Il senato della repubblica italiana approva la legge salvasilvio il blocco di una serie di processi tra i quali guarda caso ce n’è uno che riguarda il più amato degli italiani il lorello cuccarini della politica, e il Partito Democratico si sveglia. No, non nel senso che comincia ad agire, si sveglia nel senso che si desta, stava ronfando e nel frattempo sognava di essere in un altro posto, in un paese democratico dove chi governa rispetta l’opposizione. Si sveglia male, come uno precipitato giù dal letto, farfuglia qualcosa massaggiandosi il groppone ammaccato, dice con gravità che non c’è più il clima per collaborare per le riforme istituzionali: terribile reazione, di una cattiveria infinita, che belve! Le riforme istituzionali, cioè l’esca, (l’appollino in ferajese) il grasso lombrico che era incocciato sull’amo a cui Veltroni e soci hanno abboccato come tante perchie, come ghiozzi di buca, fidandosi di Berlusconi ancora una volta. Quell’altri di fronte ad una così trucibalda dichiarazione se la ridacchiano come per dire “E chi se ne fotte? le riforme ce le possiamo fare noi da soli e come ci pare e piace” Ma nemmeno ci perdono più di tanto tempo: sono impegnati a spacciare ad un popolo ormai capace di digerire qualsiasi cosa l’ennesima bugia, quella del caso giudiziario contro l’agnello sacrificale, la povera vittima dei giudici comunisti, tirato fuori perché ha vinto le elezioni. Non è vero, è una menzogna, sono dei bugiardi: quel processo è in corso da anni, sarebbe arrivato a questa fase indipendentemente dal risultato delle elezioni, ma c’è solo Di Pietro a dirglielo chiaro nel muso. Siamo costretti ad affidarci a Di Pietro, non ci resta che lui, cazzo se siamo messi male in questo paese!
Di Pietro