Sembrava un verifica fiscale come tante altre, ma ecco spuntare nella contabilita’ di un esercizio commerciale sottoposto a controllo, tra una fattura e l’altra, un contratto preliminare a dir poco originale: una vendita immobiliare con una clausola di ”recesso” quantomeno impegnativa. Ma ad insospettire i Finanzieri della Compagnia di Portoferraio erano le persone interessate alla vicenda, note per essere state gia’ sotto usura da parte del clan marandino. I militari facevano cosi’ rapidi calcoli: il contratto era stato predisposto per celare un prestito usuraio pari a circa all’89%. A far da cornice alla vicenda vi era anche una sostanziale mancanza di valide ragioni economiche all’operazione, perche’ i proprietari, precedentemente espropriati dell’immobile in questione, da poco erano riusciti a ricomprarlo da un’asta pubblica e, per ragioni affettive non l’avrebbero certo di nuovo ceduto, peraltro allo stesso prezzo di acquisto. Veniva, quindi, predisposto un complesso ed articolato servizio di appostamento che permetteva di arrestare d’iniziativa, in flagranza del reato di usura (art.644 c.p.) , il sessantunenne A. d. P. - ex ristoratore “prestato” all’intermediaziome immobiliare - nel momento in cui riceveva dalle persone offese la somma di 85.000 costituita dal capitale più gli interessi di 5.000 euro al mese. Nella giornata di ieri la dottoressa Lombardi gip presso il Tribunale di Livorno, su richiesta del vice procuratore della repubblica Antonio Giaconi, convalidava l’arresto eseguito dai finanzieri, applicando la misura cautelare degli arresti domiciliari da scontare per un mese. Tale servizio costituisce l’ultimo di una serie di attività di contrasto ai flussi finanziari illeciti ed all’usura che ha visto la Guardia di Finanza ed in particolare le Fiamme Gialle elbane in prima linea. Infatti, ricordiamo l’operazione “MARATA” che ha portato alla denuncia di 17 persone ed all’arresto di 10 per associazione a delinquere di stampo camorristico dedita all’estorsione ed all’usura ed alla confisca di beni per diversi milioni di euro nonché l’operazione “guinzaglio stretto” che recentemente aveva portato all’arresto di due persone ed al sequestro preventivo di un attività imprenditoriale nella provincia di Perugia.
Marricchi Bis