Caro Direttore, solo pochi giorni fa ti chiedevi se, dopo la conferma da parte dell’entourage berlusconiano del trasferimento dei ben noti fanghi partenopei in quel di Piombino, qualche esponente del centrodestra nostrano si sarebbe preso la briga di confermare, “senza se e senza ma”, l’assoluta demenzialità dell’operazione. Purtroppo io non ho potuto aderire, per il doppio handicap di non essere non solo un esponente, ma nemmeno un simpatizzante, del suddetto centrodestra nonché per il semplice fatto che il mio parere conta assai meno di un due di picche con briscola a fiori. Ho visto che purtroppo la tua richiesta non ha avuto grande successo, se si esclude il buon Paternò che come sempre dimostra di non avere né padrini né padroni. Un’altra occasione persa… che serve solo a rafforzare le mie scelte apartitiche. Peccato, perché l’idea era buona: tanto buona che vorrei provare a rigirartela. Legambiente assegna le sue giustamente temute “bandiere nere” ai “nuovi pirati che assaltano le coste, ne depredano le risorse, inquinano i mari o compromettono irrimediabilmente il delicato ecosistema costiero”. Lodevole iniziativa, e trattandosi di un’Associazione “completamente apartitica” è lecito aspettarsi un’assoluta indipendenza di giudizio. Pertanto, se come Alfonso crea, Silvio conserva, da chi sosteneva che “non esiste una motivazione plausibile sia dal punto di vista ambientale che economico, per un trasferimento così imponente di materiali da una regione all'altra", ( definizione che a mio parere resta comunque assai blanda, trattandosi di una delle più clamorose e redditizie operazioni di “eco-mafia legale” messe in atto nel nostro paese ) ci si sarebbe aspettati un’enorme bandierone nero, viste anche le aggravanti del trasporto via mare nel Santuario dei Cetacei e della contiguità con un area protetta da un Parco Nazionale (seppur presieduto da un Presidente che al riguardo è rimasto più muto di una triglia afona..). Invece niente. I “pirati” sono associati a un’operazione che poco centra con la difesa delle coste, e che, data l’assenza di riscontri legali, parrebbe tanto regolare quanto, detto fra di noi, poco “furba”: conosco personalmente alcune giovani famiglie che avevano ed hanno tutti i diritti di usufruire di una casa “economico popolare”, almeno quanto “si sente dire” che qualche poco avveduto speculatore abbia approfittato della situazione, senza capire che la sua casa affittata su ebay va solo ad abbassare i prezzi di un mercato più che saturo, e che se un domani vorrà venderla, cara grazia se recupererà la metà dei soldi spesi. Quanto al villaggio-paese, non entro nel merito visto che non ne ho titolo: più che di ecomostro (tra l’altro solo “futuribile”.. ma dove lo trovano il gonzo?) parlerei però di pessima visione imprenditoriale, confermata dalle aste deserte: realizzare un villaggio turistico in una zona senza spiaggia è come affidare un neonato ad una balia senza puppe. Con ciò, non intendo sindacare le giustamente libere scelte altrui. Al massimo, come imprenditore, posso rammaricarmi per la tempistica, come sempre coincidente con l’inizio di una stagione oltremodo difficile. Però vorrei sapere se c’è qualche iscritto, qualche simpatizzante, o magari qualche giornalista, diciamo così, vicino a Legambiente, che ritenga opportuno censurare la mancata assegnazione della “jolly roger flag” al Comune di Piombino, anche indipendentemente dalle mie considerazioni sulle bandiere assegnate, in confidenza molto simili a una banale difesa d’ufficio.. Se non altro, per dar contro a Berlusconi. Con assoluta stima, anche verso i molti meriti di Legambiente, Yuri Tiberto Caro Yuri Fortebraccio (il compianto Mario Melloni) usava contestare al centrodestra di un tempo di “rifugiarsi all’estero”, il vizio cioè di rispondere ad argomentazioni sulle scelte di governo nazionale ma anche locale che li mettevano con le spalle al muro tirando in ballo l’Unione Sovietica e la Cina. Un po’ come il mio amico Carlo che ripeteva ogni tre per due “Ma cos’hanno fatto i comunisti in Spagna?” anche se si parlava di come era amministrato il Comune di Sassetta, e senza considerare anche cosa avessero fatto franchisti , fascisti e nazisti durante la guerra civile Spagnola. Mi pare caro Yuri che tu “minimizzando” le magagne elbane e dando risalto alle magagne piombinesi se non proprio all’estero, ti rifugi oltre il canale. Non ho nessuna intenzione di eludere le problematiche piombinesi, per me (e per Legambiente) quella operazione è sbagliata l’ho scritto quando ha ricevuto la benedizione del centrosinistra e quando ha ricevuto autorevole conferma dei berlusclones, attendendo invano che altri dimostrassero la stessa autonomia di giudizio (a proposito di faziosità) . Ma il punto per noi prima di tutto è stabilire se le bandiere nere affibbiate a Campo nell’Elba e Rio Marina erano motivate, prima di decidere se qualcun altro se la meritava o se la meritava di più. Per quanto