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A Sciambere del 25 Aprile

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : venerdì, 25 aprile 2008

No cari lettori non siamo in vena di facezie. In occasione del 25 Aprile e dopo le polemiche degli ultimi giorni, cari lettori, ci pare opportuno passare la mano a chi ha già scritto assai più efficacemente di noi, a chi ha descritto l'orrore della guerra fascista. E abbiamo scelto di mettere insieme i versi struggenti di Salvatore Quasimodo con la impietosa, brutale immagine di una vita spezzata, con la documentazione del sacrificio di un combattente per quella Libertà parola con la quale oggi in tanti (troppi) si sciacquano la bocca. Si chiamava "Leo" aveva poco più di venti anni lo uccisero cosi degli italiani senza onore: gli assassini fascisti della Decima Mas, tanto servi dei nazisti da indossarne perfino le divise. E come potevamo noi cantare con il piede straniero sopra il cuore, tra i morti abbandonati nelle piazze sull’erba dura di ghiaccio, al lamento d’agnello dei fanciulli, all’urlo nero della madre che andava incontro al figlio crocifisso sul palo del telegrafo? Alle fronde dei salici, per voto, anche le nostre cetre erano appese, oscillavano lievi al triste vento.


partigiano impiccato

partigiano impiccato