Parco e Comune di Campo riaprono le visite guidate a Pianosa (Paese e Spiaggia) Il Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, in accordo con il competente Comune di Campo, dopo la sospensione dal 31 maggio al 9 giugno, riaprirà il giorno 10 giugno le visite guidate a Pianosa, limitatamente alla zona paese e alla spiaggia. Il Parco e il Comune contano di riaprire completamente le visite nella settimana successiva, dopo aver provveduto ad uno sfalcio, che prima sarebbe stato inutile date le condizioni climatiche avverse. La chiusura temporanea è servita per acquisire informazioni più precise sulle specie di zecche presenti sull’isola, sulle patologie eventualmente da esse portate e per poter verificare le condizioni di sicurezza. E’ indispensabile una comunicazione per il pubblico interessato alla fruizione dell’isola al fine di stabilire comportamenti di attenzione come quelli che naturalmente adottiamo con altri insetti più familiari come la vespa. Ad oggi l’ASL di Livorno, che aveva sollevato il problema, non ci ha fornito documentazione sulle specie di zecche presenti e sulla loro eventuale condizione di vettori di infezione. Per tale motivo il Parco ha provveduto ad analizzare i campioni raccolti per accertamenti che comunque hanno bisogno di altro tempo per essere definitivi e che per ora in via ufficiosa confermano alcune preoccupazioni. Ora, conoscendo meglio il problema, possiamo riaprire, anche per non aggravare il disagio manifestato dagli operatori economici interessati all’Isola, ma nella consapevolezza che la situazione non è diversa da una settimana fa e che chi va sull’isola potrà trovare le zecche. Il visitatore sarà in grado, grazie ad una corretta informazione, di riconoscere questi animali per essere pronto ad evitare gli effetti dannosi sulla salute con gli accorgimenti appropriati. La documentazione informativa preparata dal Parco sarà data ai giornali, messa sul sito dell’Ente Parco www.islepark.it e distribuita a tutti gli operatori che gestiscono le visite guidate. Aurora Ciardelli PNAT Lettera aperta alle Guide su Pianosa dal Direttore del PNAT Franca Zanichelli Parto da una frase della lettera aperta per Pianosa sottoscritta da alcune guide: che senso possono avere mille incontri se non si è capaci di giungere ad una scelta che sintetizzi la positività di tutti gli attori in campo?! E’ vero, ed è frustrante per tutti quelli che hanno lavorato giorni e giorni a mettere insieme i diversi attori che si dichiaravano alternativamente insoddisfatti per ogni passo che si tentava di compiere. Il punto di vista emergente anche dai singoli gruppi non era per niente condiviso, neanche da tutti i partecipanti di ciascun gruppo ascoltato ed è stato faticoso cercare di comporre i piccoli litigi con l’obiettivo di risolvere. Quindi lo sbotto delle guide è: ancora una volta la causa è la negligenza del Parco. Evviva! Funziona sempre bene attribuire le responsabilità ed aspettarsi che la soluzione arrivi per magia come se non si conoscesse la condizione di realtà. Senza cercare scuse, ma solo per chiarezza, sulla questione Pianosa riassumo le tappe dall’incontro pubblico del 15 gennaio 2008: prima fase di ascolto generale di tutti gli attori. Da quello stesso giorno sono stati effettuati incontri con rappresentanti e interpreti autorevoli delle posizioni dei diversi portatori di interesse. Dall’agenda dell’ufficio non sono meno di 30 incontri. In parallelo vi è stato lo sviluppo delle trattative. PUNTI FERMI: 250 persone in visita ogni giorno, una guida ogni 25 persone, fruizione di Pianosa con obiettivi educativi, maggiore trasparenza nelle modalità di affluenza collaterale, possibile riduzione della stessa vista la numerosità di soggetti che reclamano le priorità di accesso. In accordo con il Comune di