro!".Antonio studiò, in gioventù, quattro anni in Svizzera da Perito Elettrotecnico, poi tre anni di Tecnica Digitale. A 18 anni era nel laboratorio di una multinazionale con 12 mila dipendenti, quindi sa il tedesco e anche l'inglese avendo sposato un'altra isolana nei paraggi di Londra."La sua forza,-conclude Creti- sta nell’acume, ma anche nella creatività, nel talento innato.Peccato non abbia potuto perseguire l'esperienza all'Elba". Antonio va avanti e saluta i suoi clienti elbani con uno dei suoi motti: "Disseta e non ingrassa, mangia il cocco e tutto passa!"
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