La serata conclusiva della 36^ edizione del Premio Letterario Isola d’ Elba-Raffaello Brignetti, sabato 14 nella bella e gremita piazza di Capoliveri, ha confermato il profilo, colto e popolare insieme, della manifestazione nata nel 1962 e considerata – su oltre duemila del genere in Italia – tra le dieci più importanti. Ad essere premiato Jean Echenoz, uno egli scrittori più considerati nell’ attuale panorama francese, autore di una decina di libri che gli hanno fruttato un paio di premi prestigiosi nel proprio Paese. Seguite con interesse e partecipazione dal pubblico sia le domande rivolte dai giurati al vincitore che le risposte dello scrittore francese, circa i rapporti tra scrittura letteraria e musica ( domanda quanto mai appropriata se l’ oggetto è un romanzo sul grande compositore e ‘scarso pianista’ Ravel), sulla giustezza o meno della regola - non scritta - sulla fedeltà assoluta alla partitura musicale da parte dell’ esecutore, sul ruolo complementare di documentazione e fantasia nella stesura dell’ opera che indaga gli ultimi dieci anni di vita dell’autore del Bolero a partire dalla fine del 1927, un periodo di grandi cambiamenti sociali e culturali che, ha rivelato Echenoz, era all’ inizio l’ oggetto centrale del libro che voleva scrivere. Ne è uscito così un ‘ Ravel parallelo ‘, dandy pigro e misogino quanto basta, un ‘ genio senza qualità’ ma pur misteriosamente umanissimo, reso tale da una scrittura essenziale e ironica che, trattandosi di una traduzione, deve molto anche alla capacità che avuto Giorgio Pinotti (editor, oltre che traduttore, di Adelphi per i cui tipi è uscito ‘Ravel’ nel 2007 ) nel trattare il materiale linguistico; doti sottolineate nelle motivazioni della giuria da parte del suo Presidente, Alberto Brandani.*. Bilancio positivo della manifestazione, inoltre, da parte del neo Presidente del Comitato promotore del Premio , Icilio Disperati, per la piena collaborazione di tutti i soggetti interessati, a partire dal Comune di Capoliveri. Leggera e divertente la conduzione della serata da parte di Stefano Masciarelli, sia nella parte del finto intimidito alle prese con la Cultura Letteraria che nella seconda parte della serata con la sua big band di ottimi musicisti, capaci di far ballare, o almeno battere le mani, a gran parte del pubblico. Una 36^ edizione swing, insomma. le motivazioni della giuria Ravel è un romanzo cui si accede per la porta stretta, dagli esigui margini, della biografia letteraria. La vita del grande musicista francese, genio senza qualità dal carattere enigmatico, viene narrata con una tecnica rigorosa, a tagli squadrati e secchi come sulla materia di una pietra dura, un diamante sfaccettato e scintillante. Ravel è un personaggio ricostruito in una dimensione parallela a quella della vita che fu, nella scansione di alcuni eventi: il viaggio in America, la composizione del Bolero, la controversia con Paul Wittgenstein, il pianista dal braccio d’oro, il successo planetario, l’indifferenza alla fama, la progressiva malattia, la psicologia deserta di affetti e sentimenti, eppure stranamente misteriosamente umanissima. Un romanzo che è una sfida alla verità imperscrutabile delle vite che sono state grandi e che pure sembrano non avere lasciato tracce, se non nella letteratura.
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