Campo si scelgono i criteri di significatività come: il personale di controllo, il ruolo di soccorso, la promozione culturale e la ricerca scientifica, decidendo che le ferie a Pianosa non sono un’opportunità da riservare in forma clandestina per quelli che hanno gli agganci giusti, ma una possibile condizione da esercitare con chiarezza da chi è titolato a farlo. NODI CRITICI: Come si va a Pianosa? Con la Toremar il martedì per poche ore e con le barche private. Nel 2007 il Parco cercò un accordo pubblico con i soggetti vettori per fare accedere all’isola le 250 persone con 1 guida per 25 persone e il pagamento del biglietto di entrata di 6 € (3 al Parco e 3 al Comune di Campo, da liquidare ai due Enti per le rispettive parti). Le barche segnalavano quotidianamente il numero di passeggeri prenotati al Parco e alle guide che si organizzavano per il calendario delle presenze e per offrire ai visitatori modalità di accompagnamento e di fruizione diversificati, appoggiandosi ad ulteriori punti accoglienza presenti sull’isola, come la carrozza, le mountain bike. Nell’incontro del 15 gennaio erano emerse molte insoddisfazioni per come erano andate le cose nel 2007, soprattutto le agenzie rivendicavano un maggiore coinvolgimento perché ritenevano fossero state violate le norme regionali in termini di gestione dei pacchetti turistici. In pratica, affermavano che non si possono spezzare gli elementi dell’offerta turistica: il cliente paga la barca compreso il ticket Parco-Comune, la guida fa pagare l’accompagnamento base o l’opzione prescelta per la visita all’isola. Si tratta di un servizio turistico e quindi la vendita è esclusivamente in agenzia. Nel 2008 bisognava scegliere una strada diversa, anche perché i funzionari della Regione Toscana interpellati al riguardo non avevano escluso l’interpretazione del pacchetto turistico, condizione che avrebbe potuto coinvolgere l’Ente in situazioni di ricorsi, esponendo il complicato quadro operativo ad una ulteriore vulnerabilità e incertezza. Sono state cercate così nuove opzioni per trovare l’accordo agognato. Parco e Comune si confrontano ed esce una ipotesi concreta deliberata a marzo dal Consiglio che coinvolge la provincia di Livorno. Quanti incontri? Almeno 5 o 6. Si affida all’APT il compito di sviluppare una formula per garantire il collegamento quotidiano a Pianosa, in quanto le barche private sono le sole che possono sostenere tale servizio, con l’intento di rafforzare la necessità di attivare una reale linea di collegamento che unisca l’isola. Questo passaggio è in previsione dell’effettuazione di analoghe iniziative con le altre isole dell’arcipelago, soprattutto per costruire quella rete, che tutti auspicano, a partire dai primi tratti che potranno essere collegati. Non finisce bene questa storia perché insorgono le agenzie che rammentano che comunque i pacchetti turistici sono questioni di loro competenza e che di linea non si tratta perché nei fatti non c’è ancora, quindi tanto vale fare come nel 2007; poi il Parco farà subito il bando per affidare alle agenzie il movimento per i prossimi 5 anni. Siamo a metà/fine maggio e non tutte le agenzie presenti alla riunione sono d’accordo. E le barche? E le guide? Per ogni debole consenso raggiunto, si toccano le aspettative di altri, si risolleva il polverone e si rimescolano le carte. Che si fa della delibera del Consiglio visto che ancora non si può procedere con la convenzione? A quel punto entrano in scena le zecche. L’ASL di Livorno, nel marzo scorso, invia al Parco una nota stringata: lo sapete che ci sono le zecche e che l’acqua non è potabile? Cosa intendete fare? Per inciso, è bene precisare che il Parco, come tutti gli Enti, è competente per alcuni aspetti ma non è il soggetto che si occupa di sanità o della gestione