Egregio Direttore di Elbareport, In replica del Suo ultimo "a sciambere ciceroniano", poiche' ho consapevolmente "porto il fianco" alla Sua satira, non posso ora lamentarmi se Lei se n'e' approfittato; pur accostandomi a Cicerone. Le faccio pero' notare che Lucio Sergio Catilina, non era l'eroe romantico da Lei descritto e che l''immedesimarsi in lui denota un insospettato masochismo da parte sua. Lo storico francese Carcopino lo descriveva cinico disertore del partito di Silla, radiato per indegnita' dalle liste dei candidati per estorsione e concussione; per Montanelli era anche un bieco assassino, dissoluto fino all'incesto filiale, debitore del ricco Crasso e per questo al suo servizio per conquistare il potere. Altro che difensore della plebe, per forza Cicerone l'ha sconfitto. "Era meglio se te ne stevi" direbbe un amico di Chiessi; un altro di Portoferrajo piu' elegantemente:: "chi di crespe ferisce di crespe perisce". E le risparmio l'Inferno dantesco per i riferimemti sodomitici. Infine una spiegazione riguardo i miei interventi, spesso veri "editoriali" - ne ho scritti negli anni '90 per il quindicinale satirico "Fegato" concorrente di "Cuore" e per "Tendence" quindicinale per giovani. Sono consapevole che a volte sono "pesanti" ma come Lei sa con l'editoriale si tenta di rendere comprensibili a tutti argomenti complessi. Certo non sempre vi si riesce ma spiegare in poche righe quanto e' alla concreta nostra portata la Provincia dell'Elba Arcipelago non e' esercizio facile. A volte e' anche "palloso", pure per il sottoscritto Spero che tale sforzo dia almeno i suoi frutti; sara' anche merito Suo. Molti cordiali saluti, Stefano Martinenghi P.S. : Vedra' che Civilta' Italiana La sorprendera', con buona pace di "Fortebraccio". Caro Martinenghi La Storia la scrivono i vincitori e chi governa, ovvio che a parere di Cicerone e della destra dell’epoca Catilina fosse quella sentina che lei ci narra, gli è andata bene che non abbiamo mosso l’accusa di mangiare i bambini (che sarebbe tornata utile per altri un paio di millenni dopo). Comprensibile che neppure Caio Giulio Cesare non si sia preoccupato di rivalutarne almeno la memoria, visto che, provenendo dallo stesso partito di Catilina (populares), e dopo aver tolto il potere agli oligarchi del Senato, oppressori della plebe, si era poi trasformato in un autocrate tiranno inaugurando una serie di simili evoluzioni in senso controrivoluzionario (Masaniello, Napoleone, Mussolini, Stalin, Castro etc.) da parte di ex-rivoluzionari di ogni epoca. Ma la storia per fortuna non è qualcosa di immutabile poiché essa viene studiata, approfondita, interpretata criticamente, lei mi cita un insigne studioso passato a miglior vita una quarantina di anni fa (nel frattempo molti hanno ricercato e scritto altre cose) ed un buon divulgatore storico che da uomo d’ordine e di destra vedeva i rivoluzionari come il fumo negli occhi (e non ne faceva mistero). A parte consigliarle la lettura di un’opera di Massimo Fini sull’argomento che potrà trovare in libreria poiché di recente stampa, le faccio presente che c’è uno sterminato elenco di storici (di sinistra e di destra) che potrà consultare nel tempo libero che le lascia la cura di Civiltà Italiana (che deve essere molto), che le assicuro non la pensano come Carcopino, Montanelli e di riflesso lei. Mi perdonerà poi l’ignorare la sua produzione pubblicistica e l’ignorare perfino l’esistenza delle importantissime testate per le quali ha scritto (peraltro fino a poco tempo fa ignoravo le sue giovanili performance cinematografiche) ma le consiglierei di non chiamare i suoi pezzi “editoriali”, è una questione di senso della misura e di stile, personalmente non mi sono mai riferito a qualcosa scritto da me medesimo definendolo “editoriale”, mi ci scapperebbe da ridere, e guardi che se, pure nell’ambiente, dicessi: “Oggi ho pubblicato un editoriale nientemeno che di Martinenghi” le due risposte che potrei raccogliere sarebbero “Chi?” e “Mecojoni!”. In linea con ciò signor Martinenghi, anche se lei è certamente persona dal multiforme ingegno, sarebbe opportuno che indulgesse un po’ meno nel magnificare la sua persona e le sue gesta. Se è così certo di essere valente, attenda che siano i suoi fan a tessere le sue lodi a dichiarare all’universo mondo e a Fetovaia quanto è ganzo il Martinenghi. Anzi solleciti la fondazione di un Martinenghi Fans Club; non le dovrebbe essere difficile riunire una schiera come quella ritratta nella foto (al limite fa la doppia affiliazione con Civiltà Italiana), così che di tanto in tanto possiamo suggerirle di dedicare ai suoi devoti le sue preziose elucubrazioni dicendole: "Martinenghi ma vada pure al Fans Club!"
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