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Controcopertina - Legambiente: Giannutri, salviamo la mezzaluna del Tirreno

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : mercoledì, 09 luglio 2003

Giannutri, l’isola della mezzaluna o l’isola dei gabbiani, è compresa interamente nel Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano per il suo grande valore naturalistico e paesaggistico ed i cospicui beni archeologici. Anche il suo mare è protetto da zone 1 e 2 del Parco Nazionale e custodiscono tesori ambientali e culturali tali da renderla tra le mete più visitate dai subacquei nel Mediterraneo. Ma il suo prezioso equilibrio (l’isola è anche in Sito di Interesse Comunitario e una Zona di Protezione Speciale dell’Unione Europea) che la rende così unica rischia di essere compromesso dall’intervento dell’uomo. Con questo dossier si vuole fare il punto sui pericoli che corre questo piccolo paradiso e sollecitare le istituzioni competenti ad interventi di salvaguardia più efficaci e costanti.. I problemi Tanti sono i problemi che affliggono l’isola e che ne mettono in pericolo l’integrità ambientale. Tutti però, scaturiscono dalla stessa matrice: gli scarsi controlli e la mancanza di una vera gestione delle risorse ambientali. Giannutri ha potuto mantenere il suo patrimonio naturale grazie al fatto di non essere stata, se non per brevi periodi, colonizzata dall’uomo. Negli ultimi decenni è avvenuto un drastico cambiamento. La costruzione del villaggio turistico negli anni sessanta ha in parte intaccato tale patrimonio, salvato grazie alle iniziative di molti. Tali iniziative hanno portato alla disposizione del vincolo di inedificabilità sull’isola. Così non si è assistito ad alcuna altra speculazione e la bellezza di Giannutri è riuscita a sopravvivere. Oggi però, l’isola si vede minacciata da un altro fenomeno, quello di un turismo incontrollato che può arrecare una ferita mortale all’isola ed al suo ecosistema, a mare ed a terra. Il problema degli ormeggi. L’impatto della nautica sull’ambiente marino di Giannutri è considerevole ed è necessaria una regolamentazione, così come sta tentando di fare il Parco Nazionale in altre isole dell’Arcipelago Toscano. Sono centinaia le imbarcazioni che giornalmente nei mesi estivi buttano l’ancora nelle acque di Giannutri (la stazza varia da un acquascooter ad una nave da crociera). Non rispettando spesso i divieti, con frequenti invasioni della zona 1 a tutela integrale dell’area marina protetta. Ma comunque, anche quelle che ormeggiano in maniera incontrollata nella zona 2 creano danni notevoli al fondale marino ed alla prateria di posidonia che si è notevolmente ridotta in questi anni, a causa della continua aratura del fondo da parte delle ancore delle imbarcazioni. Ma anche diverse specie di conchiglie e di invertebrati marini sembrano aver subito una forte rarefazione. Da aggiungere poi che spesso da queste imbarcazioni vengono scaricate a mare le acque di sentina lasciando sulla costa olio, schiuma, rifiuti vari e buste di plastica. Tutto ciò è reso “possibile” anche dall’attuale zonizzazione dell’area marina: l’odierna suddivisione “a farfalla” dell’Area Marina Protetta in zona 1 e 2, si sta sempre più rivelando ingestibile, complicata, scarsamente individuabile e quindi difficilmente difendibile dagli abusi. Si passa infatti da una zona dove teoricamente nulla è consentito (la zona 1) ad una dove invece quasi tutto è permesso e questo rende anche i controlli delle forze dell’ordine – già scarsi ed episodici- ancora più inefficaci. Un turismo poco sostenibile Giannutri in inverno è abitata da meno di 10 persone, durante i mesi estivi si possono raggiungere le 3000 presenze giornaliere. Un afflusso numeroso che non viene in alcun modo regolamentato. Mancano adeguate informazioni dell’Ente Parco sulle regole da rispettare sull’isola e nel suo mare. e scarsa è l’informazione sulle particolarità di Giannutri dai punti di vista naturalistico, geologico, archeologico. Ed allora è facile vedere persone che fumano nel bosco, sradicano piante per portarsele come ricordo a casa, lasciano bottiglie e carte dopo il pic-nic, fanno i propri bisogni liberamente dove capita. L’isola, è anche un sito di nidificazione del gabbiano reale mediterraneo (Larus cachinnans): una colonia tra le più grandi di tutto il Mar Tirreno nidifica su Giannutri proprio nel periodo di maggior afflusso turistico. La necessità di non avvicinarsi ai nidi durante la cova e la successiva cura dei piccoli poco si lega con il notevole numero di persone che invece frequenta in maniera incontrollata l’isola, e soprattutto in maniera assolutamente inconsapevole . I magnifici fondali di Giannutri attirano i subacquei da tutta Italia e , spesso alle prime armi. L’impatto di sub poco attenti all’ambiente può essere devastante: basti pensare che una sola pinnata assestata ad una gorgonia può distruggere anni di crescita di questo animale, non dimenticando l’impatto che un numero consistente di barche può arrecare ai fondali. Questo non significa che le immersioni a Giannutri debbano essere vietate, ma occorre un maggior ed una efficace regolamentazione, con boe di attracco e immersione destinate ai Diving, come già è prassi nei parchi marini europei e che il Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano sta sperimentando a Pianosa. La patrimonio spa. La struttura del faro con alcuni terreni ad esso adiacenti, uno dei quali di oltre 20000 mq, è stato inserito nella lista dei beni che dovranno essere venduti (G.U. del 6/8/2002 n. 183). L’area ha un elevato pregio ambientale (il faro sorge su una scogliera a