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IL DOCUMENTO relativo alla Cala di Nisportino

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : sabato, 12 aprile 2008

OSSERVAZIONI SULLA PROPOSTA DI REALIZZARE UN CORRIDOIO DI ATTERRAGGIO PER IMBARCAZIONI, DI UN CAMPO BOE E DI UN GAZEBO PER SERVIZI-SPIAGGIA A CALA DI NISPORTINO PREMESSA La spiaggia di Cala di Nisportino si caratterizza per la sua “naturalità”: non vi sono pontili, boe, moletti e strutture per l’alaggio e il ricovero delle barche. Questa caratteristica rappresenta la maggiore attrattiva di Nisportino e la sua peculiarità. Nisportino ha un’immagine “pubblica” che lo caratterizza e lo differenzia, in positivo, dalle altre realtà elbane. Chi va a Nisportino si rende conto di trovarsi in un posto “diverso”, dove (per assoluta fortuna) si è conservata una naturalità che altrove è stata massacrata. Nisportino presenta ancora intatta la struttura della spiaggia “naturale” col materiale spiaggiato e il cannaio a protezione. La naturalità, la tranquillità, il silenzio sono senza dubbio valori da difendere sia per gli abitanti di Nisportino, sia per chi vi esercita attività ricettizie e/o commerciali, sia per il turista che vi passa poche ore o poche settimane. UN CORRIDOIO DI ATTERRAGGIO A NISPORTINO? Per corridoio di atterraggio “a norma di legge” si intende un corridoio delimitato da boe collegate tra loro che delimita lo spazio dentro il quale le imbarcazioni possono liberamente e gratuitamente accedere per arrivare all’ormeggio o a terra. L’imboccatura di tale corridoio deve trovarsi al limite dei 250 metri dalla linea di spiaggia, distanza sotto la quale le imbarcazioni devono spengere i motori e procedere a remi o al traino. Ricordiamo che questi corridoi, per essere a norma di legge, debbono avere le seguenti caratteristiche (fonte: ordinanza CP Portoferraio 23/2007 attualmente vigente): a) larghezza compresa tra i 10 e 20 metri. La misura minima potrà essere ridotta, previa autorizzazione, qualora il fronte a mare sia < 20 mt; b) profondità maggiore di 50 mt rispetto al limite della zona di mare riservata ai bagnanti; c) delimitazione costituita da gavitelli di colore bianco/giallo/arancione, collegati con sagola tarozzata nella zona di mare riservata ai bagnanti e distanziati a intervalli non inferiori a 20 metri ; d) individuazione delle imboccature a mare mediante posizionamento di bandierine bianche sui gavitelli esterni di delimitazione posti a profondità maggiore di 50 mt rispetto al limite della zona riservata ai bagnanti. - nei pressi della battigia deve essere posizionato un apposito cartello, recante la dicitura “CORRIDOIO USCITA NATANTI – VIETATA LA BALNEAZIONE ”. Nella fattispecie della spiaggia di Cala di Nisportino, significherebbe impegnare almeno un terzo/un quarto dello specchio d’acqua balenabile e altrettanta parte della battigia con strutture artificiali e a forte impatto visivo, spezzando in due sezioni addossate alla scogliera lo specchio di acqua fruibile, di fatto limitando fortemente l’attività di balneazione, alla quale Nisportino è senza dubbio vocata, in favore di una diportistica assolutamente limitata e fastidiosa. In altre parole la cala è troppo stretta perché corridoio e balneazione convivano senza che l’uno sacrifichi e limiti irrimediabilmente l’altra. Ammesso che non si voglia sacrificare l’interesse di moltissimi a farsi un bagno in tranquillità e nell’acqua pulita a vantaggio di pochi, pochissimi, ai quali verrebbe risparmiata la “fatica” di raggiungere la terraferma a motore spento. Tra i due interessi, quale è più meritevole di tutela? IL CORRIDOIO GARANTISCE LA SICUREZZA? Piazzare un corridoio nel bel mezzo della Cala di Nisportino garantirebbe veramente la sicurezza dei bagnanti? Senza il corridoio