Scrivo a nome degli oltre 80 residenti e frequentatori di Cala di Nisportino che, lo scorso marzo, firmarono la “petizione” contro la famigerata pista di atterraggio barche, il gazebo e il parco boe. Accogliemmo con interesse e favore l’invito a partecipare alla assemblea pubblica con la quale l’Amministrazione Comunale, dissero, ci doveva “informare” e che sarebbe servita per “discutere” degli interventi proposti. Fu una farsa. Informazioni non ne vennero date. La pista? “Larga sei, forse dieci metri, vedremo…”; il suo impatto sulla superficie balneabile? “Il 3-4 per cento” (evidentemente calcolato sul tratto di mare dal limite delle acque territoriali fino a terra). Il gazebo: “garantirà la pulizia e la sicurezza”. Le boe: “poche, per chi ne farà richiesta”. Il tutto condito da “è ancora tutto da decidere, vedremo, parleremo, ecc. ecc.” Discussione vera non ce ne fu, piuttosto monologo della serie “così è, anche se non vi pare”. Eppure dovevamo immaginarlo, fin dalla “location” dove l’assemblea-farsa era stata convocata: l’antico teatrino di Rio nell’Elba. E di teatro si trattò. Con tutti gli attori. I buoni amministratori che ascoltano i cittadini, una piccola “claque” a loro favore, la massa dei cittadini da imbambolare e persino la presenza rassicurante di due annoiati Carabinieri, ai quali erano state forse prospettate reazioni violente da parte dei facinorosi firmatari. Che tristezza… Uscimmo dall’assemblea con la precisa convinzione di aver buttato via un pomeriggio, prestandoci addirittura al gioco di chi avrebbe potuto dire “noi abbiamo ascoltato tutti i pareri, e poi abbiamo deciso”. Uno orizzontale: “il contrario di verità”, cinque lettere. I più ottimisti dissero “va beh, dài, fanno il gazebo, così almeno qualcuno pulirà la spiaggia”. Poi arrivarono le rassicurazioni in privato e le promesse: “ci opporremo”, “non passerà”. Seguite dalla decisione pilatesca di lasciare delega in bianco all’inamovibile sindaco: faccia quel che vuole. Grazie, cari Consiglieri, “amici” strombazzanti sui giornali o privati elargitori di pacche sulle spalle, tutti, al momento della verità, fedeli al voto di ubbidienza con la manina pesante come il piombo se si tratta di alzarla per decidere cose giuste, ma scomode. Come quelle decisioni che rendono la poltrona troppo sdrucciolevole. E le promesse? Di nuovo la parola di cinque lettere… Che bella fregatura. Hanno fatto la pista, che taglia la cala riducendo a due spicchi ridicoli lo spazio balenabile, per favorire gli interessi attuali (e soprattutto futuri…) di pochi, a danno di tutti. Hanno piantato due pali sulla spiaggia e sfregiato le acque con un corridoio che conduce le barche a motore acceso in mezzo ai bagnanti. Questo si che è garantire la sicurezza. E, giusto per fregare anche gli inguaribili ottimisti, ben si sono guardati dal fare il gazebo. Soldi per pochi, rischi, limiti e sozzume per tutti. Questo si che è amministrare con attenzione la cosa pubblica (perché il mare è ancora di tutti, per ora..). Chissà perché, pur di fare il corridoio di atterraggio, l’Amministrazione si è così esposta? Davvero valeva la pena di finire sui giornali per una pista usata si e no da dieci barche a settimana? O la pista, in realtà, è il grimaldello per arrivare a farci ben altro (di peggio) a Cala di Nisportino? Adesso leggiamo critiche feroci, postume, all’operato dell’Amministrazione comunale. Rispuntano, come i funghi dopo le piogge, gli “amici” che prometto cambi di direzione drastici, novità, partecipazione, pacche sulle spalle, adesso sono tutti nisportinesi dell’ultima ora... ma bravi.. Convocateci ad un’altra assemblea! Questa volta però, per favore, come “location” scegliete un Circo…
Nisportino (elbalink)