Un ex dipendente della SALES ci raccontò un giorno che quando anni fa si stavano dragando i fondali della rada portoferraiese ogni volta che la benna rovesciava sul piano della chiatta la fanghiglia strappata al fondo, si diffondeva intorno un fetore tale che alcuni dei presenti (e non si trattava di delicate fanciulle) rischiarono più volte di essere colti da malore. Quella roba, impastata con i materiali di resulta delle demolizioni e ristrutturazioni compiute nell'area dell'Ex-cementificio laterizi, non assente una quota di eternit, costituisce l'essenza delle due "collinette" in area Esaom in parte è stata inglobata in quella (paesaggisticamente orrenda) stesa di cubi di cemento appoggiati "provvisoriamente" lungo la variante provinciale in località Concia di Terra a fare da splendido biglietto da visita di Portoferraio e dell'Elba. E la provvisorietà è tanto provvisoria che i bambini nati dopo dopo la loro collocazione vanno a scuola e sanno già scrivere e far di conto. Ma mentre le collinette si sono ricoperte di un manto erboso e tra qualche tempo saranno boscate i blocchi se ne restano là. Non possono visto le schifezze che contengono essere affondati in mare, non possono per la stessa ragione essere utilizzati a terra in contatto con acque che spargerebbero le schifezze per il territorio, smaltirli in discarica costerebbe quanto l'orzo di Pianosa e allora restano là a degradarsi progressivamente ergo a rilasciare polveri almeno sospette ma certo non salubri a beneficio della respirazione di chi sta alla Sghinghetta e soprattutto a Concia di Terra. Di tanto in tanto (diciamo ogni 18/24 mesi) recentemente il Tirreno, ma in precedenza altri tra i quali pure noi e Legambiente, qualcuno solleva il problema, allora le minoranze (prima di centrosinistra poi di centrodestra) interpellano, le maggioranze (prima di centrodestra poi di centrosinistra), rassicurano ma i blocchi fanno come il "Coro dei Lombardi" che cantano "Partiam, partiam, partiam" e sempre sul palco stanno. Qui ci vuole una botta di fantasia, trasformiamoli in opera d'arte post-moderna, facciamoli imballare da Kristos, costruiamoci una piramide al centro del piazzale e chiamiamola "monumento bipartisan all'inefficienza amministrativa" oppure convinciamoci che quella è una priorità e prima o almeno contemporaneamente al pensare ad interventi di abbellimento del territorio, è il caso di eliminare le brutture ed anche i potenziali rischi per la salute.
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