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Tempismi governativi

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : mercoledì, 11 giugno 2008

Una settimana fa, la proposta del Governo Italiano di considerare reato l’ immigrazione clandestina, ha avuto come corollario l’ennesima tragedia: mentre si cercavano inutili scorciatoie che, se imboccate davvero, rischiano di far collassare carceri e magistratura, si ripescavano in mare i corpi di tredici potenziali criminali nordafricani. Non è dato sapere quali misure di sostegno allo sviluppo di quei paesi il Governo italiano abbia intenzione di intraprendere, le sole che forse, potranno fermare i viaggi della disperazione (magari garantendosi che gli aiuti non finiscano in armi invece che in pozzi, irrigazione o cura dell’AIDS). Di ierlaltro l’annuncio di Berlusconi, con una delle sue studiate sceneggiate, della decisione di sopprimere le intercettazioni telefoniche come mezzo per scoprire reati che non fossero quelli legati alla sola criminalità organizzata o poco più; sfortuna: anche in questo caso vien fuori, il giorno dopo, che è solo grazie alle intercettazioni che si è smascherata la clinica dell’allegro taglia-cuci nella Milano da bere. Anche qui, non si capisce perché non possa esistere un modo per salvaguardare a un tempo le preziose ‘indagini telefoniche’e la privacy degli indagati che, in oltre il 50% dei casi, sappiamo ne usciranno puliti ed hanno tutto il diritto a non vedersi rovinata la vita. Come si vede, gli argomenti per l’opposizione ci sono, e non sono solo questi (chi si ricorda l’inesistente cordata ‘nostrale’ per l’Alitalia, foraggiata poi con 300 milioni di Euro di ‘prestito’, cinque volte quello che il Governo ha scippato alle sole minori?). Per non parlare della proposta del nucleare che, problema delle scorie a parte - irrisolto - non tiene conto che anche l’uranio, come il petrolio, è vicino al punto di scarsa disponibilità. Il problema è che il tempismo non pare essere una qualità né del Governo né di gran parte dell’opposizione, la quale mi pare che da un lato non si sia accorta, o non ammetta ancora, che l’eventuale conquista del centro si fa da sinistra (Gramsci la chiamava egemonia) e dall’altro parla di ‘veltrusconismo’, semplificazione necessaria a giustificare un consolante ritorno alle origini. In mezzo c’è ancora molto spazio per una sinistra non ideologica che riparta dai territori, fatta di persone che superano in avanti i vecchi partitini, a prescindere che ne provengano o meno. Solve et coagula, ci diceva un po’ di anni fa Alex Langer; il momento è arrivato. Chi ci crede, naturalmente.


Immigrati

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