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PD attacca Tozzi - Legambiente risponde con maggiore durezza

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : martedì, 03 giugno 2008

Dopo l'incontro tra una delegazione del PD elbano costituita dal neo segretario Arch. Federico Mazzei e Camilla Bonelli con Mario Tozzi (dagli evidentemente scarsi risultati) il PD muove un deciso attacco al Presidente del Parco, lo fa con un comunicato emesso in mattinata che riportiamo testualmente qui di seguito: Il presidente del parco nazionale dell’arcipelago chiude le porte al dialogo e alla concertazione. Una delegazione del Partito Democratico dell’Isola d’Elba si è incontrata con il presidente del parco nazionale Mario Tozzi. «E’ stato un colloquio deludente e, per certi aspetti, sconcertante anche in considerazione che l’appuntamento era stato richiesto dallo stesso Tozzi». Questo il giudizio del segretario Federico Mazzei che così prosegue: «Abbiamo accettato il confronto poiché eravamo convinti di poter aprire un dialogo costruttivo, necessario e quanto mai opportuno dopo le recenti prese di posizione di Tozzi sulla stampa locale e nazionale, ma siamo rimasti letteralmente sorpresi, oltre ché sentitamente delusi, da un atteggiamento chiuso ad ogni dialogo e fermo sulle proprie “teorie scientifiche”. Un comportamento, quello del professore, che giuchiamo completamente sbagliato». Il Pd ribadisce come un parco di soli vincoli non è il parco dei democratici. Ma così non lo è nemmeno per la stragrande maggioranza degli elbani, per questo che il partito, nelle sue articolazioni non solo locali, continuerà a battersi affinché siano coniugati i bisogni economici e sociali degli abitanti delle isole di Toscana con le risorse ambientali di questi importanti, quanto unici, territori. Da qui la prosecuzione del dialogo, di un confronto serio, immediato e costruttivo, con le articolazioni dell’ente parco e, in particolare, con i componenti del suo organismo direttivo. Il PNAT, a dodici anni dalla nascita, non ha ancora né una propria programmazione strategica né economico-sociale, né una sede, né una pianta organica stabile. Le attese dei cittadini, dopo il lungo e imposto commissariamento Barbetti, erano ben altre: si aspettavano risultati efficaci e soprattutto energiche forme di dialogo e di concertazione con le popolazioni isolane e le istituzioni, in primis coi comuni. «Oggi – conclude il segretario Mazzei – siamo costretti a prendere atto di una costante latitanza e di atteggiamenti chiusi da parte del presidente. Il Partito Democratico ribadisce le proprie richieste: il PNAT sia rilanciato, anzi sviluppato, mettendo finalmente a frutto le grandi risorse naturali, culturali, storiche e umane che qui ci sono di cui tutto l’Arcipelago Toscano deve andare fiero». Coordinamento elbano del Partito Democratico Ma prima ancora che sia il Presidente a reagire ad entrare nella lite è Legambiente che spara ad alzo zero sulla loocale dirigenza del PD, accusando i democratici di scaricare sul prossimo la loro incapacità di amministrare, perfino il dirittivo del parco e la Comunità del Parco dove sono in maggioranza, e dichiarando senza mezzi termini che chi parla di ambiente in nome e per conto del PD ignora anche le leggi: Sono veramente sconfortanti i toni e gli argomenti usati del Partito Democratico dell'Elba per attaccare il Presidente del Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano, Mario Tozzi. Il Pd non riesce a far altro che girare intorno a luoghi comuni e frasi fatte, ma dimostra una incredibile ignoranza del funzionamento del Parco Nazionale e dei suoi organismi. Eppure proprio da quella parte politica, dopo la fine del lungo Commissariamento voluto dall'ex Ministro dell'Ambiente Altero Matteoli, venne la promessa e l'impegno (sostanziato anche con una corsa senza esclusione di colpi alle poltrone del parco) che si sarebbero fatti funzionare come orologi gli organismi del Parco finalmente restituiti al funzionamento democratico. L'impressione netta è quella di una sorta di ricorrente e periodico impazzimento pre-elettorale (nel 2009 all'Elba si vota in 5 Comuni tutti amministrati dal "centrosinistra" e tutti conquistabili dal centrodestra) che diventa comodità: si scaricano sul Parco "colpe" e compiti che sono dei Comuni (e della Comunità del Parco dove i Comuni sono 11 su 15 Enti rappresentati). L'esatto contrario di quel che si diceva 12 anni fa, quando si accusava il Parco di volersi appropriare di prerogative di altri, oggi gli si chiede di