La giuria ha emesso il suo verdetto, non a l’unanimità ma in seguito ad una bella diatriba è stato assolto l’arduo compito di nominare i finalisti. Tutti e 18 i gruppi partecipanti all’Elbajazz contest sono da considerarsi vincitori, perché ognuno di loro è degno di sincera stima. I criteri di scelta, spiega il direttore artistico nonché membro della giuria, Luigi Campoccia sono: un livello standard tecnico medio-alto, il progetto dei musicisti ed il modo di realizzarlo, la capacità di porsi di fronte alla musica, naturalmente la tenuta del palco ed infine “l’emozionabilità” del progetto artistico. La commissione che s’instaurerà sabato cinque luglio deciderà poi la classifica dei finalisti. Gli MSNYQ prendono il loro nome dal sassofonista Matteo Sabbatini che ha fondato a New York il gruppo, che sta emergendo grazie anche ad una voce nuova e originale. Il quintetto che propone con originalità e forte empatia grandi star come Charlie Parker e Joshua Redman è composto inoltre da: Kristijan Randalu (piano), Lage Lund (guitar), Tommy Crane (drums) e Antonio Miguel (bass). I ragazzi hanno conquistato pubblico e giuria con: Prism, Tears inside, The nearness of you, New York state of mind. Una formazione tutta sarda è invece quella dei NAT trio, Simone Dionigi Pala è al sassofono, Marcella Carboni all’ arpa e la bella mediterranea Elisabetta Lacorte al basso. Un’altra peculiarità del gruppo, nato nel 2003 grazie alla frequentazione comune dei seminari jazz a Nuoro, è la predominanza della quota rosa. Prime ad incontrarsi sono state le sonorità dell’arpa e del basso elettrico, successivamente si è aggiunto il sassofono. Il loro cd, che prende il nome dal gruppo, è stato registrato nel maggio 2005 presso lo Studio Giraffa di Cagliari. La traccia numero 4 Leila, scritta dal sassofonista è semplicemente una favola. I PARTIDO LATINO hanno origine marchigiana e sono: Marco Pacassoni (vibraphone& marimba), Enzo Bocciero (piano), Lorenzo de Angeli (bass), Matteo Pantaleoni: drums & percussion. I Partido Latino sono un’idea di Pacassoni e Matteo Pantaleoni che hanno voluto connettere le loro differenti “scuole” in un nuovo progetto che da pieno sfogo alla loro passione per l’armonia ed i ritmi del latin jazz. Per info e contatti: info@marcopacassoni.com Arrivano in finale anche la band più giovane del Contest, la somma dell’età dei Teen Quartet è 71 anni. Il leader del gruppo, il pianista Alessandro Lanzoni ha solo 16 anni, Luigi di Nunzio (sax) ne ha 17, mentre i due “vecchietti” Bernardo Guerra ( batteria e autista del gruppo) e Gabriele Evangelisti ( contrabbasso) ne hanno diciannove. I ragazzi hanno sfidato mercoledì i Francesco Marcocci Sextet (23 anni), potente gruppo proveniente da Boston e composto dal molleggiato contrabbassista pisano Marcocci (assomiglia tantissimo a Frank Zappa), dal pianista dalle mani di fata Carlos Homes (21 anni), dal black-rasta Scott Flynn (trombone), dal geniale batterista David Cole, dal sassofonista Godwin Lovis, e da Patriq Moody (tromba). Il loro primo cd è un live e s’intitola Love at B.P.C. ed è dedicato a Bianca Maria (Marcocci’s Mom). L’ultima traccia, Frog Fuga, potrebbe essere utilizzata per un film alla Stand by me. Dopo il loro Modern Jazz, paragonabile ad un’ottima bottiglia di stravecchio, Kinky Dolly ha tirato fuori dalla borsetta non la sigaretta ma la salvietta. Finita la serata di mercoledì, entrambi gli sfidanti si sono accomodati al ristorante la Secca e tra un pezzo di schiaccia briaca (dolce tipico riese) e un effervescente prosecco hanno avuto la possibilità di confrontarsi. Mentre gli americani tentavano di comunicare in italiano, grazie alle lezioni impartite da Giulia (Marcocci’s girl), i giovani italiani si lanciavano con l’inglese. Seppur con qualche ovvio problema di comunicazione l’incontro è stato fruttuoso. Ad un certo punto Alessandro Lanzoni ha esordito dicendo: “ Peccato che al mondo non ci sia una lingua comune a tutti”, al che Carlos Homs ha risposto :“L’unica lingua mondiale è la musica”.
Elba Jazz 2008 3