le imbarcazioni sono obbligate a spengere i motori, o ammainare le vele, a 250/300 metri dalla spiaggia e a procedere a remi. Con il corridoio le imbarcazioni procederanno a motore acceso in mezzo ai bagnanti costretti in due ristrettissime zone di acqua libera ai due lati del corridoio stesso. In queste condizioni di stretta contiguità, e stante lo scarso traffico di imbarcazioni, i bagnanti sarebbero naturalmente “tentati” a violare il divieto di balneazione che vige all’interno del corridoio attraversandolo a nuoto NON IN SICUREZZA. Vale davvero la pena? Non sarebbe forse più logico far rispettare il divieto di procedere a motore all’interno dei trecento metri e, contemporaneamente, avvertire i bagnanti (come prevede la legge) che la spiaggia non è dotata di corridoi di atterraggio? E’ giusto che i molti bagnanti siano obbligati a rischiare e a sopportare per favorire l’attività di pochi? QUANTO DURERA’ IL CORRIDOIO? Perché a Nisportino non ci sono boe stabili, come invece avviene nelle altre località dell’Elba? Forse perché i nisportinesi non sono capaci, come tutti, di varare corpi morti stabili, oppure, come i nisportinesi ben sanno, la cala è esposta al vento di ponente e al libeccio (deviato) dalla Corsica e NESSUNA boa riesce a reggere l’impatto delle onde. Piazzare un corridoio, con il corredo di boe, corpi morti e catene, significa matematicamente doverne raccogliere i resti alla prima “ponentata”. E chi istalla il corridoio si prenderà la briga, magari a stagione balneare quasi finita, di raccoglierne i pezzi e rimetterlo a posto a norma di legge? E se non lo farà, o lo farà in modo non idoneo, cosa ne sarà della sicurezza? L’IMPATTO AMBIENTALE DEL CORRIDOIO La naturalità di Nisportino certo non verrà “valorizzata” da un corridoio di boe arancioni collegate con sagole di nylon, ma, ancor di più, le strutture di ancoraggio dovranno necessariamente iniziare a circa trecento metri dalla spiaggia. In piena prateria di Posidonia. La Posidonia, la pianta acquatica comunemente chiamata “alga” dalle caratteristiche foglie allungate a nastro, forma delle praterie capaci di produrre ossigeno, difendere il fondale dall’erosione e ospitare una quantità enorme di forme di vita. Inoltre è un’attrattiva per i sub e una caratteristica dei fondali più puliti e meno impattati. E’ ampiamente provato che le strutture di ancoraggio, soprattutto le catene che fissano le boe, col moto ondoso danneggiano gravemente le praterie di posidonia. Oltre ad un danno di “immagine”, Nisportino subirebbe anche un danno ambientale. Inoltre, il passaggio dei natanti a motore acceso produce gas di scarico che, stante i venti dominanti “di mare” arriva regolarmente sulla spiaggia. Vogliamo davvero che Nisportino soffra dei mali che affliggono le peggiori spiagge italiane? Perché non viene chiesto ai frequentatori della spiaggia se “apprezzano” il respirare i gas di scarico dei motori fuoribordo? IL CORRIDOIO A CHI SERVE? IL CORRIDOIO SERVE?? Ma il corridoio a chi servirebbe? Quante barche posseggono i nisportinesi? Meno di una dozzina, tutti piccoli gozzi tranquillamente gestibili a remi fino al limite della distanza di accensione dei motori. Cosa che peraltro i nisportinesi fanno da una vita, essendo stati abituati dalle condizioni meteomarine a NON AFFIDARSI A BOE. E le altre imbarcazioni? Le barche a vela ovviamente non potrebbero usufruirne per mancanza di pescaggio, così come altri natanti solitamente dotati di “tender” che raggiungono la riva a remi. Le altre barche non arrivano mai fino in spiaggia, fermandosi nelle insenature delle scogliere o poco a largo dove gli occupanti possono fare il bagno senza la scomodità di trovarsi un posto in spiaggia. Detto questo emerge che IL CORRIDOIO SERVE A POCHI. Se consideriamo il danno