La settimana scorsa la giunta regionale aveva attivato la procedura per ricorrere al Tar e alla Corte costituzionale contro il commissariamento del porto di Livorno. Oggi ha licenziato il testo definitivo del ricorso: una trentina di pagine in cui si ricostruisce in modo puntiglioso l’intera vicenda, sottolineando come da un lato la legge sia perentoria e prescriva che un’intesa con la Regione debba sempre essere trovata mentre il ministero ha fatto di tutto per evitarla. Ma non si tratta solo di norme e leggi: anche la giurisprudenza (e nel ricorso sono numerose le sentenze che vengono citate) sottolineerebbe questo punto. “Non può negarsi – si legge nel testo licenziato dalla giunta – che il ricorso alla figura del Commissario straordinario rappresenti solo un mero artifizio per eludere la procedura stabilita dalla legge”.”La Corte costituzionale – si legge sempre nel ricorso – ha infatti sottolineato che l’intesa non può consistere in un mero onere di informazione da parte dello Stato”. La giunta contesta al Consiglio dei Ministri e al Ministero dei trasporti e delle infrastrutture la violazione del principio di leale collaborazione ed eccesso di potere per contraddittorietà della motivazione, oltre a numerosi vizi di procedura. Oltre a questo, è la conclusione del testo, “il provvedimento impugnato arreca anche un grave ed irreparabile danno”, poiché il commissario non potrà che limitarsi all’ordinaria amministrazione. Con quest’ultimo ricorso sono oramai oltre venti i procedimenti, contro altrettanti atti del Governo, che la Regione ha attivato presso la Corte Costituzionale.
Livorno Porto