Ballini (PD) Il voto nazionale non è un referendum pro o contro Bosi Devo essere sincero, è ammirevole lo sforzo che l'UDC di Rio Marina sta compiendo nel vano tentativo di trasformare il voto nazionale in un referendum pro (o contro) Bosi. I cittadini elbani votando UDC non votano solo per Bosi, ma votano per quel partito che ha avallato tutte le scelte scellerate del governo Berlusconi, sia in politica estera che in materia economica. Su una cosa però i dirigenti locali dell' UDC hanno ragione, gli elettori non sono dei polli. Che il Bosi, negli anni in cui la Casa delle Libertà ha governato l'Italia, non abbia fatto niente per lo sviluppo dell'Isola è sotto gli occhi di tutti, salvo ergersi a difensore dell’elbanità una volta passato all’opposizione. Su di lui, però, pesano in primo luogo le responsabilità della scelta assurda di commissariare L'Ente Parco, producendo solo vincoli e nessuno sviluppo, la compartecipazione all'esperienza fallimentare del centrodestra alla guida della CM e, dulcis in fundo, il suo benestare al progetto delle AMP, salvo sconfessarle adesso che non è più in coalizione con l’On. Matteoli. A nostro avviso sarebbe deleterio per l’Elba tutta aderire al “modello Bosi”, un modello che basa l'amministrazione più sulla forma che sulla sostanza. Un modello troppo impegnato sulle questioni ornamentali per ricordarsi di approvare il Regolamento Urbanistico nei tempi previsti dalla legge, condannando il paese all'immobilismo edilizio e all'emigrazione dei nostri concittadini verso il comune più vicino. Non credo che gli elbani gradirebbero un modello incapace di produrre sviluppo e occupazione (mai incontrati i commercianti locali e le altre categorie, zero posti di lavoro creati) ne tanto meno capace di affrontare seriamente la stagione estiva, e lo stato di abbandono in cui versa la Pro Loco di Rio Marina e Cavo ne è triste manifesto. Altro che economia di scala, sempre più spesso ricordata dal Bosi. Non credo che gli elbani voteranno in massa per un Deputato che non è ancora riuscito a risolvere il problema della viabilità alternativa nel comune che amministra e condanna alla paralisi il centro storico del paese ogni qual volta attracca la Toremar. Soprattutto non credo che gli elbani voteranno per un candidato con il quale non riusciranno mai a parlare visto che ad oggi è più facile avere un'udienza Papale che parlare col Sindaco. Si, sono convinto che gli elettori non sono dei polli e di certo non voteranno per questo modo di amministrare e fare politica. PD Il Segretario (Dario Ballini) Le aree marine, "ma anche" i pd, rischiano di essere anti-elbani Convocare un incontro istitutivo delle aree marine a tre giorni delle elezioni è un fatto di dubbia correttezza istituzionale. E’ un problema di metodo. E a giudicare dalle tante reazioni, quel passaggio “tecnico” tanto tecnico non lo è. Quanto al merito, l’Udc e Bosi lo hanno ripetuto fino alla noia: non si possono fare le amp senza il consenso dei Comuni, e non si possono fare senza adeguate compensazioni per le popolazioni dell’arcipelago. Insomma, le amp non devono essere “anti-elbane”. Questa è la nostra linea, molto chiara, e i giovani dirigenti del Pd potrebbero imparare a leggere con attenzione le dichiarazioni, invece di tornare allo sciagurata abitudine di attenersi alla lettura ambientalista. A giudicare molti fatti, questa linea è condivisa da un buon numero di elbani. Il presidente del Pd elbano può chiedere ragguagli ai molti ex compagni che in questi anni hanno abbandonato il suo partito. Il buon Marchetti ora "professoreggia". Non solo di diritto delle autonomie locali, MA ANCHE di matematica. Allora non si dovrebbe smarrire nell’eseguire una banale divisione: fra i 5 anni di Bosi, e i 5 anni dell’ultima giunta ds a Rio Marina c’è una rapporto di venti a uno (20 milioni di euro a 1) in investimenti sul territorio. Se il presidente del Pd nega questo dato o si è confuso o vuol confondere. E perché “rosicare” anche sui 200 di venerdì? Con il suo fervore sempre un po’ incauto, il giovane segretario giunto in soccorso ripropone poi la favoletta dei “quattro alberelli”. Ma si ricordi che nel 2006 non ha portato fortuna (Unione al 35%): bastava farsi un giro per capire che era - appunto - una favola, anche perché prima del 2001 il paese era stato davvero umiliato dall’inerzia assoluta dei ds. Mentre loro “pensano alla sostanza”, insomma, capita che i paesi che amministrano cadano a pezzi. Ma chi gliel’ha fatto fare d’imbarcarsi in questa (per loro) incresciosa contesa? Se valessero solo i discorsi potrebbe anche andare, purtroppo a questo mondo esistono i fatti, le realizzazioni, e lì la faccenda si complica, e si smonta tutta la panna veltroniana del “si può fare”. La gente vede il Pd toscano come anti-elbano, o se va bene come disinteressato all’Elba. Noi non vogliamo infierire, per cui la vertenza finisce qui. L’augurio è che poveri ds-pd riescano a ritrovare la credibilità perduta. Intanto un consiglio: se proprio vogliono fare polemiche quotidiane tornino a dedicarsi ad avversari meno attrezzati, e a friggere l’aria” della propaganda e della retorica, perché se si tratta di cose concrete vendere fumo elettorale diventa meno facile. Anzi: non si può fare. O se volete. NON SI POLE FA’. Udc Isola d'Elba Marchetti: L'ossessione del guardare al passato dell'UDC Gli udiccini, ma anche il compagno Nanni G., spingono i nostri conterranei, con un’ossessione quasi martellante, a guardare al passato. Ma con quale convenienza? Ci portano la mente ai primi anni di questo secolo, quando cioè il centrodestra governava l’Italia e la maggioranza dei comuni dell’isola. L’allora senatore Bosi si spese, e poi votò, perché l’ente comprensoriale avesse una maggioranza omogenea (leggi FI-AN-UDC). Sappiamo come andò a finire. In Comunità Montana nacque la giunta Febbo che ha rappresentato il periodo più disastroso e disastrato della vita politico-amministrativa dell’Elba. Mi fermo qui, mi sembra un esempio bastante. Lorenzo Marchetti
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