Le nuove norme sul riordino istituzionale hanno prodotto un interessante confronto su Elbareport con un solo limite: che le prese di posizione sono tutte o quasi di addetti ai lavori quindi, al di là della bontà dei contenuti, tutte autoreferenziali ed in evidente conflitto di interesse. Conflitto di interesse del tutto giustificato e legittimo visto che dall’alto viene un esempio imbarazzante non risolto e coinvolge direttamente il Presidente del Consiglio in pectore. La crisi mondiale ha prodotto e produce effetti che penalizzano le condizioni economiche e finanziarie di milioni di lavoratori e pensionati e minacciano il livello di benessere raggiunto, illusoriamente in questi anni, da un largo ceto medio produttivo tutto ciò impone scelte radicali e risolutive da parte dello Stato che, dando l’esempio riduce drasticamente costi e sprechi Il brodo grasso è finito l’Europa vigila per fortuna incoerenze e rinvii non saranno più tollerati dai cittadini. La situazione è ormai pesante il non affrontarla mette a rischio la fiducia dei cittadini nello Stato repubblicano, nel ruolo della politica e la stessa democrazia. Una drastica riduzione dei costi della politica un efficiente e semplificato sistema istituzionale è una strada obbligata nel breve periodo. Eliminazione di sprechi, riduzione e controllo sulla spesa pubblica, trasparenza ed efficienza nelle decisioni di governo, riduzione dei livelli istituzionali elettivi e non, del numero di consiglieri e parlamentari a tutti i livelli delle articolazioni dello Stato, sono una necessità ed ogni Governo verrà misurato e giudicato su questi obiettivi politici. In questo quadro il tentare di tenere in vita non solo Comunità Montane senza monti ma anche inutili Province, piccoli Comuni antieconomici è non solo un errore politico ma anche un modo per tenere in vita un anacronistico sistema di spreco di denaro pubblico fatto di campanilismi, veti corporativi, scelte urbanistiche scellerate, privilegi particolari e clientelari. Gli 8 Comuni elbani ne sono una testimonianza. Non se né può più, lo Stato deve intervenire con leggi che impongono drastici limiti al proliferare di enti e consigli di amministrazioni strapagati, incentivare e favorire accorpamenti di piccoli Comuni, controlli rigorosi sul perseguimento degli interessi generali nella attività di governo a tutti i livelli. Il superamento della Comunità Montana dell’Arcipelago toscano va in questa giusta direzione inutile arrampicarsi sugli specchi con prese di posizione e solidarietà, sono positive manifestazioni affettive che fanno piacere agli interessati, ma che non sostituiscono la necessità economico-istituzionale di perseguire gli interessi generali. Le uniche alternative credibili e coraggiose sono conosciute: un unico comune elbano o associazioni volontarie fra Comuni con deleghe sovracomunali su temi decisivi quali la pianificazione territoriale, l’ambiente ed il turismo. Peccato che tutto ciò coincide in un momento in cui alla guida dell’ente vi sia un ottimo Presidente ed una gestione amministrativa del tutto positiva. Dirigenti politici ai quali si chiede un contributo coerente ed innovativo in questa direzione.Saluti,
comunità montana