idrica. Il Parco sa bene che le zecche ci sono, anche le guide l’avevano segnalato e di concerto con il Comune, vista la lettera dell’ASL, valuta che sia da porre un momento di attenzione. La primavera è stata insolitamente piovosa con poche giornate molto calde. Lo sfalcio, lo si sa, è un minimo deterrente, soprattutto con questo clima. Le disinfestazioni sono efficaci localmente, ma le aree trattate devono comunque, in tal caso, essere chiuse al pubblico per precauzione e, in ogni caso l’acqua piovana lava tutto subito e l’effetto chimico si riduce presto. Non ci sono dati sulle specie di zecche presenti, non si trovano informazioni su analisi effettuate negli scorsi anni, o perlomeno, nessuno le ha rese disponibili per la valutazione dei rischi infettivi eventualmente presenti. Per cautela, il 30 maggio si decide di sospendere 10 giorni l’accesso visto che continua a piovere. Il 1 giugno un quotidiano locale titola: Pianosa è crisi per il turismo!!! Lettere, proteste, colpe sventagliate, sbagli, diventa la saga della zecca che alimenta la stampa. I detenuti rientrano a Porto Azzurro, la Cooperativa S. Giacomo minaccia il fallimento, le guide l’avevano detto a febbraio, l’ASL a marzo, della criticità dell’acqua dell’isola non si parla più e il Parco è il solito pasticcione. Quante visite prenotate sono saltate dal 30 maggio al 9 giugno? 3 o forse 4, anche a causa delle cattive condizioni meteo marine, ma questo non conta. Allora parliamo delle zecche per un attimo, prendendo spunto dalla lettera delle guide. E’ vero che in Friuli e in Alto Adige le zecche sono presenti in modo massiccio e alcune patologie sono probabilmente endemiche. Cosa fanno da quelle parti? Cosa fanno altre aree protette che si devono confrontare con questa presenza? Abbiamo raccolto le loro esperienze. Informano le persone, dicono di fare attenzione e di adottare comportamenti preventivi. Effettuano piccoli sfalci in momenti opportuni e si tengono monitorate le situazioni con la collaborazione dei presidi sanitari. Niente allarmismo, ma corretta informazione. Il Parco e il Comune hanno concordato così di riaprire martedì la zona abitata, poi si passerà alle aree esterne. Interventi di taglio della vegetazione saranno effettuati nei punti di maggior transito, nella consapevolezza che tali provvedimenti rivestono una efficacia molto limitata. Verranno forniti depliant per distinguere questi acari da altri comuni insetti che potranno essere utili anche altrove, visto che quest’anno l’infestazione, probabilmente per cause climatiche, è stata significativa un po’ dappertutto, non solo nelle isole toscane ma in Italia. Per concludere il ragionamento con le guide: con chi si dovranno confrontare per fare la stagione 2008? Il Parco non è riuscito a mettere insieme i 3 portatori di interessi principali: agenzie, barche e guide. Queste ultime si definiscono l’anello più debole. Ritorniamo allora ai paletti fissati dal Parco per la fruizione: 250 persone max al giorno, con 1 guida obbligatoria ogni 25 persone, quindi 10 guide al giorno. Non è una garanzia di lavoro questo vincolo? 9 giugno 2008 Il direttore del Parco – Franca Zanichelli (NDR Per completezza dell'informazione riportiamo anche il testo della lettera delle guide che è stata pubblicata da Elbareport ma che, a causa dell'avaria verificatasi venerdì non risulta più compreso nell'archivio del giornale) LETTERA APERTA PER PIANOSA (inviata dal gruppo delle Guide) E’ passato un anno e siamo di nuovo punto e a capo! Abbiamo avuto fiducia nella nuova direzione del Parco, dando credito alle promesse per la stagione 2008 secondo cui sarebbe bastata solo un po’ di pazienza e il Parco avrebbe finalmente deliberato sulle visite all’isola di Pianosa. Era stato detto in settembre, poi in gennaio, poi in marzo, in aprile… ed