Se fossimo educati come un giornalista inglese potremmo scrivere: “A Portoferraio mentre si avvicina la scadenza elettorale, lo scacchiere politico-amministrativo si presenta in forma assai articolata e complessa”. Ma essendo nati da Tardò, al Brunello ed essendoci formati, in luogo che in un college oxfordiano, nell’Università della Classe Operaia (alias PCI) ci scappa di scrivere: “Un casino del genere a Portoferraio non l’avevamo mai visto” Tra un po’ incominceranno ad operare gli allibratori che accetteranno scommesse non tanto su chi vincerà le elezioni, ma su quante liste ci saranno tre a destra, due a sinistra, una sotto, una sopra, una di fianco. In tutto questo baillame noi abbiamo deciso intanto per chi non voteremo. Vorremmo votare a sinistra, ma un candidato sindaco che non s’impegnasse: a buttare all’aria (meglio a rifare di sana pianta) questo Regolamento Urbanistico, a fornire una ricetta convincente per la gestione della risorsa Portoferraio nel DopoPolipo, a riaprire gli spazi sociali, a darsi una politica vera per i giovani, a realizzare una casa di riposo per i non autosufficienti, a cancellare la vergogna del canile che non c’è, e quella delle antenne al Puntale ed in altri siti, a gestire programmi di iniziative culturali che non facciano ridere il pipo il nostro voto lo vedrebbe certamente, ma col binocolo, anche se si presentasse come la reincarnazione di Ernesto Guevara detto “Che” E nel disgraziato caso che ciò accada, cioè se il centrosinistra portoferraiese ci proponesse la solita minestrina di brodi di dado dell’altro viaggio (speriamo di sbagliarci ma l’aria ci sembra quella per ora) non voteremo turandoci il naso. Faremo in quel caso il tifo per Ageno (senza votarlo, a tutto c’è un limite). Lo sappiamo state pensando che la calura ci abbia mandato il cervello in pappa. Invece c’è una logica dietro questo scherzoso (ma non troppo) pronunciamento. Eviteremmo intanto in tale maniera di perdere vincendo, contribuendo a far governare una sinistra nominale ma non sostanziale. E poi, è vero con Ageno di nuovo in sella (eventualità davvero remota, ma la speranza è l’ultima Dea) la nostra città sarebbe governata ancora in maniera ageniale (che di peggio non si può neppure immaginare), ma pensate quanto ancora avremmo da scrivere per i prossimi anni!