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La disavventura di un elbano in Marocco

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : domenica, 22 giugno 2008

Caro Sergio Ti scrivo da Melilla enclave spagnola in terra marocchina. Dal reame del Marocco sono stato espulso a quanto pare per traffico di droga, naturalmente non e' vero niente, anzi il problema e' proprio questo: che sono pulito e non ho voluto pagare tangenti alla polizia marocchina che in pratica copre, collabora e anche gestisce il traffico di droga verso l’Europa. Ho attraversato il Rif a piedi e ho visto e documentato tante cose, ho del materiale giornalisticamente interessante su droga, droghieri e collusi. Non che abbia la pretesa di scoprire l'acqua calda, che il traffico di droga sia la prima risorsa del marocco insieme alle entrate degli emigranti lo sanno tutti, ma che con i soldi stanziati dalla comunita' europea per disincentivare le coltivazioni della cannabis ci facciano le strade per lo smercio e gli impianti di irrigazione non si dice mai. Come e' una colossale stronzata che il kif lo coltivino nei posti isolati ed impervi perche' non ci cresce niente, nei villaggi isolati seminano e raccolgono il grano perche' devono mangiare, ogni tanto c'e' qualche piantagione ma sullo stile di quella di qualche cannaiolo marinese. Le coltivazioni grandi sono vicino alle strade e dove c'e' l'acqua anzi le dighe che stanno facendo servono proprio a questo, e il traffico e' controllato e coperto dalle forze dell'ordine, le storie dei muli che portano la droga sono leggende o comunque riguardano pesci piccoli che passano dai viottoli per non dare la mazzetta ai poliziotti. Senza saperlo, anche se in realta' li cercavo, sono finito sulla spiaggia dove stava per partire un carico di roba per la Spagna e i bravi gendarmi avevano chiuso la strada per evitare che qualche tonto in giro passasse di lì, solo che non avevano calcolato un tonto col mulo (come me) che e' arrivato dal monte passando dai viottoli, Quando hanno capito che non portavo e non cercavo droga si sono insospettiti (fra le varie accuse che mi hanno contestato anche quella di “periodista comunista”) ed e ' iniziata una assurda odissea in cui ho patito maialate, falsita' e abusi di potere che si e' conclusa con l'espulsione per traffico di droga (!) almeno a quanto mi hanno detto i responsabili della dogana Spagnola,anche se la motivazione ufficiale che hanno usato sarebbe quella della clandestinità. Ti scrivo queste righe in maniera frettolosa ma ho intenzione di riordinare il materiale che ho raccolto con un racconto cronologico della mia vicenda marocchina, in maniera chiara, per non essere frainteso e far capire che non ce l’ho con la gente comune di questo paese, che è gente perbene, ma con la polizia del regime, e per non dare corda all’odio dei razzisti che da noi vanno a pestare gli africani ed altri extra-comunitari. Un saluto alla redazione


umberto segnini  marocco

umberto segnini marocco