Tozzi: C'è chi vuole continuare a rosicchiare l'ambiente fino al midollo Non posso che concordare fino all'ultima virgola con quanto scritto da Legambiente dell'arcipelago toscano e che ristabilisce almeno i minimi criteri di verità e di decenza in un dibattito sulla protezione del mare che non si sa se è più deludente o surreale. E' proprio così: quando il Parco Nazionale dell'Arcipelago ha chiesto al Ministero dell'Ambiente di far ripartire l'iter per l'istituzione dell'AMP del Giglio e dell'Elba ha trovato che quell'iter si era certamente molto rallentato, ma non bloccato. In particolare per l'AMP dell'isola del Giglio, il confronto è ormai squisitamente di natura tecnica e fa ampiamente parte dell'ordinaria amministrazione di questo periodo, anche perché la volontà politica di istituire l'AMP era stata già espressa chiaramente sia dal dicastero Berlusconi che da quello Prodi, in un raro caso di spinta bipartisan per la protezione del mare. Ma la conservazione dell'ambiente naturale è proprio la grande assente dal dibattito su questi temi: le aree marine protette in tutto il mondo si fanno per curare l'evidente stato di malattia del mare, causato dai vari inquinamenti, dalla pressione antropica indiscriminata e da un turismo privo di regole. E nel caso specifico sono frutto di un corretto processo istituzionale che riguarda una proposta del Comune del Giglio e una del Ministero dell'Ambiente che troveranno certamente un compromesso ottimale nel quadro delle riunioni tecniche convocate. Se il prossimo Ministro dell'Ambiente non vorrà firmare il provveddimento conclusivo ha tutto il potere di farlo, ma dovrà necessariamente contraddire qualcuno, perché nessuna parte politica finora si è mai dichiarata contraria all'istituzione dell'AMP dell'Arcipelago toscano. Vale la pena di ricordare poi che, sia nel caso dell'AMP del Giglio che in quello della regolamentazione di Giannutri, non c'è stato alcun dispregio delle comunità locali: nel primo caso il Comune ha correttamente ascoltato tutti portatori di interesse, fatto decine di incontri e ha poi agito secondo legge, tenendo presente anche l'orientamento favorevole sulle AMP della Regione Toscana. Il caso di Giannutri è addirittura emblematico: nell'ultimo Consiglio Direttivo del Parco dell'Arcipelago le linee guida per la futura regolamentazione (attenzione: non ancora una delibera operativa), che cercano di rimediare a una situazione ambientale diventata insostenibile semplicemente applicando le leggi, sono state approvate all'unanimità in un documento che è stato accettato dai residenti dell'isola, dal Comune del Giglio, dalla Provincia di Grosseto e dalla Regione Toscana in un accordo così ampio che dovrebbe essere di esempio Ma potrei capire un dibattito talmente privo di riferimenti alla memoria, ai termini di legge o al buon senso se si parlasse, che so, dell'installazione di un impianto nucleare o di un inceneritore, qualcosa che potrebbe comportare un danno alla salute o all'ecosistema. No, qui si parla di proteggere un ambiente naturale pieno di problemi e gravemente compromesso da anni di incuria e speculazione, un ambiente per il quale tutti ci dovremmo battere e che, invece, ci vede tristemente divisi a causa di chi vuole ancora continuare a rosicchiarlo fino al midollo, fino a quando non ci sarà più polpa per nessuno. Una mancanza di prospettiva tragica, nonostante i connotati spesso farseschi della discussione. Mario Tozzi - Presidente del Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano Sergio Ortelli (Giglio): Se vogliamo fare politica allora bisogna dire la verità. Il testo pubblicato ieri da Legambiente è veramente un’offesa per tutti i suoi bravi e onesti ambientalisti che operano da anni alla base dell’organizzazione, per tutti quelli che la sostengono e che credono nell’ambiente vero e nell’ambiente serio, convinti di appartenere ad una associazione mossa da principi nobili, senza lucro politico, ma con il solo scopo di difendere il bene supremo della nostra sopravvivenza: