Cassius Clay prima di un suo incontro pugilistico disse: “Volerò come una farfalla, pungerò come un’ape” ed in un’altra occasione: “Volerò come una farfalla picchierò come un elefante”. Ora paragonare il fisico quasi efebico di Marco Travaglio a quello dello statuario mandingo d’ebano sarebbe decisamente forzoso, ma per il resto il più scomodo dei giornalisti italiani in un incredibile match durato 150 minuti, sempre volando come una farfalla, ha veramente alternato velenose punture d’ape e pestoni da elefante sul governo Berlusconi, sui “diversamente consenzienti” della esangue para-opposizione del PD e sul resto della casta. La piazza centrale di Capoliveri era gremita di gente , 700/800 presenti che hanno seguito attentamente le evoluzioni di Marco Travaglio sottolineando i passaggi più gustosi con contenuti ma frequenti applausi e “ghignate” perché più che la grassa risata dei felici è il sogghigno degli incazzati, quello che gli riesce più naturale provocare. “Appezzato” Angelino Jolie Alfano ministro di facciata (“quello vero è Nosferatu Ghedini”) con le sue gigantesche bufale: “un terzo del bilancio della giustizia se ne va in intercettazioni” (un’attività che impegna invece il 2,9% delle risorse finanziarie del ministero 11 volte meno quello che spacciava Angelino), “..in Italia 3.000.000 di intercettati telefonicamente ..” (in realtà sono circa 20.000, lo 0,03% della popolazione) negli USA si fanno solo 1500 intercettazioni l’anno (bugia, sono 1700 quelle per i reati “federali” ma sono probabilmente centinaia di migliaia quelle disposte dai diversi stati e da intelligence diverse). Il motivo dichiarato della presenza di Marco Travaglio, curata dal nascente circolo elbano della “Associazione Libertà e Giustizia” e dal Comune di Capoliveri, era la presentazione del libro “Se li conosci li eviti”, ma i partecipanti alla serata si sono sentiti anticipare buona parte dei contenuti di “Bavaglio” l’ultimo lavoro di Travaglio che ancora deve uscire. Ed una variazione dello schema dell’intervento del giornalista la costituivano gli eventi degli ultimi giorni e delle ultime: ore l’assalto alla diligenza della costituzionale democrazia (le impronte ai bambini ROM, l’impunibilità di Berlusconi ed incidentalmente alle altre tre massime cariche dello Stato, l’aggravante razziale nel compimento dei reati) , ma soprattutto il racconto della manifestazione dei 50.000 di Roma , dove si sono apprese notizie negate e manipolate dalle TV e dalla parte maggiore dei giornali. Travaglio faceva riferimento all’intervento della Guzzanti ma non indulgeva più di tanto in pruriginose discettazioni, la vicenda del vissuto erotico delle ministre e dell’arzillo premier era trattata con poche, perfino caste stoccate. Per due ore e mezzo filate Travaglio snocciolava “verità sconosciute”, dati, nomi; grande parte del torrentizio comunicare la dedicava al bavaglio che si vuol mettere all’informazione agli effetti paradossali e perversi determinati dal divieto di parlare di arresti, indagini, atti per altri versi sempre pubblici ma non più pubblicabili. L’incontro con il pubblico terminava around midnight, ma c’era un prolungamento dell’impegno capoliverese di Marco Travaglio in una sorta di “cena di lavoro” alla quale partecipavano il Sindaco Paolo Ballerini e l’assessore all’ambiente Domenico Puccini Gabriella Del Chiaro ed il responsabile locale Giorgio Bertani, “Libertà e Giustizia” oltre ad alcuni operatori dell’informazione isolana. Travaglio ha continuato a lavorare ascoltando i problemi della legalità in formato elbano, rispondendo alle domande dei giornalisti e bevendo, unico astemio al tavolo, Coca-Cola, con l’eccezione di concedersi due dita di spumante “brut” in occasione di un brindisi che ha chiuso una serata che costituisce un buon viatico per l’impegno isolano di “Libertà e Giustizia”.
Travaglio dito
Travaglio pubblico
travaglio brindisi