Ora che riparte il dialogo sul parco è bene avere chiaro di cosa si sta discutendo per ripartire con il piede giusto perché il punto non è certo quello di stabilire se deve prevalere la politica sulla scienza o viceversa. E per farlo dobbiamo tutti avere chiaro che il parco - e non solo in Italia- è il soggetto istituzionale che più di ogni altro ha bisogno di conoscenze e competenze tecnico scientifiche se vuol fare bene il suo mestiere. Insomma per fare i suoi due piani, mettere a punto il suo programma, le sue iniziative il parco ha bisogno di adeguate conoscenze, studi, monitoraggi di cui altri soggetti possono fare a meno o di cui comunque hanno meno bisogno. Ecco perché va detto e ripetuto che considerare l’apporto fondamentale delle competenze tecnico-scientifiche alla stregua di una menomazione dei ruoli istituzionali degli enti locali è una sciocchezza perché quel ruolo ne risulterà al contrario chiaramente arricchito e maggiormente qualificato come sanno benissimo i tanti comuni che in Toscana e non solo fanno parte dei parchi da anni. In soldoni potersi avvalere nella gestione pubblica di più raffinati strumenti di conoscenza altrimenti difficilmente disponibili per quanto riguarda il proprio territorio, le acque non solo marine, i boschi, i territori agricoli e molto altro mortifica o arricchisce le istituzioni locali che quel territorio debbono gestire per proteggerlo e utilizzarlo al meglio? Meglio potersi avvalere di più ricercatori e studiosi o doversela vedere con più magistrati che indagano sul malgoverno e la dissipazione del territorio di cui si è responsabili nel bene e nel male, perché il territorio non si delocalizza e lì rimane con i suoi miglioramenti ma anche le sue ferite e cicatrici?. Questa è la posta in gioco e non solo all’Elba, tanto più importante nel momento in cui anche in Toscana si torna a discutere di progetti di grandi infrastrutture (indispensabili per carità) ma non più di altre faccende che riguardano il governo del territorio nel suo complesso. Questo è il contesto che non riguarda ovviamente solo l’Arcipelago ma che lì assume un rilievo straordinario non riducibile a ‘elbanità’ che nasconde spesso robe poco nobili. E tra le cose da definire una volta per tutte senza arzigogolazioni giuridico-normative prive di senso c’è quella della perimetrazione marina. Il parco è uno e così pure il suo perimetro a terra come a mare. E le sedi dove decidere sono il parco e la comunità del parco. Il resto non è noia ma solo fregatura.
Bosco di San Martino