Dovendo documentare l’installazione del rilevatore di velocità ci avventuriamo sulla variante in bici, dimostrando che il cuore di andare verso l’ignoto non ci manca, poiché perfino l’espressione italiana: “pista ciclabile”, non trova traduzione alcuna nelle parlate elbane e sulla viabilità normale abbondano i torzoli pronti a farti barba e capelli. Scattate le foto, per rimanere in tema di velocità, vediamo sfrecciare sulla corsia opposta una piuccherombante moto di grossa cilindrata la seguiamo un po’ con gli occhi un po’ con la orecchie per renderci conto che al centauro sono bastati pochissimi secondi per percorrere quasi un chilometro di strada, calcoliamo a mente che il tizio è passato sulla variante ad una velocità spaventosa, oltre i 150 km/h. Pochi secondi ancora e ci sorpassa ancora a velocità sostenutissima percorrendo la variante in senso contrario .. dunque era una “prova”, messo il culo su quel mostro di potenza il nostro se ne è andato in su e in giù sulla variante come su fosse al Mugello. Sparisce mentre riflettiamo cosa poteva succedere se un cane o un gatto traversasse mentre giunge il Valentino Rossi di casa nostra, al potenziale suicida ed omicida di quella massa in movimento. Ripassiamo mentalmente le cronache degli ultimi anni ed al disagio che proviamo ancora (in tanti anni il pelo sullo stomaco ci è cresciuto meno dei capelli in testa a Berlusconi) quando dobbiamo scrivere di inutili corse all’ospedale, di caschi sfasciati di teli pietosamente stesi sulla sede stradale. Ma ci capita di pensare anche che oggi comprendiamo un po’ meglio il significato dell’espressione: “Andarsele a cercare”
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