La recente sentenza per la spiaggia rossa di Cavo (Rio Marina) in cui uno sciagurato ripascimento dell'arenile, effettuato nel 1999 con scarti di miniera, inquinò le acque marine antistanti l'abitato, è una sentenza giusta che dovrebbe far riflettere anche altri amministratori ed altri progettisti. Questa è la posizione del WWF. Gli amministratori di Rio Marina del tempo sono stati condannati ad 8 mesi e 5000 euro di ammenda, e ad ancora di più (un anno e 7000 euro di ammenda) è stato condannato il progettista, che non era al suo primo rinascimento. Infatti già al Seccheto poco tempo prima il WWF gli aveva contestato i materiali usati per il ripascimento. Che poi fu fatto lo stesso. Assolti la Capitaneria di Porto ed i funzionari della Regione, quindi, e condannati gli amministratori. Un po' più forte la condanna per il progettista. Qualcuno ha detto che la condanna appare pesante. A nostro parere, e a quello di altre parti civili, il danno economico alla comunità cavese, se è per questo, risulta incommensurabilmente maggiore. Ma non è questo il punto. La sentenza di primo grado del processo del Cavo ci insegna per ora, in attesa dell'appello, che gli amministratori dovrebbero essere più coscienti di quali sono i limiti ambientali e giuridici entro i quali operano in una isola turistica come l'Elba. Che i progettisti possono essere più o meno all'altezza della situazione. Che il problema non è solo di trovare i finanziamenti per le opere pubbliche. Che la via dell'inferno è lastricata di buone intenzioni. Che la responsabilità penale è personale. Che una firma messa su un atto vuol dire condividerlo, anche se uno passava di lì per caso o quasi. E scusate se è poco. Il WWF dell'arcipelago riscuoterà un rimborso per le spese sostenute nel giudizio, e questo potrà esserci utile, ma non c'è compiacimento in noi, avremmo preferito impegnarci su altri fronti, non nelle aule dei Tribunali. Non è però colpa delle associazioni ambientaliste se alcuni amministratori fanno l'esatto contrario di quello che gli ambientalisti dicono. Il resto è cronaca. E i problemi non sono solo a Rio.
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