Torna indietro

A sciambere dei risvegli confusi

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : mercoledì, 02 luglio 2008

Anni fa quando lavoravamo in segreteria al Cerboni ci capitava spesso di andare molto presto in ufficio, ben prima della ora canonica delle 7.30, quando avremmo dovuto prendere servizio, e, pure se mamma provincia non ci dava una lira per quello straordinario, ne approfittavamo per sbrigare i lavori più complicati, che durante la mattinata sarebbero stati difficili da sbrogliare tra una telefonata e una richiesta di un alunno o un docente transitante. Avelio anticipava l'entrata di un quarto d'ora per aprire il portone ed accendere le luci arrivava sempre puntualissimo alle 7.15 poi arrivavano gli altri. Quella mattina dovevamo fa quadrare i conti del "ruolo" degli stipendi da portare in banca dopo pochi giorni, gli stipendi allora si sviluppavano usando una rumorosissima Tetractis Olivetti come calcolatrice e riempiendo a mano dei fogli grandi come quelli di un giornale. Nella quadratura c'era una differenza di 180 bastardissime lire frutto del più classico dei rovescioni (inversione di due cifre) che però non riuscivamo ad individuare per quando continuassimo a ripassare le strisce di carta con i conti. Eravamo così concentrati che non ci eravamo accorti del trascorrere del tempo poi ci cadderò gli occhi sull'orologio: le 7.22 e Avelio non era ancora arrivato, stranissimo, "beh si sarà ammalato..." telefonerà più tardi .. Ma il bello doveva ancora venire: 7.30, poi 7.35 e non era ancora entrato nessuno degli altri 4 bidelli. Controllammo l'orologio con quello posto nell'atrio: erano tutti in ritardo! "C'è stata una moria..." pensammo, ma alle 7.45 la situazione volgeva verso il preoccupante, non era arrivato nessuno, incredibile .. ci precipitammo ad aprire il portone perché di lì a poco sarebbero arrivati i primi ragazzi e gli insegnanti, poi di corsa su e giù per i diversi piani del vecchio stabile di Salita Napoleone ad accendere tutte le luci. Fine della corsa alle 7.50, e ancora non si vedeva un'anima ... telefonammo a casa del più mattiniero dei bidelli e fu proprio lui a rispondere: "Avelio come stai? che succede - dicemmo concitatamente - qui è un casino, non c'é ancora nessuno!" "Succede che è DOMENICA popo' di fava lessa.. chi voi che ci venga la domenica a scuola?" Stamattina però con era domenica per niente e quando ci ha destati per avere la sua dose di attenzioni Zippamilla (che non è la nostra badante moldava come qualche maligno avrà pensato, ma una gatta) e ci sono caduti gli occhi sul quadrante che segnava le 7.15 siamo esplosi in moccolone che la felina di cui sopra ha interpretato come una minaccia a lei diretta scappando come via come una palla di fucile. Cazzo le 7 e tutto il giornale da fare .. ci siamo trascinati ancora rincoglioniti dal letto alla consolle ma .. oh! .. stupore .. il giornale era quasi fatto .. la memoria tornava un po' alla volta: ma sì un paio d'orette prima stavamo là a pensare a cosa scrivere in "A sciambere" per chiudere il giornale e ci eravamo sdraiati sul letto per pensare meglio ... Beh trovato! Ostacolo brillantemente superato, no? Però, fosse stato vivo e presente Avelio un altro colpo di "fava lessa" ci toccava di sicuro.


Sveglia

Sveglia