fare subito quello che non gli compete e che gli altri non sono riusciti a fare in 50 anni: raccolta differenziata, promozione turistica, depurazione delle acque, eliminazione dei cinghiali dall'isola, ecc. Tutto questo, dopo 12 anni di vita del Parco, viene accollato ad un Presidente che è un carica da un anno… E' strano che l'attacco venga dal Pd, un partito che ha una schiacciante maggioranza all'interno della Comunità del Parco (fanno riferimento ad amministrazioni di centrosinistra a netta prevalenza Pd 11 rappresentanti su 15: Campo nell'Elba, Capoliveri, Isola del Giglio, Livorno, Marciana, Portoferraio, Rio nell'Elba, Comunità Montana dell'Arcipelago Toscano, Provincia di Grosseto, Provincia di Livorno, Regione Toscana) ed è proprio la Comunità del Parco che ha nel cassetto da anni quel Piano Pluriennale di Sviluppo Economico e Sociale del quale il Pd elbano lamenta la mancata approvazione. Per quanto riguarda il Consiglio Direttivo del Parco possono essere tranquillamente attribuiti all'area Pd almeno 6 o 7 dei 12 componenti e 3 o 4 alla Sinistra Arcobaleno. Una maggioranza schiacciante ma di una debolezza politica evidente. Infatti, non si capisce perché, con questa schiacciante maggioranza il Pd non fissi, come consentirebbero legge e regolamenti, l'agenda delle attività del Parco, evidentemente o non ne è in grado o non ha mai pensato davvero a questa agenda. Il problema è che questa debolezza e queste responsabilità vengono mascherate attaccando a testa bassa, attaccandosi a titoli di giornali ed al sentito dire, una vecchia tattica che però dimostra la mancanza totale di strategia e di proposta. L'impressione è che dietro tutto questo ci sia l'eterno cemento, lo sviluppismo anacronistico, ormai chiaramente insostenibile ed in crisi, fatto passare per "ambientalismo del fare". Un atteggiamento che ignora completamente un Piano del Parco approvato dal Direttivo (quindi anche dalla componente Pd) che è il più "liberale" di quelli fino ad ora approvati in Italia e forse in Europa. Un piano con il quale gli eco-alberghi avranno più possibilità di ampliare e riqualificarsi di quanto succeda fuori Parco, con il quale si potrebbe rivitalizzare l'agricoltura delle isole e sviluppare un agriturismo insulare che è bloccato da una legge regionale che non tiene conto della peculiarità elbana e del frazionamento della proprietà nella nostra isola che non permette di applicare parametri territoriali validi per il Continente. Forse il Pd avrebbe fatto meglio a leggerlo e a chiedere alla Regione di adottarlo al più presto per sbloccare i vincoli provvisori del Decreto del Presidente della Repubblica, di cui ancora oggi si lamenta, ed ai quali Tozzi e il Direttivo del Parco devono attenersi finche non ci sarà il Piano del Parco, l'unico strumento di programmazione territoriale dell'Area Protetta. Ma leggere le centinaia di pagine del Piano ed informarsi sembra costi troppa fatica, meglio guardare le figure e le cartine e rimasticare le vecchie accuse e le frasi fatte che sentivamo già nella bocca e nella penna delle stesse persone fin dai tempi delle stesse identiche accuse rivolte al Presidente Giuseppe Tanelli. Legambiente Circolo dell'Arcipelago Toscano Siamo quindi all'assalto al Presidente Tozzi come se fosse Forte Apache, ma mentre si può capire l'interesse della destra a vagheggiare una (peraltro assolutamente irrituale se non illegittima) sostituzione del Presidente a seguito di intervento del nuovo Ministro dell'Ambiente con elemento più gradito (e magari meno incline al rispetto dei vincoli venatori edificatori etc.), non si capisce dove vogliono andare a parare i PD (e pure la Sinistra Democratica) con questo tentativo (più o meno conclamato) di scaricare Tozzi che si tradurrebbe (per legge) in un rinnovo degli organi direttivi del parco con le nomine di 8/13 del direttivo operate da un ministro di destra. Siamo curiosi di apprendere se una linea del genere, che ci pare di poter collocare obiettivamente tra il masochistico ed il suicida politico, sia condivisa anche dalla dirigenza regionale e nazionale del PD, ma abbiamo ultimamente capito che, trattando di PD, quasi tutto è possibile.


vento libeccio mare scirocco

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ornella casnati legambiente

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parco logo

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tozzi quadro

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PD logo più grande

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