Torna indietro

Controcopertina: Marciana Marina: l'imbonimento e la storia a pezzi e bocconi

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : domenica, 20 luglio 2008

La vicenda di quello che lo stesso Sindaco di Marciana Marina Andrea Ciumei chiama "scogliera artificiale a forma di banchinamento" realizzata sulla passeggiata di Marciana Marina, all'interno dell'area portuale, rischia di diventare l'ennesima giustificazione a posteriori di opere eseguite con ben altro intento. Ricorda molto quanto successo a Mola ed in altre località elbane, dove strutture a mare di dubbia legittimità sono state giustificate successivamente come "intervento ambientale e sociale" per impedire l'ancoraggio selvaggio e il danneggiamento della posidonia e, in realtà, non hanno ottenuto niente di questo. Una visita a Mola in questi giorni può essere la più significativa conferma visiva di quanto diciamo: l'ancoraggio selvaggio di centinaia di barche in rada non è affatto cessato, anzi pare aumentato. Il Sindaco di Marciana Marina introduce però una nuova variante della giustificazione a posteriori: quella della ricostruzione del paesaggio storico di Marciana Marina e per farlo dimentica quanto da lui stesso detto in Consiglio Comunale prima dell'inizio dei lavori, quando assicurò i consiglieri che si sarebbe trattato di una semplice rifioritura e che sarebbe stata di così lieve entità che la macchina operatrice non sarebbe dovuta entrare in mare, come crediamo chiedesse la stessa Sovrintendenza. E' accaduto esattamente il contrario e quello che è stato realizzato è, come ammette lo stesso Sindaco, non una rifioritura ma un imbonimento che, a posteriori, diventa opera di difesa del lungomare (già difeso dai successivi prolungamenti del porto verificatisi nel secolo scorso) e addirittura dalla volontà di ripristinare la situazione del tardo 800 e dei primi del 900, quando in quel tratto di costa esistevano i "Bagnetti". Ci chiediamo se il Sindaco Ciumei voglia anche ripristinare l'usanza del bagno nudi dentro il porto per i ragazzi poveri, il bagno vestito per le donne marinesi alla spiaggia della Marina e il trasporto a vela del vino elbano da Marciana Marina a Genova. Infatti, se lo scopo di quell'imbonimento fosse il recupero "storico" del lungomare il Comune di Marciana Marina dovrebbe proseguire ed abbattere quasi l'intera diga portuale, che al tempo dei bagnetti era poco più di un mozzicone), riportare la spiaggia non balneabile che si è creata negli anni '80 in poi (proprio a causa del prolungamento del porto) lungo viale Regina Margherita nella sua sede naturale, e ripascere così la piaggia della Marina, togliere il molo di sassi e magari ripavimentare in terra battuta il lungomare e abbattere tutto quello che è stato costruito nel dopoguerra. Altrimenti si aprirebbe la strada del recupero storico a pezzi e bocconi, a richiesta e a convenienza, dove e se e quando serve, ignorando le modifiche ambientali ed urbanistiche avvenute in un secolo per decisione delle stesse amministrazioni comunali di Marciana Marina e degli organi dello Stato italiano, che hanno realizzato quel paesaggio, quella struttura urbanistica e quell'ambiente unici. Una strada molto pericolosa, perché permetterebbe ad ogni amministratore comunale di decidere di modificare un pezzo di costa e porto a piacimento e in maniera estemporanea, basandosi magari su una vecchia foto color seppia che presenta un paesaggio che ormai nessuno ricorda più a Marciana Marina. Un'archeologia della memoria che merita ben altri e meno invasivi interventi. Ma l'imbonimento marinese solleva anche altri tre problemi. Il primo è quello della necessità di una valutazione di incidenza per il lavori che sono stati eseguiti in un'area portuale che conserva una prateria di posidonia che, proprio perché il Sindaco assicura che quell'habitat prioritario dell'Unione Europea è in degrado, doveva essere ancora più attenta e meticolosa e che invece potrebbe non esserci stata. Un fatto che si ripete anche in altri comuni e che solleva il problema del reale controllo da parte degli enti competenti. Il secondo è che l'imbonimento precostituisce un utilizzo parziale e parcellizzato della zona nevralgica nella quale dovrebbe essere realizzato il porto turistico di Marciana Marina (che non vede la contrarietà di Legambiente) e indica la via dell'imbonimento del lungomare (contro cui Legambiente si è sempre battuta) con una modifica sostanziale del suo magnifico assetto paesaggistico ed urbanistico, altro che recupero storico! Il terzo è un problema di ordine squisitamente ambientale: l'ordinatissimo e geometrico accumulo di massi è stato realizzato proprio nel tratto dove si accumulano le foglie di posidonia nei mesi invernali, che quindi si andranno a infilare negli interstizi della scogliera, non vorremmo che il passo successivo della "scogliera artificiale a forma di banchina mento" fosse, come già avvenuto altrove, quello di ricoprire tutto di cemento per impedire che "lo sporco" invada il lungomare e per consentire una più facile raccolta della "fastidiosa" posidonia.


imbonimento Marciana Marina 3 legambiente

imbonimento Marciana Marina 3 legambiente