Dalla murata della storica imbarcazione ambientalista Delphin, ormeggiata da tre giorni al Molo Gallo di Portoferraio e pronta a salpare martedì alla volta del Lazio, sventola uno striscione giallo con la scritta nera: “Pianosa: no al nucleare”. Lettere forti e chiare ribadite dal messaggio che Goletta Verde ha lanciato nel corso di un incontro sull’energia nucleare cui hanno preso parte Rina Guadagnini, Portavoce di Goletta Verde, Umberto Mazzantini, Responsabile Legambiente Isole Minori, Mario Tozzi, Presidente Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, Roberto Peria, sindaco di Portoferraio. “L’ipotesi di realizzare un centrale nucleare a Pianosa è evidentemente impensabile – ha esordito Umberto Mazzantini - dal 1985, anno in cui il piano energetico nazionale nominava Pianosa come uno dei siti di interesse per un impianto di questo tipo, sono passati ben 23 anni e questa ipotesi ora deve definitivamente tramontare. Non dimentichiamo nemmeno che in una lista dei possibili siti per il conferimento delle scorie nucleari, nel 2001, apparve anche il sito delle miniere di Calamita, nel Comune di Capoliveri e nel Parco Nazionale, all’isola d’Elba. Non bisogna essere troppo intelligenti per capire che l’ipotesi non è strutturalmente valida per un’isola come quella di Pianosa e che il destino e il futuro dell’intero arcipelago verrebbero interamente annientati, sia sotto il profilo ambientale, che sociale, turistico ed economico”. “Siamo in pieno Parco Naturale dell’Arcipelago Toscano, un parco unico in Italia per la sua conformazione e la sua ricchezza. E se il nostro no al nucleare è secco e deciso – ha continuato Rina Guadagnini, portavoce di Goletta Verde - lo è ancora di più quando una scelta sbagliata di localizzazione può influire in maniera drammatica sul futuro di un territorio. Inoltre, il nucleare ci allontana dagli obiettivi che l’Unione Europea auspica di raggiungere entro il 2020: 30% di riduzione di CO2, aumento del 20% dell’efficienza energetica, 20% di energia da fonti rinnovabili. Investire per la realizzazione di nuove centrali nucleari significa rinunciare agli obiettivi di riconversione ad energia pulita: i due finanziamenti sono incompatibili, quindi bisogna scegliere subito e in maniera lungimirante, senza dimenticare il protocollo di Kyoto. Tanto meno la scelta del nucleare ha senso nelle piccole isole, dove le nuove tecnologie sulle rinnovabili come il solare fotovoltaico, il solare termico e l’eolico, il mini-idroelettrico e le biomasse, permetterebbero una completa autonomia energetica e la creazione di molti posti di lavoro.” . D’accordo anche il sindaco di Portoferraio, Roberto Peria, che contro il nucleare in generale ed il nucleare a Pianosa in particolare si era già espresso in un lunga lettera pubblicata alcuni giorni fa. Il sindaco, oltre a tutte le riserve contro l'utilizzazione di questa forma di energia – ha sottolineato il problema dello smaltimento delle scorie. “In Italia non riusciamo neppure a fare la raccolta differenziata, a gestire i rifiuti ordinari”. Poi ha auspicato che l’Elba riesca a dotarsi di un sistema integrato, fotovoltaico ed eolico, da realizzarsi insieme agli altri Comuni. Sarebbe assurdo che all’Elba nascessero 8 parchi eolici”. Il presidente del Parco, Mario Tozzi, ha specificato che il nucleare è bocciato anche dal mercato. “Non si spiegherebbe come mai – ha detto - in tutto il mondo si produce soltanto il 6,5% di energia nucleare. Il costo al Kw/h del nucleare stimato finora è falso. In realtà, il ciclo di questo tipo di energia non si conclude mai. Le scorie rimangono attive per 30mila anni, questo è un costo che ricade sulla collettività e che non si esaurisce”. Tozzi ha anche sollevato un curioso particolare. “Dal momento che le lingue cambiano nei millenni, non sappiamo neppure cosa scrivere, per far capire ai posteri che il materiale è pericoloso, sulle scatole di rame che dovranno conservare le scorie per trentamila anni”. Anche il risparmio è una delle fonti principali, e rinnovabili, da utilizzare. “Un esempio pratico – ha continuato Tozzi – sono gli stabilimenti balneari. Dal momento che sono aperti di giorno e soltanto in estate, dovrebbero necessariamente produrre acqua calda con il fotovoltaico, invece di usare i costosissimi boiler”. Umberto Mazzantini, come portavoce di Legambiente arcipelago Toscano, si è dichiarato favorevole al progetto di Rio Marina, di realizzare un campo fotovoltaico utilizzando gli spazi delle ex miniere.
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