Calma e gesso Le vittorie, nella politica come nella vita (e nelle battaglie vere), hanno sempre molti padri e capita anche che le stesse diano origine ad episodi di confusione mentale, come quelli che improvvidamente leggiamo sui giornali in questi giorni ad opera di piccoli se non piccolissimi capetti locali che, tanto presuntuosi quanto modesti, si fanno vanto di successi non propri e gonfiano il petto come la rana di Esopo. Nel nostro piccolo all’Elba la campagna elettorale per le Amministrative 2009 così finalmente iniziata, rischia di lasciare per la strada molti (troppi) cadaveri ed, alla fine, mettere in discussione quel successo dei centro-destra che i numeri attuali indicherebbero come inevitabile. Suggerirei perciò sommessamente di andarci con i piedi di piombo al fine di favorire la ricerca di soluzioni condivise più che imposte con dubbia metodologia da uomini forti o presupposti tale. Dispiace che, al solito, anche in questa occasione si parta dalle persone piuttosto che dai problemi (che anche all’Elba non mancano, come è noto), invertendo – come purtroppo accade sempre più spesso- i processi logici di costruzione del consenso democratico ed avallando, anche a livello locale, l’idea che il messaggio semplicizzato (come quello propinato dalla televisione), quello che tratta la politica come un qualsiasi prodotto commerciale, possa sostituire, sempre e comunque,la faticosa ricerca del consenso sul territorio. Si tratta di un pericolo insito nel berlusconismo, un pericolo che può portare ad una deriva peronista/populista con salsa leghista e che ha già comportato un deciso spostamento a destra dell’assetto politico nazionale e l’ingiusta estromissione dal Parlamento della Sinistra. Così si va nella direzione sbagliata, dimenticando, come in passato ha quasi sempre dimostrato l’esperienza della DC all’Elba che le sfide politiche si vincono costruendo solidarietà, mettendo assieme una classe dirigente all’altezza, trovando punti di contatto e di intesa anche tra storie di diversa provenienza, senza pretese di superiorità o di egemonia. Ed è proprio su questo versante che vorrei attrarre l’attenzione di quanti hanno la cortesia di leggermi. Il risultato dell’Elba dimostra di nuovo –assieme ad una preoccupante disaffezione dal voto cui sarebbe opportuno dedicare qualche più approfondita analisi- una strutturale carenza di classe dirigente, soprattutto, ma non solo, sul versante moderato. Per carità, non voglio fare processi né impancarmi a giudice. Mi limito a registrare la realtà dei fatti, pur riconoscendo la buona volontà e l’impegno di molti. E su questo tema che sbatteremo la ghigna quando sarà passata l’attuale ubriacatura. L’Elba, più di altre realtà, ha bisogno di un centro equilibratore che sappia valorizzare le migliori energie. Per quanto faticoso ed all’apparenza così problematico, è da qui che bisogna partire –credo- per ricostruire un tessuto di solidarietà ed impegno comune che superi e travalichi gli schemi così fragili e mollicci degli attuali “contenitori” venduti come Partiti e proponga una classe dirigente giovane ed in grado di rispondere alle potenti sfide che ci aspettano. Darei volentieri una mano ad un progetto siffatto.
Lucchesi Pino 2