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A Sciambere: Il monumento al Bargiaschi

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : giovedì, 10 luglio 2003

Orbene, l’idea di guarnire di opere monumentali la Città di Cosimo non è da considerarsi in sé malvagia, il problema è che chiunque si appresti ad un’operazione simile, deve fare i conti con lo spirito ipercritico dei portoferraiesi che (talvolta non avendo tutti i torti) accolgono con scetticismo le novità sull’arredo urbano artistico o meno. Potrebbe ampiamente relazionare in ordine a ciò la passata amministrazione portoferraiese (oddio pure questa ci pare che a trapassare non dovrebbe impiegarci molto), ricordando quando distribuì per il Centro Storico quelle basse fioriere lapidee a forma di dado esagonale che definimmo “Pubblici Inciampatoi”, che prima di essere ritirate fecero un’ecatombe di stinchi. Gli inciampatoi precedettero le altre fioriere, gradite ed implementate a dismisura anche da quei maestri del buon gusto e dell’armonia architettonica dell’attuale Giunta (forse per l’elegante linea in stile egizio-brianzolo), che l’indimenticabile nostro Uberto bollò come: “Quei sarcofagi davanti al Dellea”. Si aggiunga poi che se uno gode di una pessima certastampa, e soprattutto ha fatto incazzare miriadi di certicittadini per i più disparati motivi, li converebbe, aspettando che passi la ventolata, anda’ muro-muro come le bavose (sarebbe d’uopo, attendendo tempi migliori, si movesse con circospezione), evitando il più possibile il vistoso, poiché i conti che ha lasciato da pagare (è un’espressione figurata fino ad un certo punto) per combinare cazzate rischiano di essergli presentati pure quelle rare volte che anche per sbaglio finisce per fare una una cosa azzeccata. Per nostro conto, non essendo critici d’arte non ci sbilanciamo su un giudizio estetico sulle opere posizionate dallo scultore Theimer nella Città Medicea, che comunque, ci pare molto non abbiano entusiasmato i nostri concittadini. Taluni ad esempio hanno definito “Il Bidé” un'altra opera che è stata posta all'inizio della scalinata Cosimo de Medici (toh!) e si affaccia su Piazza della Repubblica, ma un vero fuoco di discussioni si è acceso intorno al possibile titolo popolare da appioppare all’Ercole che regge il puntuto obelisco piazzato sul Molo Elba. Non molto successo hanno avuto “l’infiocinaparà” ed “Equlibrismo ageniale” (scartato per non offendere, visto che l’Ercole l’equilibrio, pare averlo proprio perso); la contesa vera, che per ora non ha avuto una schiera vincente, è stata quasi generazionale: i più giovani propendono per titolare “Il chiodo delle Polipo de Medici”, i più stagionati opterebbero invece più carnalmente per “Monumento al Bargiaschi”, omaggio ad un defunto concittadino, noto per una particolare e normalmente ascosa virtù (“di tutte le virtù la più indecente” cantò Fabrizio de Andrè) dotato cioè di una tanto notevole appendice che si coniò in Portoferraio il pittoresco modo di dire: “Non ti contenterebbe nemmeno la fava del Bargiaschi! Ci asteniamo dal partecipare alla discussione in atto notando però che se i più anziani trionfassero dedicando il monumento al bargiascheo epididimo, ci sarebbe poco da eccepire visto almeno un precedente. Ricordando che gli studenti che vanno al Cerboni passano da piazza Paul Harris (avvocato americano che s’inventò nientepopodimenoché il Rotary), ci verrebbe infatti da commentare: “Meglio un monumento dedicato ad una fava nostrale che una piazza dedicata ad un fava d’oltreoceano!”.


statua molo elba

statua molo elba

statua ape elbana

statua ape elbana