Egregio direttore, desidero ringraziarLa per il sollazzo che mi ha procurato il Suo "a sciambere sulla sodomia per procura"; "sganasciarsi" di questi tempi non e' facile. Debbo pero' aggiungere che a mio avviso sbaglia ad includermi fra gli "emuli locali" del PDL, dal momento che mi sono dimesso l'altr'anno dagli incarichi direttivi in Forza Italia per assumere la guida di Civilta' Italiana. Con cio' non ho certo rinunciato a frequentare gli amici "Berlusconiani" a favore di quelli "di sinistra" con i quali sono cresciuto, fra i piu' cari. Cio' detto, veda Lei. E' dunque in tale ottica civica - non politica - che vanno intesi sia l' appello alla conferenza dei Sindaci per la Provincia che la richiesta al Presidente della Comunita' Montana Alessi di rendere pubblica "la lista della spesa" dei 12 milioni di euro 2007 della C.M.. A prescindere dalle qualita' di Alessi che conosco e stimo. La ringrazio infine per l'ostinazione con cui rinuncia a cestinare i miei frequenti - e "scomodi" - interventi sulla Provincia; immagino piu' per onorare la deontologia professionale che per convinzione personale. Se anche cosi' fosse cio' Le renderebbe ancor piu' merito. Molti cordiali saluti, Stefano Martinenghi Per restare in argomento e nella stessa nobile regione ligure, con la quale la cultura elbana, specie popolare, ha più punti di contatto di quanti appaiano ad una superficiale analisi, un noto detto recita che nel mondo ci sono quelli a cui piace la pasta con i fagioli, e quelli a cui piace "'o belin int al cul", espressione di cui ci sfugge l'esatto significato, ma che deve rappresentare cosa ben diversa. Come dire che è perfettamente comprensibile che la crosta terrestre sopporti persone come lei ispirate soprattutto dal motto "repetita juvant" (ripetere le cose serve) ed altri che tengono conto nella meno nota seconda parte della sentenza: "sed etiam pilas frangunt" (ma rompe anche parecchio gli zebedei). Sono sempre stato incline, da quando esiste questo giornale a pubblicare il massimo di quanto arriva in redazione, se possibile in versione non redazionata e/o interpretata, ponendo caso mai a margine un commento. Questo perché credo nella valenza autoeducativa e correttiva del feed-back (come direbbero negli USA ed in Padania). Come dire che penso che alla fine lei autonomamente, si renderà conto, senza bisogno che nessuno tuoni "Usque tandem Martininge abuteris patientiae nostrae", che, diciamocelo, quanto destina alle stampe è spesso decisamente troppo lungo, pallosetto, ripetivo, supponente ed è rappresentativo solo della sua (rispettabile ma individuale) linea di pensiero (poiché, per citare Fortebraccio, credo che un'assemblea plenaria nazionale di Civiltà Italiana potrebbe organizzarla in una cabina telefonica, magari con veranda condonata). Lei non ci crederà, ma guardi che funziona; in questi anni abbiamo visto dei produttori di frequenti e sterminati pippettoni evolversi verso un comunicare più sintetico, rarefatto e pertinente. Ovvio che ci sono casi disperati, refrattari ad ogni terapia, ma noi non molliamo. PS: Mi rendo conto della forzatura del parallelo ciceroniano; la storia riletta un po' più criticamente ci dice che Marco Tullio Cicerone era un bel palloso, oligarca, che difendeva lo strapotere del Senato e che Lucio Sergio Catilina era un democratico rivoluzionario che cercava di battere la corruzione e migliorare la vita del popolo, vinse, come noto, il primo: Catilina fu trucidato ed i suoi seguaci graziosamente strangolati ad uno ad uno, ma non sempre la “ragione” ci viene proposta dalla storia come vincente. Lei è molto ciceroniano, io mi chiamo pure Sergio … faccia lei.
Marco Tullio Cicerone