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Sulla seduta del Consiglio comunale del 5 Maggio interviene la Giunta

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : mercoledì, 07 maggio 2008

La scelta del Centrodestra e di Rifondazione Comunista di abbandonare la seduta consiliare del 5 maggio, facendo mancare il numero legale, è molto grave. Nessuno contesta il diritto di una minoranza di usare anche forme di lotta politica estrema, quando vi sono in ballo scelte particolarmente contrastate ed osteggiate. Si può, cioè, far mancare il numero legale se si è di fronte ad una decisione che, se portata avanti, secondo chi esce, provocherebbe danni irreparabili o conseguenze particolarmente negative. Non si comprende che senso abbia, però, come è accaduto ieri, starsene tranquillamente seduti a discutere le proprie mozioni ed interpellanze, consentire l’approvazione del conto consuntivo 2007 e poi abbandonare l’aula proprio nel momento del voto su di una modifica del piano delle opere pubbliche che consentiva alcuni interventi fondamentali per la città, quali il completo rifacimento del palazzetto dello sport Monica Cecchini, la trasformazione in residenza sociale del Traditi, i lavori di adeguamento degli edifici scolastici di Viale Elba e San Rocco, l’ampliamento del nido La Gabbianella, gli interventi al Castello Magico, alla scuola di Carpani e di Casa del Duca. Ritardare simili lavori vuol dire mettere a rischio la loro effettuazione nel periodo estivo, l’unico utilizzabile per intervenire. Dove sono le gravi motivazioni che giustificano una simile uscita? E, soprattutto, dove è finito l’interesse dei cittadini, che dovrebbe essere sempre sovraordinato alle astruserie della politica? E’ nel rimanere in aula ancora qualche minuto per votare e fare l’interesse pubblico, o nell’uscire secondo la politica del “tanto peggio tanto meglio”? E’ questa irresponsabilità, questa indifferenza, questo cinismo che contestiamo al Centro Destra ed a Rifondazione. Eppure, a ben pensarci, esse si spiegano. L’attuale Giunta e l’attuale Maggioranza nell’ultimo anno, anche dopo la rottura con Rifondazione, hanno dato una svolta importante nel governo della Città. Portoferraio brulica di cantieri e ad ogni Consiglio vi sono nuove scelte strategiche per il futuro. Le due minoranze hanno assunto quella posizione, ieri, non per forza, ma per debolezza; per la paura, cioè, di uscire perdenti nella scommessa della demolizione del lavoro altrui, proprio perché questo lavoro sta dando i suoi frutti. Ecco allora che quel milione e mezzo di euro di opere pubbliche per i cittadini, quei cantieri nello sport e nel sociale, diventano un problema, qualcosa da osteggiare ed impedire. Ed in nome della paura, dell’incapacità di non dare un senso politico a slogan sempre più vuoti, si saldano le posizioni della Fiamma e di Rifondazione. Non è una bella pagina per Portoferraio, al di là delle conseguenze pratiche, facilmente risolvibili con la convocazione di un nuovo Consiglio. Non è una bella pagina e non è un bel segnale in un momento in cui la politica appare sempre più distante dal mondo reale. L’unico aspetto positivo è che i cittadini finalmente potranno capire chi lavora per il nostro paese e chi solo per se stesso.


peria assessori conf dic 07

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