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Controcopertina: Fanghi Bagnoli - Quattro mesi di tempo e un nulla di fatto

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : sabato, 03 maggio 2008

Quattro mesi sono passati: niente è stato fatto e i nodi vengono al pettine. Gli amministratori di Piombino non sono neanche in grado di rispettare gli accordi che loro stessi sottoscrivono. L’art. 4, comma 10, dell’Accordo di Programma sui fanghi di Bagnoli sottoscritto il 21 dicembre prevedeva infatti che “Ferme restando le necessarie autorizzazioni in materia di gestione dei rifiuti e nel rispetto della staticità che il manufatto dovrà avere in rapporto alla destinazione d’uso prevista, i volumi residui delle casse del Porto di Piombino saranno prioritariamente utilizzati per il recupero dei rifiuti derivanti dalle attività industriali che insistono nel sito di Piombino. A tal fine, entro quattro mesi dalla stipula del presente Accordo di Programma Quadro, si provvederà alla definizione di un specifico Accordo di Programma tra Ministero dell’Ambiente e Tutela del Territorio e del Mare, Regione Toscana, Provincia di Livorno e Comune di Piombino per la gestione dei rifiuti speciali prodotti del sistema industriale presente nel medesimo sito”. Di questo Accordo, che era condizione necessaria all’attuazione del “progetto fanghi”, non esiste nessuna notizia certa, nessuna informativa sui contenuti. A parte qualche annuncio elettorale del sindaco, niente di niente. I quattro mesi previsti dall’intesa sono ormai passati e quindi l’intero accordo quadro è da considerarsi nullo. La stessa Regione Toscana aveva detto che la validità complessiva dell’operazione era subordinata alla stipula di questo secondo accordo sulla bonifica del SIN di Piombino. Inoltre nell’Accordo di dicembre il Comune si impegnava ad adottare l’atto di pianificazione del porto e delle aree limitrofe, la cosiddetta Utoe 9. Ad oggi niente è stato fatto conoscere pubblicamente. Trattandosi del più importante atto della pianificazione di Piombino, deve essere reso noto immediatamente quanto sta facendo il Comune e deve essere avviata un’ampia discussione su quelle scelte, una discussione che non può essere certo compressa in pochi giorni, come purtroppo fa da anni l’amministrazione comunale, negando ogni reale forma di partecipazione dei cittadini alle scelte. Bisogna che la pianificazione portuale sia messa a conoscenza della città con congruo anticipo e sia aperta al contributo di tutti i soggetti. In terzo luogo, un’ordinanza del Presidente del Consiglio del 1 febbraio 2008 (n. 3654), passata in sordina a Piombino, ha dichiarato la “cessazione” dell’emergenza per la bonifica di Bagnoli. Essendo l’APQ Bagnoli-Piombino tutto impostato sulla logica dell’emergenza, ed essendo venuta meno tale emergenza, è evidente che anche per questo motivo esso decade nella sua interezza. Dovrà quindi essere riproposta la soluzione della bonifica in “situ” a Napoli, dove esistono progetti per vasche sul porto in cui possono essere refluiti benissimo i rifiuti di Bagnoli con tempi più rapidi e costi infinitamente più bassi. Per tutti questi motivi è giunta l’ora di cambiare fase e di ammettere che, come abbiamo sempre sostenuto, l’operazione “fanghi di Bagnoli” è un’operazione sbagliata, costosa e ora anche inattuabile. I fanghi di Bagnoli non possono e non devono arrivare a Piombino.


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