Enzo Gabbo di Zoldo Alto (Belluno), Nicolas Viry di Tolosa (FR), Adriano Carla (Avellino), Raphaelle Duval di Bassens (FR), Mario Tapia Ecuador, Susanne Paucher di Berlino (Germania), Franco Daga di Cervia (Ravenna), Claudio Crestale di Longare (Vicenza). Ci si imbatte in questi Magnifici 8 entrando negli spazi sorprendentemente ampi della ex Cava Eurit di Marciana, alla quale si accede direttamente dalla Provinciale. Si torna a vedere il bianco vivo nella cava di felspato impropriamente chiamato "caolino", ma è quello di una serie di ciclopici sassi allogeni 80 tonnellate di statuario marmo di Carrara disseminate in cava da cui i Magnifici 8 stanno traendo con furiosi e sapienti colpi di mazza e punta le figure leggiadre di questo Olimpo a mezza costa, con la Capraia a fare da sfondo e un branco di mufloni che ormai convive con il rumore assordante dei frullini che affettano il marmo. Prende corpo qui l'ultima lucida follia di Giorgio Verdura: la pietra ogni grande pietra rivela il sogno figurato che custodisce al suo interno sia quello amniotico, dolce e rassicurante di una Venere in posizione fetale custodita da una bivalve che si sta schiudendo, sia quello ambiguo in cui un intreccianti di inquietanti serpi si muta nell'armonia delle rotondità femminili o viceversa, e spicca il volo di un Pegaso dai massi, nuota all'indietro nella cava l'ippocampo bianco. La somma di questi stridenti contrasti diventa così affascinante che si perde di vista la follia primigenia dell'organizzatore di tutto questo, di Giorgio Verdura, animatore dei simposi di scultura isolani che ha pensato di affondare di fronte alle coste marcianesi, ai margini di una prateria di posidonia, questa colossale opera a più mani in modo da far sì che l'Olimpo elbano lo si trovi, in un gioco degli estremi, non sulla vetta ma nella profondità. L'instancabile Giorgio che coccola con gli occhi magnifici 8 al lavoro è riuscito scalpellando con la stessa costanza la pigrizia delle amministrazioni, lo scetticismo atavico degli isolani, la mancanza di fantasia dei distributori istituzionali di iniziative culturali, a compiere un altro miracolo fare in questa cava qualcosa di unico e di grande, coinvolgere maestri veri della disciplina artistica e quelli di discipline contigue come Carlo Rambaldi (tre volte oscar) che contribuirà con la sua presenza a sottolineare la valenza e l'originalità di questo cantiere di bellezza. La sfida, ecco la chiave, la sfida dichiarata da Susanne, florida ragazza berlinese, al blocco di marmo che fronteggia e che piano piano inizia a dominare la sfida di Giorgio Verdura di realizzare L'oasi degli Dei all'Elba. Decideranno loro (si sa gli Dei sono imperscrutabili) se restare su questa terrazza affacciata sul mare o scendere sui suoi fondali.
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