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A Sciambere dei Conservazionisti e conservatori

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : martedì, 13 maggio 2008

«Ambientalismo» e «Fare» non sono due termini in forte antitesi tra loro, ossia un ossimoro. L’ambientalismo e il fare non sono in contraddizione, caso mai ci sono due modi d’intendere l’ambiente. Dico questo con la consapevolezza che si marca, sempre più, una contrapposizione politica fra coloro i quali ritengono come il solo conservare il patrimonio naturale significhi, meccanicamente, plasmare un nuovo modello economico e quelli che invece vogliono tutelare l’ambiente promovendo azioni che portino ad un nuovo benessere sociale. L'ambientalismo del fare è quell'ambientalismo propositivo che rompe con la dimensione conservatrice di certi «custodi» della natura poiché difendere l’ambiente non significa opporsi a tutto. Per tutelare i nostri territori, infatti, bisogna fare, cioè fare nuovi parcheggi, rafforzare i trasporti e costruire nuove infrastrutture, com’anche riqualificare le aree industriali dimesse, recuperare i terreni agricoli e valorizzare le tradizioni di quella particolare area: il mare, la campagna, la cucina. L’ambiente, dunque, si proteggere ponendolo al centro delle politiche per lo sviluppo, la soddisfazione e la prosperità dei cittadini. Lorenzo Marchetti Caro Lorenzo Lasciami dire che il tuo atteggiamento da "Piccola vedetta veltronica piaggese" risulta così toccante che mi fai venire voglia di dire "Fido!", "Sette tuo!", di dartela vinta e morta lì. Il problema è che preso dal sacro furore da parvenu dell'"ambientalismo del fare" non ti esimi dallo sparare anche notevoli cazzate, specie riferendoti alle altrui intenzioni. Ora, è vero che, al contrario delle pallottole, le cazzate (per dirla con un linguaggio carabiniero) non attingono nessuno e sono certamente biodegradabili. Ma a tutto (pure alla resistenza umana) c'è un limite. La tua rappresentazione del torvo ambientalista, del sacerdote dell'ambiente, che si oppone al taglio del filo d'erba, che vuol mummificare qualsiasi cosa, somiglia alle campagne sui comunisti trinariciuti che mangiavano i bimbi dei democristiani d'un tempo. Ti faccio alcuni esempi per essere meglio compreso. Io sono convinto che non si debba bruciare altro territorio perchè ritengo il patrimonio edilizio esistente più che sufficiente ai bisogni di questa e di future generazioni. Credi che un impegno per il recupero, riuso ed adeguamento dell'esistente non garantirebbe lavoro, occupazione quanto e più del favorire nuove massicce deiezioni cementizie e bituminose sull'Elba? Credi che non comporterebbe in progettazione ed in esecuzione la formazione di più preziose professionalità? E chi lo ha detto che da un punto di vista degli ambientalisti non ci sono opere da eseguire? Per la fruibilità dei "piani" isolani e dei centri urbani si sono moltissime opere da realizzare: piste ciclabili dove si possa transitare senza rischiare la vita per fare un esempio, sentieristica attrezzata urbana (come per fare un altro esempio la splendida passeggiata Carmignani di Porto Azzurro) ferrate, ascensori, cremagliere per favorire accessi pedonali alle parti in quota dei centri storici e pure (con moderazione) parcheggi, laddove siano un disincentivo all'uso delle auto, in favore dei mezzi pubblici e/o del trasporto individuale ecologico, non già un aiuto all'incremento del traffico veicolare. Ed ancora se ci si decidesse sviluppare i trasporti pubblici e collettivi oltre l'attuale soglia terzomondista, non comporterebbe questo la realizzazione di adeguate infrastrutture? Agli ambientalisti sta benissimo che quelle che erano le miniere di ferro divengano delle "miniere di energia pulita" sia con il solare che con il fotovoltaico ed a me personalmente (qui gli ambientalisti si dividono) pure con l'eolico. Quello che mi preoccupa è che sotto la voce riuso e riqualificazione si voglia far passare operazioni concettualmente vecchie, a micidiale impatto ambientale, e legate ad interessi che col benessere pubblico non hanno proprio nulla a che vedere, alla pura speculazione. Il benessere pubblico non significa trasformare le provinciali in autostrade o avere sempre l'auto sotto il culo, non significa neanche avere più soldi da bruciare in petrolio, men che mai significa avere più gente a stiparsi all'Elba nei periodi di punta, benessere è legato alla qualità della vita, senza un reale implemento della quale, le tradizioni diventano folklore di plastica. Chi vuole "sviluppare sostenibilmente" delle nuove Disneyland in salsa isolana, si accomodi pure, chi si vuole spingere oltre dall'ambientalismo del fare all'ambientalismo del cementificare, si autodecori pure, ma non pretenda di trattare da "mero conservazionista" chi ha idee (dinamiche)sulla conservazione meno da "conservatore", stavolta nel senso di "passatista", controrivoluzionario, di quanto sia, nella sua vera essenza, lui.


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