Sostegno al comparto ittico messo in ginocchio dal caro gasolio sia sul fronte interno, regionale e nazionale, sia su quello estero attraverso l’interessamento della Commissione europea: questo l’impegno che Alleanza Nazionale chiede alla giunta regionale di assumersi, attraverso una mozione presentata oggi in aula e dibattuta unitamente al grappolo di interrogazioni non solo di An sulla critica situazione della pesca iscritte all’ordine del giorno. La mozione – sottoscritta dall’intero gruppo di Alleanza Nazionale a partire dal capogruppo Roberto Benedetti e dal suo vice Marco Cellai fino ai consiglieri Andrea Agresti, Marcella Amadio, Giuliana Baudone e Angela Notaro (Commissione II – Agricoltura, caccia e pesca) – si apre con una premessa articolata almeno quanto l’attualità delle marinerie e dei pescatori: «Lo sciopero dei pescatori per il caro gasolio, principale carburante per la flotta navale del nostro litorale costiero, ha portato i pescatori toscani – si legge – a una vera e propria ‘serrata’. Tale legittima protesta denuncia un quadro drammatico in cui è a rischio la loro fonte di guadagno, già inadeguata rispetto al costo della vita, evidenziando altresì come il sistema di tutela previdenziale della categoria sia assolutamente non conforme alle minime necessità». Le ripercussioni si fanno sentire: «La protesta determina la mancata distribuzione al commercio e alla ristorazione collettiva del prodotto ittico, con conseguente danno economico, tanto che molti ristoratori e dettaglianti hanno deciso di chiudere in attesa del ritorno in mare dei pescherecci». Il tutto per un comparto che occupa una flotta non da nulla: «Il settore è caratterizzato in Toscana da circa 640 battelli (il 4,5% della flotta nazionale) – scrivono i consiglieri di An – una flotta che per caratteristiche tecniche risulta pressoché artigianale, essendo il numero dei natanti con stazza superiore alle 100 tonnellate (unanimemente considerata adeguata a una dimensione industriale di impresa) appena lo 0,2% del totale delle unità regionali. La consistenza della flotta ha subito una contrazione numerica del 14,3% nel decennio 1995-2005 e del tonnellaggio complessivo (-26,4% nel triennio 1999-2002), e la produzione di pesca in mare è passata dalle 17.817 tonnellate del 2000 (per un introito totale di 75 milioni di euro) alle 11.099 tonnellate del 2006 (per un introito totale di 49,48 milioni di euro). L’impegno medio annuo di ogni battello per le varie attività di pesca in mare – ricorda ancora An – è di circa 130 giorni, inferiore alla media di 134 giorni/anno registrata a livello nazionale». Urge dunque che la Regione si occupi della questione, anche in vista del Consiglio dei ministri dell’agricoltura Ue fissato per il prossimo 23 giugno in cui saranno discussi i problemi dei pescatori. Per questo An chiede alla giunta Martini un impegno forte «ad attivarsi a sostegno del comparto della pesca marittima in base alla legge regionale 7 dicembre 2005 n. 66 (Disciplina delle attività di pesca marittima e degli interventi a sostegno della pesca marittima e dell’acquacultura) e alla deliberazione di Consiglio regionale n. 75 del 24 luglio 2007 (Approvazione programma pluriennale della pesca professionale e della acquacultura per gli anni 2007-2010), intervenendo nell’ambito delle proprie competenze direttamente a sostegno del comparto mediante gli spazi di autonomia fiscale regionale esistenti». Sul fronte italiano e internazionale, la mozione di An impegna la giunta «a collaborare con il governo nazionale al fine di trovare una linea comune per l’adozione di interventi urgenti per la riduzione dei costi del carburante per l’attività di pesca marittima e l’opportunità di rappresentare in sede europea la necessità di elaborare nuove azioni comunitarie a sostegno del comparto, particolarmente per quelle realtà come la Toscana caratterizzate da un sistema produttivo artigianale» e «ad intervenire presso la Commissione europea per l’attivazione di misure urgenti volte al superamento dell’attuale crisi dell’attività di pesca marittima».
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