eccoci qui (a giugno!) ancora ad assistere all’estenuante balletto delle ipotesi e delle smentite, dello stillicidio delle riunioni in cui non si decide nulla… consumate sulla pelle della parte più debole: le guide! Chi pensa alle guide? A quelle che hanno frequentato un corso di 2 giorni per essere preparate al meglio a parlare “di parco e per il parco” e lavorare sulle sue isole gioiello… quelle che dovrebbero essere testimonial del Parco davanti alla moltitudine di turisti che più o meno consapevoli raggiungono le nostre isole… quelle la cui sopravvivenza dipende da come vanno questi quattro mesi estivi e che, arrivato il mese di maggio, cominciano a domandarsi se magari il loro ruolo di testimonial della protezione ambientale non sia più saggio esercitarlo servendo ai tavoli di un bar, con tanti saluti alle belle promesse e all’ondata di ottimismo da cui cominciavamo a farci prendere nei primi mesi dell’anno, nei confronti del Parco e di un positivo clima di dialogo che sembrava essersi creato tra tutti i soggetti coinvolti… Sì, perché all’inizio della primavera, dopo le infinite discussioni degli anni precedenti, sembrava essere cambiato qualcosa: accordo sul numero di visitatori (e totale fiducia per le scelte del Parco in tal senso), accordo tra le barche, accordo tra i principali gruppi di guide (nel riproporre il modello dell’anno scorso)…. Cosa non ha funzionato? E’ vero: a differenza dell’anno scorso, riconosciamo al Parco il merito di aver coinvolto di più le parti in causa, dialogando e incontrando tutti… e poi? Che senso possono avere mille incontri se non si è capaci di giungere ad una scelta che sintetizzi le positività di tutti gli attori in campo? Sì, perché nonostante gli scontri e le discussioni, nonostante le condizioni di grave degrado in cui versa l’isola, i turisti che in questi anni hanno visitato Pianosa ne conservano un ottimo ricordo, grazie alla professionalità delle guide che ci hanno lavorato (consapevoli del loro ruolo di testimonial anche prima del corso organizzato dal Parco) e grazie alla varietà dell’offerta, che consentiva a ciascuno di scegliere la modalità di viaggio più consona alle proprie esigenze: chi voleva risparmiare come chi era disposto a spendere di più, chi voleva mangiare al ristorante come chi voleva saltare il pranzo, chi voleva andare solo in spiaggia come chi voleva usufruire di più servizi… Il nostro sentimento è oggi di delusione e preoccupazione: ormai a stagione avviata si fanno ancora mille ipotesi su come organizzarsi nel caso in cui le visite si svolgano secondo questa o quella modalità o nel caso in cui non si svolgano affatto, per esempio per l’emergenza zecche. Emergenza che non arriva all’improvviso, essendo stata denunciata già diversi mesi fa in una lettera che le guide inviarono al Presidente Tozzi (su sua richiesta) con diversi suggerimenti sulla gestione dell’isola, dalle zecche alla gestione dei rifiuti… Emergenza che, a parer nostro, non è né più né meno grave degli anni precedenti e che non differisce, in termini di rischio sanitario, da quella di molte aree turistiche montane (l’Austria, per esempio), nelle quali non si vieta l’ingresso ma semplicemente si informano i visitatori e si falcia l’erba sui sentieri … Siamo convinti che continuare a ragionare e discutere per cercare soluzioni sempre migliori sia una cosa positiva e, rispetto a questo, continuiamo ad essere aperti al confronto. Ma arrivati al mese di giugno non si può più pensare di farlo per la stagione in corso, per la quale la decisione deve essere immediata, per non ritrovarci, come l’anno scorso, a luglio, con un “nulla di fatto, tutto come prima”… salvo le 5 preziose settimane di lavoro perse! (seguono le firme delle Guide)
Pianosa Isolotto
pianosa cala giovanna
pianosa resti romani