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Studenti liceali di Portoferraio: una mattinata con la fondazione Exodus.

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : martedì, 03 giugno 2008

Studenti del quarto anno del liceo classico e scientifico di Portoferraio si sono recati a Lacona (Capoliveri) per incontrare i membri della fondazione Exodus. Un appuntamento annuale che rientra nel percorso didattico-educativo sul tema “il progetto di vita”. La presenza di Exodus sul territorio elbano è significativa ed è molto apprezzata dagli studenti. Questi ultimi hanno così l’occasione di confrontarsi su “importanti aspetti del vissuto giovanile, del rapporto con gli adulti, del tema delle dipendenze e della necessità di orientarsi verso realtà positive capaci di rafforzare la propria umanità, nella direzione di maggiore consapevolezza, libertà e responsabilità”. Una parte del tempo è stata dedicata alla riflessione sulla vita dei giovani nel territorio elbano. Gli ospiti della comunità di Exodus, da parte loro, hanno parlato delle proprie attività di volontariato, lavoro, comunicazione, teatro, musica e sport. Un'esperienza di vita comunitaria che aiuta a vincere l'individualismo e a superare gli atteggiamenti di delega e di menefreghismo. Si è parlato dell'importanza del viaggio, come dimensione della vita, e del senso di precarietà che contribuisce a centrare l'attenzione sull'essenziale. La necessità di darsi e di vivere le regole è stato elemento di confronto. Così come lo è stato il bisogno di coinvolgimento e di impegno, indici di un protagonismo positivo che libera dalla tentazione della passività e dalla rassegnazione talvolta fatalistica nei confronti del futuro. E' stata riscontrata la difficoltà di comunicare nei luoghi di vita (famiglia, scuola, paese). A proposito della scuola, è stato sottolineato come essa spesso è chiusa in se stessa e quasi separata dalla vita che sta oltre le ore di lezioni. Allora, esperienze come queste possono servire ad aprirsi, sempre tenendo di mira la finalità che è la formazione della persona. Per l'opportunità avuta e per l'accoglienza, è doveroso un ringraziamento a Stanislao e Marta Pecchioli e a tutti i ragazzi della comunità. Contemporaneamente, per contribuire ad una maggiore conoscenza di questa realtà, può essere utile riproporre di Nunzio Marotti (l'insegnante che organizza questi incontri) un intervento apparso due anni fa sul settimanale Lisola. Uno dei partecipanti (I.S.I.S. “Foresi”) Da circa quindici anni sperimento un continuo arricchimento dalla presenza e l’opera della comunità Exodus di Lacona. Lo dico con soddisfazione sia a livello personale che della mia famiglia, come educatore ed insegnante, ma anche come appartenente alla comunità cristiana. Sono convinto che Exodus riguardi tutta l’Elba, a cui ha donato momenti importanti sul piano sociale, sportivo e culturale: un contributo che travalica i confini laconesi e capoliveresi. Exodus si è caratterizzato per la sua ospitalità, favorendo l’incontro degli ospiti con il territorio. Penso all’importante ruolo di testimone svolto da chi, emergendo dal negativo, riscopre motivi forti per vivere in modo autentico e avverte l’esigenza di comunicarlo con semplicità ed umiltà. E degli stimoli (ed aiuti) ricevuti potrebbero raccontare tante persone (giovani, genitori, educatori, appassionati di sport…). Mi piace ricordare, in particolare, gli ininterrotti incontri con i miei studenti, sia a scuola che alla “Vecchia Trebbia” che a teatro. In tanti è sempre viva l’esperienza delle crociere didattiche sul “Bamboo”, l’imbarcazione che Exodus mette a disposizione degli elbani. Accanto a quella educativa, si può parlare di una più ampia funzione sociale svolta da Exodus in questi anni. Della partecipazione alle svariate iniziative sociali, anche attraverso il volontariato assistenziale e culturale. Del contributo ad una riflessione sul senso della vita, sul disagio e sulle opportunità positive, in quest’isola che non si può definire “felice” (troppi silenzi si stendono sulle percentuali di mancati o riusciti suicidi, sulla diffusione delle sostanze stupefacenti e degli alcolici, sulle scelte “sballate” di giovani e adulti, ecc). In questo campo, le persone che hanno condiviso l’esperienza comunitaria di Exodus sono state capaci di testimoniare, insieme a sofferenze, fatiche e gioie dei percorsi esistenziali, anche spiragli di “novità di vita” capaci di attrarre e coinvolgere. Certamente l’ambiente elbano, i contatti e le amicizie hanno aiutato questi ragazzi nella loro crescita. In questa reciprocità sta il vero “scambio”, la relazione autentica in cui è davvero possibile (e doveroso) credere. In fondo, è la scommessa su cui ha puntato la propria vita l’inventore di Exodus, don Antonio Mazzi. Uno “scommettitore” che ha potuto continuare a puntare anche all’Elba perché prima di tutto ha incontrato la disponibilità di una famiglia, quella di Stani e Marta. A cui, gradualmente, si è aggiunta una schiera di amici e sostenitori, via via sempre più numerosa. Una scommessa che continua e che riguarda tutta l’Elba.


exodus lacona comunità

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