l’ambiente. E’ un’offesa anche per noi gigliesi che per anni abbiamo pensato questo. E questo l’abbiamo sostenuto anche quando abbiamo raggiunto l’ambito traguardo delle 5 vele solo perché a governare l’isola c’era un’amministrazione di sinistra che, ironia della sorte, fino a quel momento non aveva ancora fatto nulla di buono. Noi sinceramente pensavamo fossero un esempio da seguire per noi stessi e per i nostri figlioli. Non è purtroppo così. A noi gigliesi, residenti e non, gli attacchi politici a Bosi, a Matteoli e le diatribe politiche nazionali non interessano. Legambiente e Tozzi devono rispondere a noi gigliesi perché stanno trattando una materia che incide sulle nostre vite e sul nostro futuro. Il Presidente del Parco Tozzi che “concorda fino all’ultima virgola con quanto scritto da Legambiente ….” rappresenta oramai per noi isolani un cattivo esempio di gestione imprudente di una carica ministeriale, ora trasformata spudoratamente in una esaltata espressione politica (in quanto condivide le tesi Legambiente) con sfondo un fondamentalismo incettatore che vuol metter le mani sulla gestione amministrativa del nostro meraviglioso scoglio senza avere né il consenso popolare né un’attribuzione elettorale bensì un incarico di parte politica, ripeto, da parte di un Ministro con i giorni contati (Pecoraro Scanio), più integralista di tutti e forse al tramonto di una compassionevole carriera. Per noi isolani il cosiddetto Parco Marino è come se per contingentare le nascite, invece di adottare misure contraccettive, ironia della cura, ci si tagliasse lo “strumento”. E ancora leggiamo il Presidente Tozzi: “la conservazione dell’ambiente è la grande assente dal dibattito su questi temi..” perché finalmente si è capito che le aree marine protette, pensate in questo modo vessatorio, oltranzista e antiscientifico, decrementano fortemente il processo di salvaguardia. Non dobbiamo dimostrare nulla di quanto è risultato dalle ultime esperienze sul campo: da circa vent’anni Giannutri e Pianosa, con i crolli e il degrado dimostrati dalle tv recentemente, rappresentano il risultato più amaro di una operazione squisitamente politica. Su Giannutri abbiamo anche visionato il reportage che ha prodotto l’associazione CAPADEM di Porto S. Stefano che ha messo in evidenza uno stato di abbandono dell’isola preoccupante per non dire da terzo mondo (con tutto il rispetto). C’è poco da ridere. Noi siamo gigliesi tutto l’anno, pieni di problemi dovuti alla nostra insularità, che Tozzi e l’AMP non sono in grado di risolvere. Ma se vogliamo fare politica allora bisogna dire la verità. Per quanto riguarda la sterile polemica pre-elettorale, vorrei ricordare agli smemorati catodici che in cinque anni del precedente governo i rischi di un progetto marino scriteriato non ci sono stati perché “quel dicastero” di Matteoli rispettava la volontà dei gigliesi. Non solo. “Quel dicastero” di Matteoli a cui si fa riferimento finanziava circa 2 milioni di euro (tramite accordo stato/regioni) per interventi direttamente destinati alla qualità dell’ambiente e, nella fattispecie, alla depurazione degli scarichi a mare dei liquami dell’Isola del Giglio, per Porto e per Campese. Oggi quei fondi, nonostante i miei inutili sforzi, sono stati dimenticati da un’Amministrazione Comunale incapace di capire a cosa fossero destinati. E si ergono a tutori dell’ambiente! Il gigliesi godono oggi di indipendenza idrico-potabile grazie agli impianti di desalinizzazione finanziati con fondi elargiti in parte da “quel dicastero” di Matteoli che ha creduto (assieme alla Regione Toscana che ha fatto un’ottima figura) alla dissalazione creando al Giglio quell’autonomia idrica necessaria al fabbisogno dei cittadini e sinonimo di migliore qualità della vita che certamente si interseca con una migliore qualità dell’ambiente. Oggi, la nostra amministrazione così presumibilmente attenta all’ambiente nostrano, si è perfino dimenticata di installare il dissalatore di Giglio Campese, disponibile da ben quattro