riguarda Campo nell’Elba si deve dire per onestà che non tutti gli atti di quella amministrazione sono stati negli ultimi anni “ambientalmente censurabili”, ma che i PEEP campesi facessero abbondantemente schifo, che fossero informati ad una inaccettabile logica del consumo di territorio e che fossero il modo surrettizio per continuare una scellerata politica cementificatorio-speculativa Legambiente lo affermava già alcuni anni fa e ora “il morto è sulla bara”. Ho visto e constatato di persona non sporadici ma numerosi casi di patente non uso permanente di prodotti di una dichiarata Piccola Edilizia Economica e Popolare, insieme a qualche altro giornalista (non molti, rompere i coglioni ai potenti non è sempre confortevole) ho chiesto che Amministrazioni Comunali, Forze dell’Ordine e Magistratura facesse piena luce su chi erano i finali assegnatari di quanto già realizzato e in via di realizzazione nei PEEP di Capoliveri e Campo (ma probabilmente il discorso sarebbe da allargare) so che ci sono indagini e “fascicoli aperti”, persino procedimenti aperti da anni e anni ma temo (poiché come si dice qui, “le cose lunghe diventano serpi”) che questo conto ambientale non lo pagherà proprio nessuno. I furbi rarissimamente pagano. Tu citi persone che hanno risolto con i PEEP campesi il loro problema abitativo, ma caro Yuri, sai perché tutto ciò è particolarmente odioso? Proprio perché si compiono speculazioni usando quelli che della casa hanno bisogno veramente, usandoli come massa di manovra, ma non sta scritto da nessuna parte che il sacrosanto diritto alla casa corrisponda alla necessità di costruire ad libitum, men che mai che sia lecito approfittare della politica e degli incentivi della prima casa per la realizzazione di seconde e terze case. Un’amministrazione urbanisticamente responsabile (diversa cioè, per fare un esempio da quelle che hanno retto negli ultimi 25 anni Portoferraio) avrebbe risposto alla domanda di prima casa incentivando il riuso e la trasformazione dell’esistente, contrastando seriamente lo spopolamento del centro storico, sostenendo l’acquisizione di case già realizzate con detassazioni e fornendo per esempio garanzie al credito bancario, senza inventarsi niente, semplicemente replicando quello che si è fatto in più virtuosi comuni, non solo della Toscana Rossa o dell’Emilia ma pure di diverse altre regioni. Mi dispiace per gli amministratori campesi, con alcuni dei quali ho pure un rapporto di sincera amicizia, ma la bandiera nera per i loro PEEP ha più che ragion d’essere. Tu minimizzi pure sul “villaggio-paese” o come sarebbe meglio chiamarlo l’operazione “Rio Marina 2”, un luminoso esempio di cecità ambientale bi-partisan (Bosi e PD sul punto sono indistinguibili) che se non sarà fermata da qualcuno determinerà una mostruosa colata di cemento e la realizzazioneconcentrata su una sola collina, per farti un esempio, di una nuova volumetria di dimensioni complessive maggiori rispetto al totale consentito per l’intero comune di Portoferraio dallo strumento urbanistico vigente. Purtroppo le aste non andranno sempre deserte e se si concretizzerà quello sarà davvero il primo ecomostro elbano del terzo millennio, un altro serbatoio di volumi per la speculazione edilizia, per l’aumento di carico antropico (extra-alberghiero) nella stagione estiva a carico delle spiagge (poco importa se non ce ne sono nelle immediate vicinanze) su una viabilità che è già in sofferenza e su tutti quei servizi che ci costano un’ira di Dio anche perché sempre da commisurare ad una punta abnorme. La bandiera nera piaggese è strameritata. Tutto ciò premesso non mi sarei strappato i capelli se un foulard o una bandana nera fossero stati recapitati pure al Sindaco di Piombino alla Prestigiacomo e a Pecoraro Scanio pure se c’è da fare una leggera differenza, a parte la gigantesca antieconomicità dell’operazione di far viaggiare per oltre duecento miglia i fanghi: nel caso di Piombino si parla di rischio di inquinamento, con i PEEP campesi siamo di fronte ad un danno territoriale certo e già compiuto, con l’ecomostro di Vigneria si prefigura una certa sciagura paesaggistico-ambientale. In ultimo “quoque tu” te ne esci con il discorso stagione, quindi della inopportunità che ambientalisti e stampa si mettano a parlare di quello che non va perché questo danneggia economicamente l’Isola. Al riguardo solo due osservazioni: a) - i danni all’immagine non sono derivanti dal lavoro degli ambientalisti e della stampa, soggetti che devono dare notizia di guasti ambientali di una certa rilevanza, ma sono diretta responsabilità del mancato o cattivo lavoro di amministratori e operatori che quei guasti determinano. b) – gli strepiti e le minacce (a vuoto quasi sempre) di querele contro i pretesi infangatori diventano di solito, come direbbe Monfardini: “Cacca nel ventilatore” servono solo a far scoprire le cose negative (magari correggibili) dell'Elba ad altri potenziali turisti.
Peep Campo 1