Leggiamo sconcertati le dichiarazioni del Sindaco in merito alla nostra proposta referendaria. Sono due le cose: o il Primo Cittadino sta cercando lo scontro politico in vista della ormai prossima campagna elettorale senza curarsi però del fatto che sta interloquendo con i circa 500 cittadini firmatari oppure, e la cosa sarebbe ancor più grave, il Sindaco non ha capito nulla di quello che stiamo chiedendo con il referendum essendosi allontanato troppe volte dalla sede dell’incontro avuto nei giorni scorsi con noi promotori. Il Sindaco non capisce, o forse non sa, che il regolamento comunale permette l’indizione del referendum solo su provvedimenti locali e la “necessità di Amp o meno” è un atto di competenza ministeriale. Inoltre, dal momento che il Ministero ha congelato l’iter istitutivo dell’Amp rigettando di fatto la proposta dell’ex ministro Pecoraro Scanio, l’unica proposta che rimane sul tavolo è quella del Comune del Giglio (unica in tutto l’Arcipelago perché l’Elba non ne ha presentate!). E’ proprio per questo che chiediamo l’abrogazione della proposta del Comune, assolutamente attuale ma non espressione della volontà dei cittadini isolani. Il Sindaco non capisce che la proposta del Comune non è condivisa dalla popolazione (basta vedere quanti hanno firmato e quanti ancora lo stanno facendo per farla abrogare). Non è istituzionalmente corretto far credere che quella del Comune sia “la proposta di tutti i gigliesi”, dal momento che è stata “concertata” solo con un numero irrisorio di commercianti ed operatori turistici! Il Sindaco non capisce, nonostante che la cosa sia stata volutamente ben sottolineata, che la nostra non è la solita forma di protesta del passato. E’ chiaro a tutti gli intervenuti all’incontro (tranne al Sindaco, quanto pare) che nessuno vuole che il Comune lasci fare tutto al Ministero. Noi, insieme anche alle altre realtà dell’Arcipelago, vogliamo sederci ad un tavolo sgombro da ogni proposta, vogliamo azzerare l’iter istitutivo dell’Amp e discutere di forme di tutela che prescindano dalla legge 394/91. Vogliamo che il Ministro abbia chiaro di non aver di fronte dei “fidi cagnolini” che, a comando, elaborano proposte “a richiesta” ma dei cittadini disposti alla tutela del proprio territorio e strenui difensori della propria libertà ed autonomia. Anche noi avevamo fiducia nell’incontro programmato per fine estate perché anche noi avevamo colto nell’incontro con l’Amministrazione inaspettati punti in comune. Queste dichiarazioni avventate del Sindaco però, specchio dell’arroganza politica e dell’ignoranza dei temi discussi, stridono fortemente con la democraticità di una consultazione referendaria e rischiano di compromettere seriamente un dialogo che 500 cittadini ci hanno chiesto di iniziare.
yuri