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Ex amministratori portoferraiesi condannati dalla Corte dei Conti a risarcire 118.000 € Sentenza economicamente mite ma politicamente pesante per le vicende della Cosimo La partecipata per 3 anni: una fabbrica di sprechi, debiti e posticini di lavoro

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : venerdì, 13 giugno 2008

Sergio Cavaliere, Novaro Chiari, Alberto Fratti, Giuliano Fuochi e Marcello Giardini membri della giunta portoferraiese guidata dallo scomparso Sindaco Giovanni Ageno procurarono un danno erariale all'amministrazione comunale avallando le operazioni di ripiano di Bilancio della Cosimo de Medici, una partecipata comunale (partecipata in blocco visto che il comune deteneva all'epoca il 99% della proprieta) che doveva erogare servizi, con importanti strutture da gestire e da cui avrebbe potuto ricavare ricavare utili come la Darsena Medicea, ma che dall'anno di costituzione 2001 al 2004 si rivelò una vera e propria voragine. Lo ha sentenziato la sezione fiorentina della Corte dei Conti che ha condannato i cinque ex-amministratori a rifondere ciascuno 20.000 euro mentre un sesto, Riccardo Nurra, a cui è stato riconosciuto di aver partecipato (in quanto subentrante) per un tempo minore ai lavori della giunta dovrà pagare solo 18.000 euro. Stralciata è stata invece, per motivi che saranno chiariti tra qualche ora con la disponibilità del testo integrale della sentenza, la posizione di un settimo "convenuto a giudizio" l'ex-assessore allo Sport Adalberto Bertucci. Un giudizio finale che fissa per gli ex-amministratori un esborso quantitativamente “mite” almeno rispetto alle richieste del Sostituto Procuratore Paolo Crea, che all’inizio della fase dibattimentale del procedimento, nella seduta del 7 Novembre 2007, aveva formulato una richiesta complessiva di risarcimenti per quasi un milione e mezzo di euro, ma anche una sentenza che resta molto pesante in ordine alla valutazione dell’operato della Cosimo de Medici, che era stata dipinta da Crea come una sorta di carrozzone che aveva ampliato il suo organico ben oltre le sue necessità, e nel quale si procedeva ad assunzioni scriteriate, una macchina mangia-soldi capace di accumulare un deficit di 428.000 euro in tre anni, nonostante i numerosi interventi comunali. A quasi un quinquennio da quei fatti arriva quindi dalla Corte dei Conti un pieno riconoscimento della fondatezza delle ragioni della dura opposizione esercitata all’epoca dalla minoranza di centrosinistra, che avversò, in consigli comunali roventi, gli interventi di ripiano che venivano ascritti ai debiti extra-bilancio del Comune. Tra qualche giorno si saprà se gli ex-amministratori decideranno di accettare la sanzione o se (come qualcuno ha già ufficiosamente annunciato) ci sarà tra di loro chi darà mandato ai legali di impugnare la sentenza, e interporre appello per un grado superiore di giudizio.


consiglio comunale 2 dicembre

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