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Per Ornella

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : mercoledì, 09 luglio 2008

Ora che Ornella se ne è andata, volando via senza rumore come una delle farfalle che amava, mi rendo conto di non ricordarmi di quando ci siamo conosciuti. Mi ricordo le sue sigarette assassine, il suo triste e radioso sorriso, ma non mi ricordo il come e il dove di quella che sarebbe diventata quasi subito un'amicizia senza perché. Ornella era per me un mistero francescano di innocenza e pudore fuori dal tempo, che ha portato fino al suo doloroso letto d'ospedale, un'anima gentile che nascondeva con gratitudine dolorosa la fortuna radiosa di un grande amore purtroppo perduto e mantenuto con una fedeltà incrollabile alla vita. Era uno scoglio tenero e forte nel mare in tempesta di una vita difficile che, come per un miracolo, non gli ha mai fatto perdere l'incanto per il mondo, lo sbalordimento per le sue trame sottili, per gli animali più piccoli che stregava con la sua pazienza da maga silvestre e che correvano o volavano a mettersi in fila, per scoprirsi e farsi scoprire dal suo sguardo paziente da esploratrice di minuzie. Ora che Ornella se ne è andata mi rendo conto di non averci mai mangiato insieme un boccone cameratesco, di non essere mai entrato nella sua casa spersa nel bosco, di non aver conosciuto i suoi gatti tirannici e i suoi ricci malandrini, né di aver visto strisciare il biacco che faceva visita al suo tetto e al suo giardino. E' rimasto tra noi, così intimamente solidali e amici, così disarmatamente fiduciosi l'una nell'altro, come un sottile paravento, come se le nostre vite avessero bisogno dell'ultimo canneto di mistero domestico da non condividere, di un'unica porta da non aprire per non svelarci completamente. Di Ornella, che amava la verità della vita, ricordo la candida indignazione per il cinismo e la menzogna politica, il dolore per l'ignoranza esibita, per l'insulto gratuito, per lo spreco di bellezza che troppi fanno nella nostra isola, il suo correre sempre in aiuto a chi, come me, ha fatto il callo agli insulti con l'ardore di chi invece, al contrario, è pronta ad accettare tutto per sé. Se c'è una cosa che non si può perdonare agli stupidi è quella di aver sminuito, anche per una sola volta, la passione, il lavoro e le scoperte di Ornella. Ora che Ornella se ne è andata, ci mancherà la sua inflessibile onestà quotidiana, il suo stupore per la vita, il suo vigile silenzio, il suo esserci sempre e discretamente, senza sgomitare, senza chiedere, stupefatta dell'interesse degli altri, felicemente stupita quando una sua bellissima e rara foto finiva su un prestigioso giornale o su un sito super specializzato di entomologia o ornitologia. Ornella, discreta e inflessibile nella sua modestia, ci ha aiutato a capire la bellezza più segreta della nostra isola che aveva adottato nel suo cuore gitano fino a farne il suo stupefacente regno di misteri e stupori che ha attraversare con passo leggero, lasciandoci la fortuna di aver conosciuto qualche frammento della vita appartata di questo splendente essere umano, cosi fragile da non far paura alle creature del mondo e così forte da non aver paura di vipere e scorpioni. Ma il regalo più grande, il battito d'ali più raro dell'ultima farfalla notturna, Il coleottero di smeraldo più introvabile che porterò nel mio cuore, è l'ultimo gioioso e soffrente sorriso che Ornella mi ha regalato ieri, sussurrando per l'ultima vota il mio nome. Grazie per averti incontrato in questo morso di mondo e di tempo


farfalla coenonympha

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