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Martinenghi di nuovo sulla Provincia Elba/Arcipelago

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : domenica, 13 aprile 2008

Diversi simpatizzanti del progetto di Provincia autonoma dell'Elba-Arcipelago, dopo gli interventi di Berlusconi-Veltroni ieri a Mixer ci hanno chiesto se non fossimo un po' troppo ottimisti; la risposta e': tuttaltro, come ci accingiamo a dimostrare. Cogliamo dunque l'occasione per spiegare agli elettori dell'Arcipelago, che domani decideranno se votare, quali effetti potranno sortire dai PUNTI SCRITTI DEI PROGRAMMI PDL e PD per l'Elba-Arcipelago. Con l'avvertenza che, "questa" politica, ha indotto leaders come Berlusconi e Veltroni a propagandare quanto scritto nel programma ma anche il suo contrario. 1) LE PROVINCE ED I COMUNI DELL'ELBA-ARCIPELAGO PER IL PDL E' affermato nel Programma PDL in modo netto: A) al punto 6) la necessita' di aumentare il trasferimento delle risorse fiscali dal centro (lo Stato) alla periferia (gli Enti Locali: Comuni, Province, Regioni) per attuare quel "federalismo fiscale" introdotto nella Costituzione con la modifica del Titolo V: "Regioni, Province, Comuni". Viene citato in particolare l'art. 119 della Costituzione: "I Comuni, le Province, le Citta' metropolitane hanno autonomia finanziaria di entrata e di spesa.......ed hanno risorse autonome........ etc"; la stessa normativa alla quale ci appelliamo noi di Civilta' Italiana nel sostenere la fattibilita' della Provincia dell'Elba-Arcipelago. Dunque non e' contemplata l'abolizione delle Province nel programma PDL, che al contrario vuole dare piena attuazione al Titolo V della Costituzione, che pone le Province "al centro" del sistema di amministrazione dello Stato sul territorio: per ruolo, poteri e risorse economiche. B) al punto 7) successivo, coerentemente, viene espressa la necessita' di ridurre la spesa pubblica " a partire dal costo della politica e dell'apparato burocratico (ad esempio delle Province inutili)". Qui certo non ci si riferisce a casi come l'Elba- Arcipelago, dove si e' dimostrato essere la Provincia Autonoma non inutile ma necessaria; ci si riferisce invece alle Province delle "Aree metropolitane" indicate dalla normativa. 2) LE PROVINCE E COMUNI DELL'ELBA-ARCIPELAGO PER IL PD Opposti sono per l'Elba-Arcipelago gli effetti dell' applicazione del Programma PD - di testo un po' piu' complesso. Nel capitolo 4), punto 1. (FINANZA PUBBLICA), lettera a) (spendere meglio e meno), punti 7, 9) e 10) si prevede: A) l"unificazione degli uffici periferici dello Stato Centrale in ognuno dei capoluoghi di Provincia; dunque per quanto ci riguarda il TRASFERIMENTO A LIVORNO DEGLI UFFICI STATALI OGGI ALL'ELBA: ASL, Prefettura, Questura, Tribunale, Caserme e tutte quelle infrastrutture oggi necessarie, che consentono anche la candidatura a Provincia Autonoma; B) la "eliminazione entro un anno di tutti gli Ambiti Territoriali Ottimali" a favore delle Province, con "eliminazione delle Province la' dove si costituiscono le Citta' Metropolitane"; C) la "Incentivazione dei processi di unione (fino alla fusione) dei comuni piccolissimi"; e' questo il caso dei 9 comuni su 10 dell'Elba-Arcipelago. Il progetto di Comune unico dell'Elba proviene dunque da quella sinistra oggi confluita nel PD che avrebbe l'unico effetto certo di centralizzare il potere all'Elba sotto il cappello della Provincia di Livorno; almeno adesso lo sappiamo. 3) CONCLUSIONI PER L'ELBA-ARCIPELAGO Nessuno dei due Programmi prevede l'abolizione delle Province; al contrario entrambi ne indicano il rafforzamento, pur per vie opposte: A) il PDL prevede l'attuazione del "federalismo fiscale" e con esso anche di nuove Province Autonome nei territori ove le condizioni le consentano; B) il PD prevede invece l'accentramento delle funzioni e degli uffici statali sul territorio nei capoluoghi di Provincia (Livorno) e la fusione dei piccoli Comuni (il Comune unico dell'Elba). Entrambi gli opposti schieramenti auspicano si' la cancellazione di alcune province definite inutili, ma solo nel caso delle grandi aree metropolitane che includono le Citta' metropolitane ai sensi della Costituzione e della Legge 267/2000. Li' la dimensione ed organizzazione amministrativa delle 10 maggiori Citta' metropolitane indicate dalla legge - Roma, Milano, Torino, Genova, Firenze, Bari, etc - rende inutile e costosa la contemporanea esistenza di un "duplicato" come la Provincia. Vi sono infine due ultime considerazioni: 1) L'attuale Costituzione e disciplina degli Enti Locali indica in Province e Comuni i "perni"" dell'amministrazione del territorio, senza i quali l'amministrazione statale semplicemente si bloccherebbe; 2) Per modificare tale normativa introdotta nel Titolo V della Costituzione bisogna seguire un votazioni parlamentari qualificate e complesse, il cui risultato puo' essere comunque invalidato con referendum consultivo. Berlusconi e Bossi ne sanno qualcosa. Buon voto a chi decidera' di votare,


Arcipelago toscano mappa

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