ambientale, l’occupazione dello spazio e il disturbo ai bagnanti, IL CORRIDOIO DANNEGGIA UNA COMUNITA’, DANNEGGIA IL FONDALE e inoltre DANNEGGIA L’IMMAGINE DI NISPORTINO e di conseguenza chi effettua attività commerciali o ricettizie. Pertanto il CORRIDOIO NON SERVE. Per quanto riguarda il problema della SICUREZZA, è davvero sicuro far passare delle barche strette tra due “ali “ di bagnanti fortemente invogliati a (mandarle a quel paese e ) ignorare i divieti di balneazione per godersi pienamente il mare? O piuttosto IL CORRIDOIO ACCRESCE I PERICOLI consentendo la contiguità tra bagnanti e motori accesi.. UN CAMPO BOE A CALA DI NISPORTINO? Anche per valutare l’opportunità della proposta istallazione di un campo boe a Cala di Nisportino è interessante rifarsi all’esperienza dei nisportinesi. Perché a Nisportino nessuno si sogna di tenere una boa stabile per ormeggiare la propria barca? Chi conosce il fondale di Nisportino sa che è disseminato di “corpi morti” di tutte le fogge e dimensioni. Nessuno ha più una boa. Chi ha frequentato Nisportino per più di una settimana, anche in periodo estivo, sa che la baia è esposta ai venti da ovest, nord-ovest e persino sud ovest, sa che basta un po’ di maestrale perché si sollevino onde in grado di rompere un ormeggio o rovesciare un’imbarcazione ormeggiata, sa perfettamente che Nisportino si trasforma in una trappola in pochissime ore per le imbarcazioni lasciate in mare e persino in spiaggia. Che senso ha un campo boe in una situazione del genere? Vale la pena di scempiare la baia con boe colorate, per non ripetere le considerazioni sull’effetto sul fondale e sui rischi della navigazione a motore nello spazio angusto della cala? Di nuovo, chi ci guadagna (pochi, forse), chi ci rimette (tutti, sicuramente) e chi ripaga i danni in caso di mareggiata? A Nisportino l’unico ormeggio sicuro è quello di chi getta l’ancora pronto a salparla non appena lo ritiene opportuno, al momento della sua partenza tutto torna come prima, come è sempre stato. UN GAZEBO SULLA SPIAGGIA DI NISPORTINO? Il caso, non certo le scelte degli amministratori, ha voluto che la spiaggia di Nisportino conservasse delle caratteristiche di cui abbiamo ampiamente parlato sopra. La spiaggia torna ad essere “spiaggia” alla fine di ogni giornata di balneazione: niente ombrelloni fissi, niente sdraio, niente luci. Una rarità assoluta in un panorama di spiagge che somigliano a parcheggi, o a cimiteri… Oltretutto l’arenile attuale di Nisportino, già notevolmente ridotto rispetto a quello che era “a memoria d’uomo” a seguito dell’arretramento della linea di battigia, è per una buona metà privato, per cui l’ipotizzato gazebo andrebbe a ridurre notevolmente la parte di spiaggia liberamente fruibilie (una ventina di metri, nelle sezioni più ampie). Per quale tipo di “fruizione” risulterebbe di attrattiva una struttura in mezzo alla spiaggia non “controllata”, per fortuna non illuminata, tale da offrire comodo nascondiglio? Ultima considerazione: chi salverà il gazebo dalla prima mareggiata? I ragazzetti nisportinesi aspettano con ansia le libecciate “fino al cannaio” per potersi divertire con le onde. Che fine farebbe un gazebo di legno a quindici metri dalla battigia durante una qualsiasi mareggiata che lo supera di altrettanti metri? In questo panorama cosa c’entri un gazebo francamente non riusciamo ad immaginarlo. Anzi, non solo non vogliamo immaginare gazebo, ma vogliamo anche dimenticare e non vedere più operazioni di deturpazione con ruspe ed escavatrici. Vogliamo che Nisportino resti una spiaggia, forse una delle ultime vere. Per quanto sopra ribadiamo la nostra assoluta contrarietà all’ipotesi di CORRIDOIO DI ATTERRAGGIO, di CAMPO BOE e di GAZEBO a Cala di Nisportino. I residenti e gli abitanti di Nisportino. Seguono firme