anni! Allora parliamo dell’ecomostro di Giannutri e di tutte quelle strutture costruite abusivamente negli anni passati (così affermava l’On. Bordon, un precedente Ministro dell’Ambiente) e che spero quanto prima vengano demolite in ossequio alle nostre sane battaglie contro la cementificazione ed alla tutela del territorio. O devono rimanere in piedi, Presidente Tozzi? Perché non se ne parla? Leggendo Tozzi “ …proteggere un ambiente naturale pieno di problemi e gravemente compromesso da anni di incuria e speculazione, un ambiente per il quale tutti ci dovremmo battere e che, invece ci vede tristemente divisi a causa di chi vuole ancora continuare a rosicchiarlo fino al midollo, fino a quando non ci sarà più polpa per nessuno” Ma noi, indigeni sopravvissuti, grazie ad una sciagurata politica locale di immobilismo sulle opere, la polpa l’abbiamo già persa ma adesso, a fronte di questa assurda ed incredibile situazione, rischiamo di perdere anche le ossa! Sergio Ortelli Capogruppo di Minoranza al Comune del Giglio Martinenghi: Se Tozzi è il tecnico che afferma cessi di prendere decisioni politiche Leggiamo perplessi ma non stupiti l'intervento del Presidente del Parco Tozzi, che rivendica la regolarita' dell'eventuale istituzione della AMP al Giglio a Governo caduto; atto che a suo parere: "fa ampiamente parte dell'ordinaria amministrazione di questo periodo". La frase non e' espressa a caso perche' quando un Governo cade, in attesa che quello nuovo gli succeda, e' consentita la sola ordinaria amministrazione e la istituzione di una AMP non pare atto di ordinaria amministrazione ma di straordinaria; dunque non consentito. E poi che fretta c'e', dal momento che la prossima settimana si elegge (forse) il nuovo Governo? Sembra questo modo di argomentare tipico di chi intende piazzare "colpi di mano" a tempo scaduto. Quando poi il Presidente Tozzi scrive indignato di ".....ristabilire almeno i minimi criteri di verita' e decenza......" ci sovviene la cerimonia del suo insediamento a Presidente del Parco alla sala De Laugier nel 2006, presenti il Governatore della Toscana Martini ed il Ministro dell'Ambiente Pecoraro Scanio. Nell'occasione dai tre fu pubblicamente promesso - tutti i piu' importanti media ne riferirono - che si sarebbe rimediato all'anomala esclusione dal Direttivo dell'Ente dell'unico rappresentante di centro-destra; per non dare adito ai sospetti adombrati di: "voler tenere nascosti nei cassetti progetti ed atti di pubblico interesse". Come l'AMP. Ogni volta che qualcuno rammentava pubblicamente tale pubblica promessa, con sempre maggiori distinguo questa veniva ribadita dall'uno o dall'altro; con il Presidente Tozzi che si trincerava dietro la definizione di semplice tecnico per scaricarsi la "patata bollente". Finche' calo' il silenzio e nulla piu' accadde, a dispetto di ogni promessa e, soprattutto, del rango istituzionale di chi l'aveva profferita. Si puo' usare per allora il termine "farsa" adottato ora dal Presidente Tozzi? Al quale sommessamente consigliamo di non intestardirsi nei suoi impopolari propositi di AMP, perche' se lui e' il tecnico che allora affermava di essere, cessi di prendere decisioni politiche. Anche perche' nel frattempo le circostanze sono mutate: e' caduto il Governo Prodi sotto al quale era stato nominato; e' stato travolto dallo scandalo "monnezza" di Napoli ed indagato per altre vicende il Ministro dell'Ambiente Pecoraro Scanio; si sono fermamente ribellati alla sua visione dell'ambiente ideologica e dannosa i suoi "indigeni". In caso contrario non si stupisca se a leggere la sua conclusione: "(l'ambiente)........c'e' chi vuole ancora continuare a rosicchiarlo fino al midollo, fino a quando non ci sara' piu' polpa per nessuno. Una mancanza di prospettiva tragica, nonostante i connotati spesso farseschi della discussione......." paradossalmente qualcuno possa fraintenderne il senso: sarebbe spiacevole ma inevitabile. Stefano Martinenghi - Civiltà Italiana
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