Se fossimo stati nei panni di Giovanni Bonaparte Ageno (che oggi si è beccato due vignette napoleoniche e che quindi ha diritto che sospendiamo il tormentone sul quadro imperiale da asportare) al termine di un consiglio comunale come quello di ieri avremmo usato l’arringa difensiva dell’avvocato di un famoso film di Totò: “Signor Giudice, una sola parola: Pietà!” Dopodichè ci saremmo chiusi nello studio contiguo alla sala consiliare, avremmo posato gli occhi sui mobili, guardato la piazza attraverso i vetri carezzando con il ricordo questi quattro anni di gioie e dolori, poi saremmo tornati in aula e con voce ferma avremmo continuato nella linea della sintesi comunicativa, pronunciando la più breve delle orazioni possibili: “Ammucchiamo!” Il giorno successivo l’avremmo passato a fare programmi per il futuro, scegliendo un’attività assolutamente rilassante per le meningi (la pratica del Golf o la presidenza del Rotary?). Niente di tutto ciò, Giovanni Mipiegomanonmispezzo Ageno, che evidente ha l’animo più pugnace del nostro, di fronte al collettivo invito: “Cafiero, ritira la squadra!” (esortazione locale al disimpegnarsi) che gli veniva anche dalle altre stanze (e pure dai ripostigli) della Casa della Libertà, ha annunciato che resisterà fino all’ultimo uomo (provocando mancamenti nella servitù con indole meno guerriera), aggiungendo che se il l’autodevicesigarizzatosi Fuochi si era candidato alla carica di Sindaco Prossimo Venturo, ebbene lui non era da meno e si ricandidava a sua volta. La soddisfazione che la cosa ci ha procurato è stata grande perché, di questo passo, è capace che Ageno riesce davvero a far vincere, al prossimo scozzo elettorale, la sinistra più inconcludente dell’Europa Occidentale, maestra di pingozzo e vinciperdi oltre che di riunioni a giro di rondone (quella Portoferraiese ovviamente). Però non possiamo esimerci dal parodiare una citazione latina tanto dozzinale da poter essere intesa anche dall’Assessore e dal Consigliere: “Errare humanum est, perseverare Agenicum!”