strapiombo sul mare di incredibile bellezza): se fosse venduta nessuno potrebbe garantire la sua integrità e la collettività verrebbe irrimediabilmente privata di un bene assai prezioso, che sarebbe più opportuno destinare ad attività collettive, di educazione ambientale, date le peculiarità dell’isola e i numerosi spunti di studio che i suoi ambienti offrono. Il problema del traffico. Fino a due anni fa per il transito dei veicoli di qualsiasi genere occorreva una autorizzazione rilasciata dai vigili del comune di Isola del Giglio. Allora si era progettato di non utilizzare più veicoli con motore a scoppio, per il transito sull’isola, bensì solamente quelli elettrici. Dallo scorso anno la situazione è invece rovesciata: in base ad un decreto del Ministero dei Trasporti (presentato nuovamente quest’anno: G.U. n.85 del 11-4-2003) è vietata, sull’isola di Giannutri, l’afflusso e la circolazione, dal 12 aprile 2003 al 31 agosto 2003, dei veicoli appartenenti a persone non residenti sull’isola. Di conseguenza se prima non era possibile circolare per nessuno, se non muniti di autorizzazione, oggi non è più così. A poco più di una anno di distanza già si vedono gli effetti di questa decisione perché sull’isola sono arrivati nuovi mezzi spesso sprovvisti di targa, e le conseguenze per un ambiente così fragile, sono facilmente intuibili. La ferita dell’eliporto. Questo inverno sull’isola è stato costruito un nuovo eliporto. L’impatto ambientale di questa opera è considerevole e poco è stato fatto per minimizzarlo. La motivazione per la costruzione di questa opera risiede nella necessità di atterrare con l’elicottero in qualsiasi ora del giorno e della notte. Sorprende però il fatto che per raggiungere l’obiettivo si sia dovuto cementificare un pezzo di isola quando il precedente eliporto molto più piccolo, poteva sopperire tranquillamente a questa funzione :sarebbe stato sufficiente dotarlo di una adeguata illuminazione!. E’ discutibile inoltre il fatto che si costruisca un eliporto per l’urgenza, ma non si doti l’isola di un presidio medico aperto durante i mesi estivi nonostante le migliaia di persone che giornalmente vi sbarcano. L’ecomostro dello Spalmatoio. Nel Golfo dello Spalmatoio sono presenti una serie di costruzioni, ormai fatiscenti, che sono il residuo del fallimento della società incaricata della loro costruzione (Società immobiliare Porto Romano Giannutri di Vittorio Battaglia & C. S.a.a.). Questi edifici sono di natura abusiva tanto che la stessa società ne ha chiesto il condono. La possibilità che si possa costruire ancora a Giannutri collide con la volontà di proteggerla e di impedire il suo decadimento. L’impatto che avrebbero nuove costruzioni sul delicato equilibro dell’isola sarebbe di grande portata, se si pensa che a queste seguirebbero le successive infrastrutture (come ad esempio nuove fognature) ed un aumento della presenza turistica La caccia. Nonostante Giannutri faccia parte di un Parco Nazionale dove è proibita, la caccia sembra attivamente praticata in barba a qualunque divieto. Lo dimostra la presenza di cartucce sparse su tutta l’isola. Ma il bracconaggio non si ferma qui: girando per l’isola si possono ritrovare in mezzo ai cespugli i lacci per catturare i conigli selvatici, altro animale tipico di Giannutri. L’isola, come già accennato, è un sito di nidificazione del gabbiano reale oltre che per altre e più rare specie come la berta maggiore e la berta minore ed un importantissimo luogo di sosta per molte specie migratrici. Ma la presenza di avifauna sembra in forte calo. Giannutri era famosa per la consistente presenza dei fagiani (una zona di Giannutri porta addirittura il nome di Piana dei Fagiani) oggi praticamente scomparsi. E’ facile collegare tutto ciò al bracconaggio che allontana le specie più sensibili. La pesca illegale. L’Ente parco ha fissato regole precise circa la possibilità di pescare a Giannutri :chi può farlo, con quali mezzi e quanto può pescare. Numerose sono invece le segnalazioni di barche che dotate di attrezzi per la pesca che entrano addirittura in zona 1 per trovare prede di maggior valore. Il taglio degli alberi. Nel corso di questi ultimi anni si è assistito ad una notevole diminuzione delle specie arboree , soprattutto per le piante di pino. Sembra che questo sia avvenuto senza chiedere alcuna autorizzazione e probabilmente per utilizzare gli alberi abbattuti come legna da ardere. Questo è particolarmente evidente a Vigna Vecchia e nella zona attigua alla villa romana. Un altro fenomeno che indica la mancanza di un continuo controllo dell’isola e delle sue risorse ambientali. L’insieme delle problematiche che sono state esposte evidenziano il fatto che sull’isola di Giannutri non esiste un organico piano di gestione e che i controlli sono assai insufficienti. E’ quindi assolutamente necessario che il Parco, ente gestore, metta a punto un piano particolareggiato di gestione che garantisca una più efficace protezione degli ecosistemi di mare e di terra presenti sull’isola. L’accessibilità agli ambienti e la possibilità di fruire delle ricchezze dell’area protetta di Giannutri devono essere resi possibili, ma devono essere governati per evitare che l’impatto antropico possa mettere a repentaglio la loro sopravvivenza. Giannutri rappresenta ancora uno dei pochi esempi di ambiente insulare mediterraneo integro rimasto in Italia, solo azioni volte alla sua salvaguardia e allo sviluppo di una cultura ambientale che porti ad un turismo attento e rispettoso impediranno che venga compromessa irrimediabilmente.


Giannutri Mappa

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