In merito a quanto scritto dal Segretario Provinciale della Fiamma Tricolore, Sig. Maurizio Poli sui c.d. “blocchi del Cantiere Esaom”, con ampia riserva di ogni ulteriore tutela dell’Amministrazione in ogni sede, precisiamo quanto segue: 1. E’ totalmente falso che l’Amministrazione Comunale abbia incaricato qualsivoglia ditta di movimentare i c.d. blocchi dell’Esaom rispetto alla loro collocazione originaria, anche perché rappresentano un bene privato all’interno di una proprietà privata e non sarebbe comunque possibile, a semplice rigor di logica. Come già precisato in Consiglio Comunale l’Amministrazione, attraverso i suoi organi tecnici, ha semplicemente ribadito ad Esaom la necessità di realizzare interventi finalizzati a mitigare da un punto di vista paesaggistico la permanenza nel sito di bonifica dei materiali di cui trattasi. Ciò, ovviamente, nell’ambito della necessaria e quanto più rapida possibile conclusione di tutto il procedimento di bonifica. La lettera dell’Arch. Parigi è ben conosciuta ai consiglieri di minoranza poiché è stata citata nel corso dell’ultimo consiglio comunale. L’Amministrazione sta verificando attraverso i suoi organi tecnici se tale -a nostro avviso- doverosa richiesta abbia generato comportamenti scorretti da parte della Società e se corrisponda a verità quanto asserito dal Sig. Poli che la supposta impropria movimentazione abbia provocato “malesseri di non lieve entità” agli abitanti della zona. Tale verifica verrà effettuata di concerto con la USL. 2. Detto ciò, è bene che il Sig. Poli sappia che quelli che definisce “famigerati blocchi” sono stati depositati –citiamo sempre lui- “a ridosso di case, uffici e supermercati” nei primi anni 2000, a seguito del completamento di parte della bonifica, con conseguente produzione di 6.000 blocchi di cemento, all’interno dei quali erano stati inertizzati i fanghi originari. Il Sig. Poli dovrebbe sapere che al tempo governava la compagine a cui si richiama politicamente e che è interamente della Giunta di allora la responsabilità della vigilanza sull’ubicazione dei blocchi e dell’impatto assai pesante (posizionamento fronte strada, all’ingresso del Paese). Ciononostante il Sig. Poli se la prende con chi ha cercato di superare gli errori del passato e non con chi li ha generati. 3. I blocchi di cui si tratta, in ogni caso, sono stati realizzati a seguito di un procedimento di bonifica dei fanghi di dragaggio del cantiere, a cui hanno partecipato Provincia di Livorno, ARPAT, USL e sono tecnicamente degli inerti, non pericolosi. La Giunta di allora, nella quale sedeva un esponente attuale della Fiamma Tricolore, ci risulta ritenne i blocchi così poco pericolosi da utilizzarli persino come barriere di protezione del frequentatissimo parcheggio pubblico allestito a quei tempi nell’area dell’ex centrale Enel, dove sono ancora. Tale operazione, di cui non si riescono a trovare in atti i presupposti autorizzativi, soprattutto in relazione al trasferimento per usi non previsti nel progetto di bonifica di materiali derivanti dalla bonifica stessa, appare di dubbia legittimità e pone considerevoli problemi (tra l’altro l’area è divenuta attualmente privata), sui quali peraltro potranno essere forniti tutti i necessari chiarimenti nel prossimo dibattito sul punto in Consiglio Comunale, da parte di chi al tempo amministrava il Comune. 4. Si ricorda infine che il processo di bonifica originario fu approvato con delibera di C.C. n° 346 del 30.12.1998. I blocchi dovevano servire per opere di banchinamento portuale. Dopo la legislatura Fratini, conclusasi nel 1999, risulta che vi furono anni di sostanziale inerzia rispetto ai problemi della bonifica ed alle varianti presentate dal cantiere, tant’è che tutta la procedura è stata ripresa soltanto nell’attuale legislatura, a partire dai primi mesi del 2005, dal Dirigente Mauro Parigi.
blocchi esaom