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I progetti di ristrutturazione dell'Ospedale

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : lunedì, 14 luglio 2003

L'ospedale di Portoferraio fu inaugurato nel 1982 a seguito di una lunga e piuttosto travagliata fase di progettazione. I termini di riferimento dell'edilizia sanitaria erano allora (sono ormai passati oltre vent'anni) assai diversi rispetto agli attuali: la degenza intesa come permanenza medio-lunga nella struttura era il concetto verso cui orientarsi, e la disponibilità di posti letto diventava pertanto fondamentale per la funzionalità del presidio ospedaliero. Proprio sotto quest'ultimo aspetto, invece, si evidenziavano i maggiori disagi: la sottocopertura dei postri letto rispetto alle esigenze territoriali sembrava portare addirittura verso l'idea di costruire soluzioni all'esterno della struttura principale, nel tentativo di creare così un piccolo complesso ospedaliero. La grande accelerazione della disponibilità di risorse tecnologiche, insieme al conseguente perfezionamento delle tecniche di intervento hanno però nel corso degli anni spostato l'attenzione su concetti del tutto diversi da quelli di partenza: il significativo abbattimento della domanda di p.l. (dovuto in massima parte alla diffusione delle operazioni in regime ambulatoriale o di d.h.) ha reso necessario in termini assoluti ripensare il rapporto tra ospedale e cittadini secondo principi di deospedalizzazione, massima appropriatezza nella cura, assenza di dolore, umanizzazione del rapporto con il paziente. Tale sviluppo di risorse ha aperto dunque alla possibilità, da oggi tradotta in atto, di una sostanziale riorganizzazione del presidio ospedaliero (che aveva intanto conosciuto nel tempo interventi di adeguamento) gestendo al meglio gli spazi presenti, con alcuni ritocchi alle volumetrie, nell'ottica di creare una struttura organizzata e funzionale in senso moderno, dedicando il piano terra ed il primo piano principalmente alle attività territoriali e gli altri alla degenza ordinaria e alle attività ospedaliere. Il progetto di ristrutturazione del P.O. di Portoferraio, allora, lungi dall'essere un mero intervento di riadeguamento degli spazi e delle attrezzature, vuol rappresentare un sostanziale ripensamento della struttura nel suo complesso organico secondo criteri di centralità del paziente, tecnologizzazione e razionalizzazione delle risorse che già muovono il progetto di "Nuovo Ospedale" di Renzo Piano, modello di riferimento per la nuova edilizia sanitaria. La globale sistemazione dei volumi e delle funzioni tecniche e logistiche che nel corso di alcuni anni (si pensa al 2009 come data di possibile compimento dei lavori) porteranno al nuovo assetto ospedaliero è pensata totalmente in funzione delle necessità locali, privilegiando e sviluppando tutte le attività sanitarie e di supporto che permetteranno al presidio di poter lavorare in modo sempre più appropriato ed efficace sui versanti della cura e dell'accoglienza dei cittadini. L'operazione, che costerà alcuni miliardi delle vecchie lire, partirà con il prossimo Settembre. Si riassumono di seguito i vari passaggi che hanno condotto alla presente progettazione sulla ristrutturazione del P.O. di Portoferraio: • nel 1997-98 fu elaborato dalla Commissione Tecnica di Valutazione un piano di ridistribuzione funzionale che prevedeva lo spostamento di alcune funzioni all’interno del Presidio ed una ricollocazione dei diversi reparti ospedalieri, accorpati per aree funzionali omogenee (AFO) . L’analisi evidenziava delle carenze volumetriche del Presidio che dato uno standard di circa 100 mq/p.l. e una dotazione stabilita in 120 p.l. risultava sottodimensionato di circa il 10%. Emergeva dunque la necessità di individuare nuovi volumi; • nel 1999 fu presentato alla Regione una progettazione integrata Libera Professione-Distretto che prevedeva la costruzione di spazi esterni all’edificio nei quali collocare le funzioni di carattere ambulatoriale, di natura prevalentemente distrettuale, allocate fino ad ora nel P.O. • si pensa ad una riprogettazione degli spazi per la attività di degenza ordinaria (BUDGET 2002). I Livelli Essenziali di Assistenza e le delibere di RT di settore individuano una importante quota di attività, attualmente in regime di ricovero ordinario, da sviluppare in regime di DH o in forma di assistenza alternative; la progettazione di budget 2002 ha rivisitato la complessiva distribuzione dei posti letto nel Presidio che passano da 104 posti letto a 95 ed insieme ad una contrazione delle attività di degenza emerge la necessità di una valorizzazione dell’attività di chirurgia ambulatoriale con la ricerca di nuovi spazi ad essa dedicati, in armonia con gli obiettivi aziendali di un aumento del tasso operatorio contestualmente ad una riduzione del tasso di ospedalizzazione; • alla luce delle considerazioni di cui sopra, nel novembre 2002 è stata rivisitata la iniziale progettazione relativa alla Libera professione, identificando negli spazi della ex sala operatoria al primo piano la zona di libera professione ambulatoriale chirurgica e sempre per la area chirurgica spazi di degenza separati ma adiacenti alla area di degenza chirurgica ordinaria. Gli altri spazi per la libera professione di area medica e di area materno-infantile ( degenza e ambulatoriale) venivano identificati nei piani destinati alle aree ( 3° piano - 2° piano). La progettazione di massima è stata approfondita dalla Commissione Tecnica di Valutazione nel corso dei mesi di aprile-maggio c.a. decidendo di privilegiare per la progettazione definitiva i seguenti aspetti:  ottimizzazione dei percorsi per i pazienti ricoverati e per gli utenti esterni mediante la creazione funzionale di una "piastra servizi" comprendente il piano terra ( già adesso utilizzato a tale scopo) ed il primo piano . Chirurgia ambulatoriale e di DH ( anche in regime di l.p. ; tale opzione viene confermata). Per la macro-area degenze di "area chirurgica" viene individuata come sede il 4° piano. Al piano trovano, pertanto, collocazione il resto dei servizi di natura ambulatoriale-DH ( trasfusionale, oncologia, cardiologia, Riabilitazione, sala Gessi e amb. ortopedici). Anche il servizio territoriale di S.P.D.C. trova collocazione al primo piano;  Connotazione delle macro-aree " degenze di area" mediante la individuazione di una " isola infermieristica" posta centralmente alle due ali di degenza. La centralità della organizzazione del nursing infermieristico nella gestione della macro-area di degenza ordinaria (elemento peraltro imprescindibile per il superamento della logica del “repartino chiuso") viene sviluppata attraverso la creazione di una "ISOLA INFERMIERISTICA" centralizzata tra le due ali di degenza e proiettata verso l' area esterna con funzioni di front-office;  Centralizzazione degli spogliatoi del personale nella attuale terrazza piano 2° adiacente a nuovo Blocco Operatorio. Questa soluzione consente di non occupare spazi per gli spogliatoi all'interno dei reparti/servizi.


ospedale 3

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