– L’Elbanità, perché chi vive su un’isola è portatore di un valore aggiunto e dispone di una risorsa unica: la storia, la cultura e i beni naturali. Ecco perché noi che viviamo su quest'isola, dobbiamo mettere a reddito quello che qui c’è e altri non hanno, per questo siamo orgogliosi di essere elbani. L’ambientalismo del fare, perché è necessario coniugare i bisogni economici e sociali con le risorse della natura: l’ambiente al centro delle politiche per lo sviluppo e la sicurezza del territorio. L’ambiente per dare benessere e lavoro ai cittadini: qualità dell'accoglienza e la pulizia del territorio, competitività delle aziende del turismo, dell’artigianato, del commercio e dell'agricoltura. La legge per le isole minori, perché siano riconosciuti gli elementi di particolarità, ma anche di fragilità, dovuti all’insularità. Non si tratta di pretendere nuove forme di assistenzialismo, significa, invece, riconoscere a coloro che vivono in un’isola le stesse garanzie e le uguali opportunità dei cittadini che abitano sulla terraferma: la scuola e i saperi, la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti, le risorse idriche e la depurazione delle acque, la continuità territoriale e i collegamenti aeroportuali e marittimi. La comunità dell’arcipelago, perché difendere e tutelare le autonomie e i poteri locali significa essere solidali e coesi: fare squadra. Da qui una sede unitaria per armonizzare le politiche dei comuni, titolari della programmazione territoriale ed economica, nonché strumento operativo a cui questi affidano l’esercizio associato di alcune loro competenze con lo scopo di giungere all’unificazione dei servizi.
elba veduta della costa