Chi ci conosce sa bene che consideriamo le petizioni popolari una faccenda così seria da pensare che esse vadano promosse con molto discernimento, che non si debbano usare per delle pinzillacchere. Ma c'è qualcosa di pesante e grave che sta per calare sulla testa dei portoferraiesi e che potrebbe essere fermato solo da un ripensamento indotto da una civile protesta dei cittadini, che non crediamo possano contare più di tanto neppure sull'opposizione di destra che su questo punto si è dimostrata (fino ad oggi) pure meno sensibile della maggioranza. Partiamo da un'affermazione: il peggio di sé la Giunta Peria lo ha dato in cento metri scarsi di strada: quelli che vanno dall'Ex-Capannone ATL che sta per essere assassinato fino a Piazza Pietri che sta per essere cancellata dalla edificazione di un "ecostriciattolo cittadino", passando per il consentire ai bisognosi della Sales l'edificazione di una palazzinata a bordo strada su un'area che in qualsiasi paese occidentale (ma forse pure nel Burundi) retto da un governo di qualsiasi segno politico, visto che ci insiste sopra un ospedale, sarebbe stata acquisita e trasformata in parcheggio e soprattutto verde pubblico. Con questa complessiva vandalica operazione urbanistica invece, quando sarà finita di consumare, in luogo di recuperare a verde aree se ne bruceranno altre: si farà fuori il verde residuo di Piazza Pietri, che se ne andrà allegramente a puttana unitamente ad un buon numero di posti-auto. La questione riguarderebbe tutta la cittadinanza visto che ragioniamo di una strada che è il principale asse viario cittadino, ma è ovvio che riguarda soprattutto i residenti e gli esercenti della zona che invitiamo a fare un semplice esercizio, chiudano un attimo gli occhi e si figurino cosa diventerà quella strada che nonostante la larghezza della carreggiata tende ad andare in tilt, ad intasarsi spesso e volentieri quando i nuovi tre venerabili piani del condannato a morte capannone ex-ATL, la reverenda palazzinata dell'area Sales, e la graziosa diga prevista in piazza Pietri indurranno, con la certa realizzazione di più di un centinaio tra nuove unità abitative e nuovi servizi, un ulteriore aumento del volume del traffico ed una diminuzione sia fisica che di disponibilità delle aree di parcheggio (che sono attualmente una vera risorsa per la zona). Non occorre la palla di vetro né essere urbanisti per capire due cose: la prima è che nell'area di Via Carducci-Via Manganaro per un periodo dell'anno si genererà un immane casino, sarà più difficile arrivarci, parcheggiare, vendere e comprare, viverci. La seconda è che prima o poi per ovviare al casino di cui sopra ed a causa delle nuove strozzature, e della necessità di tenere sgombro l'accesso all'ospedale, quella strada dovrà essere convertita a senso unico (ipotesi che sappiamo quanto delizia i residenti e gli operanti in zona). In un paese normale a quest'ora uno straccio di opposizione avrebbe già promosso riunioni di quartiere ad hoc, chiesto all'amministrazione di presentarsi "al campo sportivo" senza discorsi a supercazzola ma con planimetrie, plastici e rendering: soprattutto con numeri e seri studi sul traffico e sull'impatto idrogeologico, faccenda quest'ultima tutt'altro che marginale, visto che negli scantinati di quella zona, dove si dovrebbero realizzare i due piani interrati di parcheggio dell'ex ATL, già si potrebbero allevare a seconda della salmastrosità capitoni, carpe e/o cefali (chiedere ai Carabinieri o agli abitanti di piazza Dante per credere), visto chequelle si chiamavano, pensate un po', "Saline di San Rocco" e di solito costruirci sulle saline qualche problema lo comporta. Ma non siamo in un paese normale, e abbiamo idea che se i cittadini non si aiutano da soli, quelle ruspe e quelle betoniere destinate a far danno a molti (generazioni future comprese) per l'interesse di pochi non le fermerà nessuno, e soprattutto saremo pronti per lo scempio prossimo venturo.
Piazza Pietri Pini