L’onorevole Silvia Velo ha presentato la proposta di legge “Disposizioni per favorire lo sviluppo sostenibile delle isole minori” di cui è prima firmataria e sottoscritta da altri colleghi del PD. La proposta di legge è frutto della collaborazione con il COPIT (Comitato di Parlamentari per l’innovazione tecnologica e lo sviluppo sostenibile) ed ha l’intento di delineare gli strumenti primari, essenziali per affrontare in termini nuovi le problematiche delle Isole minori attraverso l’avvio di una legislazione ad hoc. Si pone quindi l’obiettivo di avviare un percorso di recupero del mare a un rapporto vitale con l’uomo e prima di tutto, con quelle comunità geograficamente e storicamente destinate a vivere, con il mare, in più stretto ed immediato contatto. Allo stato attuale infatti, per certi aspetti relativi alle possibilità del nostro tempo, la vitalità produttiva e culturale delle Isole minori italiane ha subito un rallentamento e un minore progresso. L’economia delle Isole minori si fonda prevalentemente sul turismo che oltre a rappresentare una opportunità provoca anche problemi legati alla fluttuazione della popolazione, primo fra tutti riguardo all’approvvigionamento energetico e idrico; per questi approvvigionamenti le Isole minori si trovano spesso in condizioni di dipendenza dal continente. Occorre quindi mettere in campo azioni strutturali tese a sostenere lo sviluppo delle Isole minori tenendo conto della diversità e la particolarità. In particolare la proposta di legge prevede l’istituzione del Comitato istituzionale delle Isole minori quale organo paritetico operativo e consultivo per il Governo e per il Parlamento italiano. Questo organo ha compiti di indirizzo, di elaborazione di proposte circa i programmi di sviluppo sostenibile delle Regioni mediterranee, in particolare per le Isole minori. Si prevede inoltre l’istituzione di un Fondo di sviluppo delle Isole minori, così da dare continuità agli interventi previsti. Molto importante è inoltre l’individuazione di uno strumento per la concertazione definito come “accordo quadro per lo sviluppo locale”. Si prevede inoltre l’istituzione decentrata in ciascuna delle Isole minori, di un presidio di protezione civile e la strutturazione di un raffronto con gli Istituti universitari e scientifici a cui si chiede di rivolgere particolare attenzione ai problemi delle Isole minori. La parte più significativa riguarda il ruolo che si chiede di svolgere alle banche e agli istituti di credito quali attori dello sviluppo. Infine si prevede di intensificare lo scambio culturale e di esperienza con le altre isole del Mediterraneo.
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