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Una nuova Elba che vuol essere governata

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : venerdì, 23 maggio 2008

Ancora una volta le associazioni imprenditoriali ed economiche elbane fanno sentire il loro disagio e la loro protesta, verso l’inconcludenza istituzionale e politica che attanaglia il sistema Elba. A qualcuno potrà apparire eccessivo o rituale, ma esso a parer mio segnala uno status di preoccupazione e insoddisfazione che necessita raccogliere e valutare attentamente. Qualche giorno fa un importante imprenditore, il sig. Mantovani della Locman, azienda che opera sui mercati mondiali e che ha sede all’Elba, esprimeva gli stessi concetti e la stessa domanda: l’Elba deve essere ben rappresentata e governata se vuole assicurarsi una prospettiva ed un futuro sicuro di livello qualitativo elevato. Tutte queste prese di posizione ci dicono di prendere atto di una realtà nuova dell’isola: che in questi recenti anni, vuoi per la globalizzazione dei mercati, vuoi per le trasformazioni tecnologiche ed anche culturali intervenute nell’economia dell’isola si è passati da una condizione semiassistita e instabile, fonte d’emigrazione e dipendenza sociale e culturale, ad una condizione di forte competitività, autonomia ed indipendenza economica; oggi riusciamo a stare sui mercati internazionali turistici, abbiamo aziende qualificate, moderne ed alcune di valore nazionale e mondiale che hanno sedi sul territorio isolano; potremmo citare Locman, La Moby, quelle della nautica di qualità, griffe di prodotti di prestigio locale. Abbiamo un mondo delle professioni, un imprenditoria locale ed artigianale che si è innovata notevolmente, qualificandosi non solo sul mercato isolano, ma anche su quello continentale, un livello di vivacità creativa e culturale autonoma e non più subalterna all’importazione dal continente, basti pensare al settore della comunicazione radiotelevisiva, dell’informazione on line ed all’editoria locale, alle produzioni e prestazioni locali, artistiche, letterarie, musicali e perché no sportive. E’ un’Elba che è cambiata profondamente, in meglio ed in qualità complessiva della vita, più moderna e capace a dare risposte di qualità e nuove opportunità per chi ci vive e per i nuovi che arrivano. Più autonoma e meno dipendente ed anche più integrata nel mondo e meno isolata. Ma tutto ciò, che rappresenta una conquista di stabilità, di benessere e sicurezza, può essere messo in discussione continuamente, proprio perché priva di protezioni, operando ormai, anche se isola, in una dimensione economica e sociale aperta, costantemente esposta alla concorrenza, alle sollecitazioni ed alle domande nuove che i processi d’integrazione sociale ed economica quotidianamente pongono. Da qui le insicurezze e gli “affanni a tenersi a galla”. Quest’insieme di soggetti ed interessi sentono fortemente e vivono questa realtà controversa, da una parte le aumentate pressioni competitive e di bilancio, ormai immanenti in tutti i mercati, locali ed internazionali, l’eccessiva stagionalità dell’economia elbana, con una domanda di beni e servizi che si concentra in pochi mesi l’anno e dall’altra i gap infrastrutturali dei sistemi di collegamento e di territorio dell’isola, le lungaggini, le inefficienze ed i burocratismi amministrativi, la mancanza di certezza, chiarezza e tempestività delle decisione, delle istituzioni e del potere politico, le sovrapposizioni e le frammentazioni istituzionali che si combinano in una deresponsabilizzazione generale. E questo richiamo non chiama in causa solo la classe politica e le istituzioni elbane, ma anche la Regione ed il governo centrale. L’Elba, quest’Elba nuova e moderna, non è governata. Il modello politico ed istituzionale, con il suo ceto politico spesso chiuso in visioni ideologiche, isolazioniste o municipaliste (l’elbanità, l’isola verde, ecc.) che abbiamo conosciuto fino ad oggi sta mostrando la corda, non si dimostra culturalmente più capace d’interpretare questi nuovi bisogni e queste nuove domande. Da qui la domanda di un forte cambiamento che salda queste categorie. Le parole del cambiamento sono autonomia, unitarietà, integrazione e partecipazione istituzionale e politica. Personalmente ritengo che realisticamente le risposte più adeguate a questa domanda debbano fondarsi su due piani per niente contrapponibili: da una parte la forma associativa dei comuni elbani, come governo unitario del territorio elbano, con in testa i loro Sindaci in qualità di titolari delle funzioni di governo unitario e dall’altra (non è da escludere pregiudizialmente) una forma istituzionale, la Provincia, che rafforzi l’autonomia e la rappresentanza dell’Elba nelle sedi regionali e nazionali e decentri sul territorio elbano molte funzioni e risorse e poteri decisionali che oggi appaiono troppo lontane e spesso assenti da esso.


loppa zona industriale antiche saline portoferraio panorama

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